NON E’ ACCETTABILE QUESTO CONCETTO DELL’ ARTE BANANIZZANTE E BANANIZZATO.
Che cosa è l’arte? che cosa è diventata?
L’arte è un’espressione d’animo che può alimentare l’intelletto tramite gli occhi e le orecchie. Per il concepimento delle orecchie c’è la musica, mentre per gli occhi ci sono due forme d’arte, quello decorativo e ornamentale dell’artigianato (la capacità di costruire qualcosa) e quello espressivo ed emozionale. L’arte decorativo o ornamentale soddisfa l’estetica, dove viene valorizzato il bello; mentre l’arte espressivo è lo strumento per un’artista di comunicare un’emozione, un messaggio tramite la propria Opera, un’espressione dell’animo umano.
Ma come in tutti i contesti, anche nell’arte ci sono scivoloni imbarazzanti del passato e del presente, delle autentiche bravate e burle.
Del passato mi viene spontaneo ricordare Piero Manzoni (Soncino, 13 luglio 1933 – Milano, 6 febbraio 1963) che non riuscendo ad avere il successo sperato per i suoi Achrome (in francese: incolore), una serie di opere prodotte tra il 1957 e il 1963, incentrata principalmente sullo studio dell’assenza di colore, per guadagnarsi la notorietà si dedicò alla provocazione e propaganda artistica dando origine a “il fiato d’autore”. Probabilmente incredulo del riscontro ottenuto provocò ancora di più, realizzando “la merda d’artista”. Manzoni con la sua provocazione voleva dimostrare che qualsiasi stronzata fatta da un’artista è contemplata come arte, senza dare il peso alla qualità. E sicuramente non avrebbe mai immaginato che una scatolina di ” la Merda d’artista” sarebbe stata venduta il 7 dicembre 2016 all’asta per 275.000 euro.
Del presente invece è opportuno citare banana di Maurizio Cattelan (Padova, 21 settembre 1960) che non ritengo che abbia alcuna rilevanza artistica di chi non ha risorse, ma semplice provocazione e propaganda, una beffarda natura morta, certamente non paragonabile alle nature morte di frutta dei grandi pittori del passato, dal quelle settecentesche a quella contemporanea banana di Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto1928 – New York, 22 febbraio1987), il quale, almeno, si è impegnato a dipingere una banana definendola in modo ambiguo “l’oggetto del desiderio”.
Una precedente esperienza ortofrutticola venne organizzata nel 1961 da Daniel Spoerri, intitolata Der Krämerladen, nella sua galleria di Copenaghen. L’intento primario di Spoerri era chiedersi se un pomodoro finisse d’esser semplicemente un pomodoro nel momento in cui lo si elevava a opera d’arte. Secondo me, era più opportuno se si chiedeva quando un’opera d’arte iniziava essere considerata tale e per essere tale che prerogativa esigeva.
Ritengo che tutta questa beffarda rappresentazione d’arte che può perlopiù essere considerata una mossa propagandistica di chi è vittima dell’eccesso di ambizioni, sia un triste capitolo dell’arte con dei “banali” schiaffi morali ad artisti come Michelangelo, Caravaggio, Rubens, Canova, Giovanni Bellini, Sandro Botticelli, Annibale Carracci, Giotto, Domenico Ghirlandaio, Leonardo da Vinci, Andrea Mantegna, Michelangelo, Parmigianino, Raffaello, Paolo Veronese, Tiziano , Degas, Monet, Manet, Magritte, Giacometti, Dalì, Picasso, Modigliani, Fontana e tanti altri che si sono impegnati per tutta la vita in studi di prospettiva e proporzioni al fine di offrire e trasmettere la coscienza ed emozioni del loro tempo.
Da non dimenticare il contesto economico di questa “bananesca” mossa propagandistica, la beffarda somma di 120.000 euro. Sono un mercante d’arte ed opere nel settore da anni, e credetemi che nella mia storia non ho ancora visto qualche collezionista regalare dei soldi in questo modo.
L’ “Opera” in questione (la banana) è soggetto al deterioramento continuo e nel settore dell’arte si compera l’oggetto o il relativo diritto d’autore. Il fantomatico acquirente non ha comperato nulla.