Happy new year! La tradizione della festa di Capodanno dall’Europa alla Cina

Party, spumante e vestiti scintillanti… C’è chi programma e organizza come passare il Capodanno con mesi di anticipo, al fine di assicurarsi una serata originale e all’insegna del divertimento. Chi, infatti, non ama festeggiare la notte di San Silvestro, augurandosi un nuovo anno pieno di fortuna? Tra un cin-cin e lenticchie benauguranti, insieme si affronta il timore e la speranza per l’anno che inizia. I giornali si riempiono di resoconti e bilanci dell’anno concluso, gli oroscopi preannunciano gli andamenti più o meno favorevoli della sorte, designando successo lavorativo o disguidi sentimentali. Il fascino del passaggio dal vecchio al nuovo anno, tra paura e speranza, ha radici piuttosto antiche, tant’è che i festeggiamenti silvestrini sono riconducibili all’età antica, quando i romani erano soliti festeggiare la divinità Giano. L’origine prettamente pagana dei festeggiamenti non ha evitato che la festività fosse ereditata nell’era cristiana: nel medioevo, però, l’adozione del calendario giuliano portò ad uno sfasamento della festività, che assunse pertanto diverse cadenze a seconda dei luoghi e delle tradizioni locali. La tendenza generale ad assimilarla al calendario cristiano, portò in molti casi a far coincidere il passaggio al nuovo anno con le principali celebrazioni religiose, come il Natale (Spagna) o il giorno della Resurrezione (Francia), esclusi i numerosi casi nei quali venne fissata al primo giorno del mese. Soltanto alla fine del Seicento il papato uniformò queste tradizioni, fissando un’unica data di riferimento, il 1° gennaio, nonostante ancora oggi vi siano popolazioni che, in aderenza al calendario giuliano, festeggiano l’inizio dell’anno il 14 gennaio. Attualmente il 1° gennaio coincide con la festività religiosa di Maria madre di Dio o della Circoncisione di Gesù ma molti, ignorando la celebrazione religiosa, preferiscono festeggiare il passaggio dal vecchio al nuovo anno durante la notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, organizzando feste e il tradizionale veglione. Una cena abbondante, divertimento, buoni propositi per l’anno che verrà e tante tradizioni locali: in Italia, ad una cena abbondante, ricca di zampone e lenticchie benauguranti, seguono i tradizionali fuochi artificiali, scatenati allo scoccare della Mezzanotte, insieme al tappo dello spumante; nell’area sudamericana spesso vengono realizzati pupazzi in cartapesta, da incendiare al passaggio al nuovo anno; in Russia è un’occasione di scambio di regali, scartati dopo aver accolto il nuovo anno aprendo la porta di casa; in Spagna si usa mangiare l’uva, simbolo di fortuna e prosperità (dodici acini).
Una varietà infinita di usanze che cambiano da luogo a luogo, ma tutte volte a propiziare il nuovo anno, con l’augurio che possa portare prosperità e fortuna. Ma non tutto il mondo è paese: il Capodanno cinese, che cade tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio (e segna l’inizio del nuovo calendario cinese, basato sul novilunio), viene celebrato con festeggiamenti di quindici giorni, culminanti con la festa delle lanterne e la danza del Leone; nella tradizione islamica, il Capodanno è una data assoltamente variabile, a differenza del Capodanno etiopico, fissato rigorosamente l’11 settembre. Al di là delle differenze culturali, ciò che accomuna terre lontane e tradizioni divergenti sono le celebrazioni organizzate per questo passaggio dal vecchio al nuovo anno.
L’Italia, tra grandi feste organizzate nelle piazze cittadine e festeggiamenti privati, non si fa mancare grandi banchetti imbanditi di prelibatezze e qualche rituale scaramantico: gettare via un vecchio oggettto, baciarsi sotto il vischio e, soprattutto, indossare biancheria rossa…Chissà se davvero l’intimo rosso-fuoco può essere di buon auspicio o se forse tutto si riconduce al detto “Chi fa l’amore a Capodanno, fa l’amore tutto l’anno”…Non si sa, ma….tentar non nuoce!


Federica Gennari