Siamo, nel quinto giorno di “il giro del mondo in 80 giorni”, a Tehran, capitale dell’Iran, si adagia su una pianura ai piedi dei monti Elburz, al confine tra deserto e rilievi. Nonostante la sua origine affondi le radici in età neolitica, la città emerse attorno al XIII secolo, quando riuscì ad imporsi come polo cittadino fino alla trasformazione in capitale, dopo che l’insediamento venne fortificato con una cerchia di mura e si sviluppò ulteriormente, arricchendosi del sistema di residenze imperiali. Nel Settecento la città si espanse con nuovi edifici, trasformandosi ufficialmente in capitale persiana nel 1786. Sul finire del secolo, Afth Ali Shah abbellì la cittadina costruendo numerose strutture quali l’Emarat Bādgir, il Palazzo di Marble, la Moschea di Shah, i palazzi di Negarestan e di Lalezar. Nel corso dell’Ottocento venne rifortificata con una nuova cerchia di mura ottagonali, cadenzata da dodici porte monumentali decorate con ceramiche. Un nuovo respiro internazionale toccò l’insediamento nella prima metà del Novecento (1930) quando Shaha Reza Pahlavi richiamò a Tehran architetti stranieri e non, per la progettazione di nuovi importanti edifici pubblici come l’Università, il Museo Nazionale e la Banca e-Melli. Visitando Tehran, si consiglia un’occhiata all’imponente Golestan Palace (XVI secolo), uno dei più antichi monumenti della città, ufficialmente residenza reale, destinata alle cerimonie e ricevimenti. Le sale interne, maestosamente decorate, e i giardini offrono l’occasione di comprendere e tastare la vita alla corte persiana. Mirabile anche il complesso del Niavaran Palace, circondato da un placido giardino per una piacevole passeggiata. Da sogno il repertorio di preziosi conservati nel Tesoro Nazionale, che raccoglie la collezione di gioielli reali, in un tripudio di pietre, colori sfavillanti e diamanti, che abbagliano la vista e lasciano senza parole. Molto interessante anche la Moschea di Sepahsalar, splendido esempio di architettura persiana, eretta tra il 188 e il 1890 e attualmente convertita in biblioteca. Imperdibile il Museo Nazionale dell’Iran che raccoglie reperti e pezzi d’arte di tutte le epoche, offrendo una precisa panoramica sulla storia locale, da Persepoli ai secoli più recenti. Tra gioielli e reperti archeologici, è possibile ammirare una scultura in bronzo del principe Parto e il celebre Uomo di Sale. Nel cuore della città si può accedere inoltre allo sterminato Bazaar: una vera e propria cittadina, arricchita di ristoranti, pensioni, moschee e percorsa da un labirinto di strade specializzate a seconda del tipo di merce venduta. Possiamo dunque percorrere la strada dell’oro, la via delle spezie o la strada dei tappeti. Ma non dimentichiamo che, nonostante le origini antichissime, Tehran oggi è una moderna metropoli con circa 14 milioni di abitanti: un simbolo della modernizzazione è l’imponente Torre Milad, una delle torri autoportanti più alte al mondo, parte integrante dello skyline che attraversa la città. In Iran è possibile visitare, inoltre le rovine della meravigliosa Persepoli, una delle capitali del regno achemenide. Il sito fu scoperto nel Seicento ma scavato sistematicamente solo nel 1930, quando vennero alla luce i resti della città voluta da Dario I, all’inizio del VI secolo a.C., e successivamente ampliata dai successori Serse e Artaserse I. La città, rimasta incompleta a causa dell’invasione di Alessandro Magno, durò due secoli soltanto. Il complesso principale si apre con la Porta delle Nazioni che dà accesso al centro cittadino, dove si può ammirare l’Apadana,uno degli edifici più grandiosi dell’insediamento, destinato alle celebrazioni più importanti: esso è costituito da una corte colonnata e da imponenti scalinate d’accesso; diversi rilievi istoriati esaltano l’ospitalità del re, celebrata con feste e donazioni. Nei pressi del palazzo si trova la Sala del Trono di Serse, anch’essa illustrata con rilievi a soggetto politico, con scene di guerra e di amministrazione del potere. Tra gli altri edifici del complesso si contano: il Tesoro, un magazzino destinato alla raccolta dei donativi, i Palazzi reali di Dario e Serse, di fattura monumentale e decorati con rilievi ed iscrizioni, l’antico Harem, trasformato in museo archeologico, in grado di raccogliere quei pochi oggetti rinvenuti e risparmiati dal saccheggio del 330 a.C. L’immenso valore archeologico e storico delle rovine di Persepoli ha meritato il titolo di sito Unesco già nel 1979.
Tarcisio Agliardi & Federica Gennari