Un episodio famoso quanto i dipinti di Vincent Willem van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) è quello della mutilazione del proprio orecchio sinistro.
Era il 23 dicembre 1888 e fu anche il giorno che segnò la fine della relazione e convivenza con Paul Gauguin (Parigi, 7 giugno 1848 – Hiva Oa, 8 maggio 1903). Dopo un progressivo e inesorabile deterioramento dei rapporti fra i due, Van Gogh si amputò l’orecchio sinistro per donarlo ad una prostituta alla quale si era affezionato.
Van Gogh, nelle due settimane di convalescenza, realizzò autoritratti con l’orecchio fasciato, sempre davanti all0 specchio, in una versione con la pipa l’altra senza. Gli autoritratti di questo periodo buio dell’artista non trasmettono la stessa gioia ed armonia che sono presenti nel Ritratto di père Tanguy, realizzato nel 1887 e conservato presso la collezione Stavros S. Niarchos di Parigi.
” L’autoritratto con l’orecchio bendato” (senza pipa), venne ceduto a Julien père Tanguy, titolare di un negozio di colori a Parigi che probabilmente lo aveva accettato in forma di pagamento dal pittore, dato che ancora nessun mercante d’arte gli dava credito. Il dipinto, dopo esser stato esposto in due mostre d’arte tenutesi nella capitale francese nel 1901 e nel 1905 venne venduto nel 1928. Nell’autoritratto il volto dell’artista è sofferto, con lo sguardo abbattuto e perso nel vuoto. La vistosa fascia bianca applicata sulla ferita di Vincent appare a destra invece che a sinistra perché l’autoritratto è stato eseguito davanti allo specchio.