Il tedesco Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) è stato un dei filosofi più importanti dell’epoca moderna.
Figlio di un ricco mercante e di una scrittrice, si trasferì a Weimar con la madre dopo il suicidio del padre. A Weimar conobbe gli scrittori e poeti Christoph Martin Wieland (Achstetten, 5 settembre 1733 – Weimar, 20 gennaio 1813) e Johann Wolfgang von Goethe ( Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832). Con una buona istruzione alle spalle, decise di dedicarsi alla filosofia e frequentò a Gottinga i corsi tenuti dal filosofo Gottlob Ernst Schulze (Heldrungen, 23 agosto 1761 – Francoforte sul Meno, 14 gennaio 1833) e a Berlino quelli di Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 – Berlino, 27 gennaio 1814). Nei confronti di questi, ma anche di Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling (Leonberg, 27 gennaio 1775 – Bad Ragaz, 20 agosto 1854) ed Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 27 agosto 1770 – Berlino, 14 novembre 1831), Schopenhauer nutrì sempre, concorde in questo con Søren Aabye Kierkegaard (Copenaghen, 5 maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1855), disprezzo e avversione, definendo Hegel il gran ciarlatano.
La sua filosofia si allaccia ad alcuni elementi dell’illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del pensiero di Immanuel kantismo, fondendoli con le dottrine orientali, specialmente quella buddhista e induista. La sua originale concezione filosofica é caratterizzata da un forte pessimismo, la quale ebbe una straordinaria influenza sui filosofi successivi, come ad esempio Friedrich Nietzsche.
Aluni dei suoi aforismi:
- Il destino mescola le carte e noi giochiamo.
- Dall’albero del silenzio pende il suo frutto, la pace. Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un solo modo per rivelare la propria intelligenza: quella di non parlare con loro.
- Cortesia è saggezza, scortesia quindi è stupidità: il crearsi nemici con questa senza bisogno e per capriccio è pazzia, come quella di chi appicca il fuoco alla propria casa.
- Considera ogni giornata come una vita a se stante.
- Come si porta il peso del proprio corpo senza sentirlo, mentre invece si sente quello di ogni corpo estraneo che si voglia muovere, così non si notano i propri difetti, ma solo quelli degli altri.
- Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
- Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo!
- Chi è amico di tutti non è amico di nessuno.
- Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare alcuna domanda nel cuore.
- Anche per i più longevi, la vita è troppo breve in relazione ai progetti fatti.
- La memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza: ora rifiuta in modo del tutto inaspettato ciò che ha dato cento volte, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porta da sé.