Era il 15 gennaio del 1993 quando il Crimor, una squadra speciale dei Ros, guidata dal capitano Ultimo, ormai leggenda vivente, metteva fine ad uno dei più sanguinosi e degradanti capitoli della nostra storia. Totò Riina, il superboss di CosaNostra, veniva arrestato proprio vicino casa sua in via Bernini 54. Non in America latina, su nessuna isoletta sperduta nel pacifico. A Palermo, dove insieme alla moglie Antonietta Bagarella ed ai figli, aveva trascorso diversi anni di latitanza. A Palermo, sotto il naso di tutti, davanti agli occhi di chi certamente sapeva. Addio a stanza vuota e piatti di minestra ancora fumanti, addio a frustrazioni, Totò Riina è in manette, stavolta lo hanno venduto, svenduto, davvero. CosaNotra gli si ritorse contro, un suo ordine gli si ritorse contro: l’aver mandato a morte il suo ex autista, Baldassarre di Maggio, divenuto, per ripicca e per paura, collaboratore di giustizia. Salvatore Riina, nato a Corleone il 16 novembre 1930, Totò, detto “u Curtu, la Bestia” è pronto per andare e rimanere nell’unico posto che merita davvero: il carcere, quello duro.
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