“Evita la fama, se vuoi vivere in pace”. (Abramo Lincoln).
Uomo temprato dal duro lavoro nei campi e da molte privazioni, ABRAMO LINCOLN (Hodgenville, 12 febbraio 1809 – Washington, 15 aprile 1865) è stato il 16º Presidente degli Stati Uniti d’America ed il primo ad appartenere al Partito Repubblicano. ll suo volto è stato scolpito nella roccia del Monte Rushmore, insieme agli altri tre presidenti statunitensi, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e George Washington.Per la sua attività di guardiano del bestiame si imbarca frequentemente su navi-merci verso New Orleans, luogo nel quale è colpito dalle condizioni degli schiavi.
Nel 1831 Lincoln, diventato avvocato, entra nella vita politica candidandosi per l’assemblea legislativa dell’Illinois, si dichiara conservatore e viene sconfitto dai democratici. Si ripresenta alle elezioni successive e dal 1833 al 1842 è deputato dell’Illinois.
Nel 1837 si stabilisce a Springfield e ottiene tra i suoi amici di partito una notevole stima politica.
In materia di schiavitù, era formalmente un antischiavista convinto, anche se non condivise mai appieno la posizione degli abolizionisti, lasciando la schiavitù laddove già esisteva, anche con l’uso della violenza, ma negandone di nuove. Nel 1860 i repubblicani lo candidano alla presidenza: ottiene la maggioranza relativa dei voti e diventa Presidente. Il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti.
Subito dopo, nel febbraio del 1861 sette stati sudisti si separano formalmente dall’Unione; altri stati del sud seguono l’ esempio e scoppia la guerra civile che si conclude nel 1865 con la vittoria dei nordisti: risale ad un anno prima, la nomina a comandante in capo del generale Grant mentre, per gli Stati sudisti è Presidente Jefferson Davis.
Lincoln viene rieletto presidente, questa volta con 212 voti contro 21, nel novembre 1864.
Da presidente proclamò due ordini esecutivi in qualità di Comandante in capo dell’esercito e della marina secondo l’articolo II, sezione 2ª della Costituzione degli Stati Uniti. Questi due ordini passarono alla storia come “Proclama di Emancipazione”, un documento composto da due ordini esecutivi promulgati dal presidente degli Stati Uniti durante la guerra civile americana:
– il primo, emanato il 22 settembre 1862, che decretava la liberazione di tutti gli schiavi dai territori degli Stati Confederati d’America dal 1º gennaio 1863.
– Il secondo ordine elencava formalmente la lista di dieci stati in cui il primo ordine doveva essere tassativamente applicato.
Abramo Lincoln è un appassionato spettatore di opere teatrali e ama in particolar modo Shakespeare; è facile vederlo presenziare nei teatri. In una di queste rappresentazioni, un attore molto noto all’epoca e amico del direttore dei Servizi Segreti Confederati, punta l’indice in direzione del Presidente e lo minaccia in modo silente. Lincoln, alla fine dello spettacolo vuole incontrarlo ma l’attore si nega.
Si tratta di John Wilkes Booth, un sudista contrario al suffragio per gli ex-schiavi, che invece Lincoln voleva garantire con una legge specifica.
In molte occasioni i due incrociano gli sguardi ma, il 15 aprile 1865, al grido di Sic semper tirannis (Così debbono finire sempre i tiranni), l’attore uccide il Presidente e fugge, probabilmente poco ostacolato dalla sorveglianza. Le parole pronunciate dall’omicida fanno riferimento a quelle di Bruto quando pugnalò Cesare e sembra che Booth stesso, nell’affermare di averlo fatto per vendicare il popolo del Sud, ebbe a dire una volta catturato: Mentre tutti si scagliano contro di me, sono qui in preda alla disperazione. E perché? Per aver fatto ciò che Bruto si onorò di aver fatto. E solo perché ho colpito a morte un tiranno vengo considerato alla stregua di un volgare tagliagole.
Nel 1934 in Canada, un articolo del Vancouver Sun così scrive circa i sospetti che, alla base dell’assassinio di Lincoln ci fossero gli interessi dei banchieri internazionali: Abraham Lincoln, il liberatore degli schiavi immolatosi, fu assassinato a causa delle macchinazioni di un gruppo di banchieri internazionali che temevano le ambizioni di credito nazionale del presidente degli Stati Uniti. Un solo gruppo al mondo, a quel tempo, aveva motivo di desiderare la morte di Lincoln. Essi erano gli uomini che si opponevano al suo programma per una valuta nazionale e che lo combatterono per tutta la durata della Guerra Civile, a causa della sua politica dei greenbacks.
In pratica, l’articolo del 2 maggio afferma che Booth, altro non è che un attore-mercenario, assoldato perché i banchieri internazionali volevano ripristinare una banca centrale, ma anche perché volevano svalutare la moneta americana sull’oro. Oro che essi controllavano. In altre parole, volevano collocare l’America in un sistema aureo, il gold standard.
Lincoln aveva fatto esattamente il contrario perché aveva emesso banconote degli Stati Uniti, i greenbacks appunto, basati unicamente sulla buonafede del credito degli Stati Uniti.
Il giornalista canadese continua così: Essi erano gli uomini interessati all’instaurazione del gold standard e del diritto da parte dei banchieri di gestire la valuta e il credito di ogni nazione del mondo. Senza l’intralcio di Lincoln essi poterono procedere con quel piano e lo fecero negli Stati Uniti. Entro otto anni dalla morte di Lincoln, l’argento venne messo fuori corso e fu costituito il sistema monetario del gold standard.
Almeno due segnalazioni si rendono necessarie a questo punto:
1) L’autopsia sul corpo dell’assassino, John Wilkes Booth, è stata effettuata in totale segretezza e, per giunta, su una nave della Marina da guerra USA e la magistratura competente per territorio si è sempre rifiutata di concedere l’autorizzazione a riesumare la salma del vero, o presunto Booth.
2) Troppe coincidenze legano l’assassinio del Presidente Lincoln con quello del presidente John F. Kennedy, per poterle archiviare come frutto di casualità, e qui se ne citano giusto alcune:
• Abramo Lincoln viene eletto presidente nel 1860. J. F. Kennedy viene eletto esattamente 100 anni dopo, nel 1960.
• Tutti e due i presidenti americani avevano condotto aspre battaglie per i diritti civili dei neri: Lincoln con il Proclama di Emancipazione e Kennedy con la legge sui Diritti Civili.
• A Lincoln successe Andrew Johnson. A Kennedy successe Lindon Johnson.
R.L.Salvi