Per il ciclo “le fotografie che hanno fatto la storia” vi proponiamo l’immagine che rappresenta l’ombra scura della vita privata del “genio del male”. Tutto il mondo conosce le atrocità causate da Adolf Hitler (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945), ma pochi conoscono la storia di Angelika Raubal detta Geli (Linz, 4 giugno 1908 – Monaco di Baviera, 18 settembre 1931), nipote del futuro Führer, figlia della sorellastra Angela.
I due avevano un forte legame, e secondo alcuni erano amanti, condividendo un amore incestuoso, anche se tale fatto non è mai stato provato.
I due si incontrarono per la prima volta quando la ragazza aveva già quindici anni, e Hitler l’adorò fin da subito e fece di tutto per proteggerla. Finanziò i suoi studi per diventare cantante lirica e licenziò persino il suo autista che aveva espresso il desiderio di sposarla. Si faceva accompagnare dovunque da lei: a teatro, all’opera e soprattutto alle adunate naziste. La vera natura del loro rapporto non è mai stata chiarita, ma si parla di un amore incestuoso e di rapporti sessuali indecenti. L’attrazione reciproca tra i due era evidente sia ai gerarchi nazisti che agli oppositori di Hitler che sfruttarono il contesto nella loro propaganda. C’era da parte di entrambi un’enorme gelosia che portò Geli ad odiare Eva Braun e Hitler a tenere la nipote sempre vicino a sé, senza alcuna autonomia, tenendola in una gabbia dorata fino al 19 settembre del 1931, quando Geli, esasperata dalla possessività dello zio materno, si tolse la vita con la pistola dello stesso zio.
Sulla morte di Geli ci sono molti punti oscuri che venne immediatamente archiviata come suicidio, senza inchiesta e senza autopsia: il corpo della giovane era sfregiato, mentre il naso risultò rotto; la stanza del suicidio era chiusa dall’esterno e il colpo che l’ha uccisa ha sfiorato il cuore trafiggendo un polmone, portandole a una morte lenta e dolorosa per dissanguamento.
Alcuni sostengono che Geli fosse incinta, probabilmente del suo insegnante di musica, e l’apparente suicidio era un omicidio che aveva come movente la gelosia di Hitler.
Dopo la morte di Geli, la sua stanza non verrà più toccata se non per il compleanno o l’anniversario della morte della ragazza, giorni in cui Hitler riempiva la camera di fiori.
Heinrich Hoffmann, il fotografo ufficiale di Hitler, dichiarerà in seguito che, con il suicidio della ragazza “i semi della disumanità iniziarono a crescere all’interno di Hitler”. Forse, se Geli fosse rimasta in vita, il mondo non avrebbe assistito alla sua seconda guerra mondiale?