Dopo aver ammirato in treno i paesaggi vulcanici delle Ande attraverso l’Ecuador, il Giro del Mondo in 80 giorni sosta per quattro giorni nell’arcipelago delle Galápagos per ammirare al meglio la natura più incontaminata, in tutte le sue forme. Queste perle adagiate nell’Oceano Pacifico, distribuite a cavallo dell’equatore a 1000 chilometri dalla costa, hanno un’antichissima origine vulcanica. L’arcipelago fu scoperto casualmente nel 1535 e divenne base rifugio per le scorrerie piratesche nel corso del Seicento e Settecento, quando già appariva sulle carte come “isole de los Galopegos” (isole delle tartarughe). I primi resoconti di viaggi delinearono sin da subito un ambiente disabitato e incontaminato, brulicante di una ricca fauna comprendente tartarughe giganti, leoni marini e numerosi volatili: lo splendore naturale delle isole richiamò, sulla fine del Settecento, le prime spedizioni scientifiche, coronate dallo studio di Charles Darwin (1835-36) e sfociato nell’opera “L’origine delle specie”. Rapito dalla natura, Darwin si dedicò all’analisi e allo studio delle isole sotto il profilo biologico e geologico, analisi che fu ripetuta agli inizi del Novecento e nel 1932 dall’Accademia scientifica californiana che, trattenendosi per lungo tempo nell’arcipelago, riuscì a dare una completa classificazione agli esemplari naturali riscontrati. Oggi le Galápagos rappresentano una meta ambita per tutti i naturalisti e gli amanti della natura: il clima favorevole e la lontananza dal continente hanno certamente favorito uno sviluppo più spontaneo e incontaminato delle specie locali. La nostra crociera parte attraverso l’arcipelago e scivola nelle acque cristalline dell’Oceano: ci approssimiamo alle isole riconoscendo quel tipico colore bruno-scuro delle rocce, segno di un inconfondibile dna vulcanico che, prepotente, emerge tra le macchie verdi della vegetazione. Il tour parte dalla piccola isola di Bartolomé, il miglior panorama che le Galápagos possano offrire: le sue particolari formazioni geologiche come la roccia Pinnacle, hanno reso questo scorcio il più apprezzato e fotografato dai turisti, estasiasti dalla vista che offre sui gruppi di leoni marini e pinguini. Diverse formazioni laviche costellano il paesaggio tra cactus e lucertole immobili al sole. Passiamo ad ammirare l’isola di Santiago: sbarchiamo su una spiaggia di sabbia scura spesso popolata da leoni marini, tartarughe marini, iguane e foche, una piccola introduzione alla caleidoscopica fauna marina che si può incontrare nelle acque che bagnano l’isola [4]. È l’occasione giusta per dedicarsi allo snorkeling, tra polipi, stelle marine, colorati pesci tropicali e granchi dalle zampe fotosensibili. Tornati sui sentieri dell’isola, incontriamo eleganti fenicotteri, falchi e i cosiddetti “fringuelli di Darwin”. La crociera prosegue facendo tappa nella piccola Rábida [5] che, con la sua colorazione tipicamente rossastra dovuta all’ampio contenuto di ferro del suo terreno, si distingue dalla mole retrostante di Santiago: culla di stormi di pellicani e simpatiche sule, Rábida segna il termine del nostro primo giorno in questo angolo incontaminato di oceano, estraneo all’incursione del mondo.
Tarcisio Agliardi e Federica Gennari