Nel cuore di Palermo si conserva l’antica cattedrale dedicata alla Vergine Maria Assunta, un bellissimo esempio di romanico d’influenza normanna risalente al 1185. A differenza degli esempi medievali del nord Italia, infatti, la Cattedrale palermitana presenta un innesto normanno che, insieme agli interventi di età barocca, ha donato un aspetto particolare all’architettura. L’imponente volumetria della struttura originale trae ispirazione dalle architetture nordeuropee, optando per tre navate alquanto allungate terminanti in un transetto poco sporgente e tre absidi. La zona del cleristorio, inoltre, rimanda espressamente agli esempi dei paralleli francesi ed inglesi. Nel progetto del XII secolo, il sistema di sostegni era costituito da quattro colonnine in grado di reggere la successione di archi a sesto rialzato d’influenza araba-orientale. La navata maggiore, priva di decorazioni e illuminata da una serie di monofore, era coperta da un tradizionale tetto a capriate, secondo il prototipo di molte grandi basiliche romane. Un elemento di sicura impronta nordica sono le quattro torri sistemate ai fianchi delle facciate, strutture che la critica fatica ancora a datare con precisione: mentre secondo una parte di studiosi si tratta di aggiunte risalenti alla metà del Duecento, una fazione se ne distacca ritenendole opere appartenenti al progetto originario della fine del XII secolo. Esternamente, la facciata principale è traforata da una serie di bifore e cesellata da una serie di decorazioni d’ispirazione gotica, realizzate tra il Trecento e il Quattrocento. Attualmente l’ingresso principale è stato spostato presso il fianco destro, dove si apre il portale di Antonio Gambara (1462), protetto dall’ampio portico pressoché contemporaneo: al di sotto delle volte, scandite in tre campate, si possono ammirare i monumenti a Vittorio Amedeo II di Savoia e a Carlo III di Borbone, entrambi incoronati nella cattedrale palermitana. Nonostante l’esterno si presenti come un complesso architettonico di stile alquanto armonico, nonostante la stratificazione cronologica degli interventi, l’interno non vanta la stessa fortuna, a causa dei ripetuti rimaneggiamenti operati nel corso del Settecento, fino al progetto di Ferdinando Fuga. Nonostante l’ordine fosse stato, infatti, quello di applicare un semplice consolidamento conservativo, nel rispetto della semplicità dell’aspetto originario, il protrarsi dei lavori e la direzione di Giuseppe Marvuglia deviarono verso interventi più radicali: da questa campagna di lavori nacquero nuovi componenti quali la cupola e le cupole maiolicate delle navate minori. Accedendo all’interno della Cattedrale, si possono ammirare sulla destra le tombe dei reali normanni tra i quali Federico II, Costanza d’Aragona (moglie di Federico) e Costanza d’Altavilla (madre di Federico). Di fattura preziosa sono il seicentesco Altare del Sacramento, lavorato con marmi, bronzo e lapislazzuli, il Coro ligneo gotico, nella zona absidale. Gli affreschi che si possono ammirare in questa zona sono di fine Settecento e rappresentano scene a soggetto storico con episodi che rimandano alla dominazione normanna. Della fine del Cinquecento è invece la tribuna marmorea che decora l’abside centrale, iniziata da Antonello Gagini e conclusa dalla sua bottega. A destra, la Cappella di Santa Rosalia (1635), conserva una preziosa urna in argento contenente le reliquie di Santa Rosalia e alcuni rilievi ispirati alla vita della santa patrona. Si segnala inoltre la presenza di una rappresentazione scultorea della Madonna con bambino, opera del 1469 di Francesco Laurana. La Cattedrale mette in mostra, infine, pezzi pregiati del Tesoro quali raffinati esempi di gioielleria (Tiara di Costanza d’Aragona, in oro, perle e gemme preziose), di paramenti e oggetti sacri, di preziosi reliquiari e di notevoli breviari miniati quattrocenteschi. A questa straordinaria collezione di preziosi e oggetti sacri, tutti legati alla storia della Cattedrale e alle personalità politiche e religiose che le ruotarono attorno, fa da contraltare la cripta, un ambiente raccolto e semplice, coperto da volte a crociera sorrette da tozze colonne [5]: qui, tra gli archi e le nicchie, sono conservati numerosi sarcofagi di epoca romana e medievale decorati con interessanti bassorilievi e sculture. La spiritualità raccolta di questo ambiente e il netto profumo d’antico che trasuda dalle mura lasciano immaginare un altro mondo, diverso dall’eleganza neoclassica che, violando l’originario spirito romanico, nella Cattedrale superiore, lo ha sepolto sotto un candido strato di stucchi.
Federica Gennari