Il Giro del Mondo in 80 giorni lascia l’Oceano per tornare nel continente e sbarcare in Perù. Saliamo faticosamente ad oltre 3300 metri per ammirare l’antica Cusco, dalla fondazione leggendaria. Questo grande insediamento, ranicchiato tra le cime dei rilievi andini, risale circa a 3000 anni fa e conserva tutto il sapore dell’antica storia incas, in qualità di capitale del regno e centro di culto religioso. Il grande potere politico raggiunto dalla città la portò ad una notevole espansione territoriale sotto il regno di Pachacutec (XV secolo), il fautore del progetto urbanistico dell’antica Cusco. Questa, adagiata nel cuore delle Ande peruviane, si è adattata alla morfologia del terreno attraverso un sistema di terrazzamenti e scalinate, utili alla coltivazione e all’insediamento umano. La ricchezza di Cusco rappresentò un’attrazione per i conquistadores spagnoli che, dopo diverse dure battaglie, presero la città (1533), segnando l’inizio di una serie di conflitti interni tra i conquistatori e gli incas sopravvissuti. Questa fusione di tradizioni e civiltà differenti ha determinato la fisionomia architettonica della città, caratterizzandola sia con edifici coloniali, sia con memorie incas. Iniziamo la nostra passeggiata da Calle Hatun Rumiyuq, facendoci largo tra gli altri turisti attenti a fotografare il Palazzo Arzobispal e la pietra dai dodici angoli. Scivoliamo lungo la via, raggiungendo Barrio de San Blas, uno dei quartieri più frequentati e pittoreschi della città andina: qui le strette vie si snodano tra antichi edifici e graziosi negozietti di artigianato, fino ad aprirsi nella piazza, dominata dall’antica chiesa del 1563. In direzione opposta, Calle Hatun ci conduce a Plaza de Armas, teatro dei più importanti eventi storici di Cusco. Qui si erge la bellissima Cattedrale, costruita a cavallo tra il XVI e il XVII secolo secondo uno stile prettamente barocco e rinascimentale. Inquadrata da due torri campanarie, la mole rossiccia dell’edificio è cesellata, al centro, da nicchie, colonne e guglie che ricamano ed esaltano il portale d’accesso. Un altro esempio di architettura religiosa è la Chiesa della Compagnia di Gesù (1575), sorta sulle fondazioni di un palazzo inca ed elaborata con uno stile barocco di derivazione spagnola, modellato in forme intagliate in pietra. Allo stesso stile aderisce la cinquecentesca Chiesa della Merced, decorata con pitture coloniali e un prezioso tabernacolo in oro. Il rinascimentale Convento di Santo Domingo nasce sulla struttura inca del Coricancha, antico tempio dedicato alla divinità del sole e, per tale motivo, un tempo ricoperto da preziose e luminose lamine d’oro. Questo matrimonio tra l’antichità incas, radice dell’urbanistica della Cusco spagnola, e l’innesto delle forme coloniali importate dai conquistadores, ha creato un ibrido unico, nascosto tra i scenografici paesaggi d’alta quota. Visitiamo i laboratori sorti in città e acquistiamo qualche oggetto d’artigianato locale, oltre ai colorati tessuti tradizionali che sventolano fuori dai negozi. Ci concediamo un po’ di riposo prima di ripartire domani per la Valle Sacra e respirare a pieni polmoni la storia incas, tra Chinchero, le terrazze di Moray e le saline di Maras.
Tarcisio Agliardi e Federica Gennari