LE VETTE PERUVIANE: IN TRENO DA MACHU PICCHU AL LAGO TITICACA

Il Giro del Mondo in 80 giorni, trentasettesimo giorno. Dopo aver sfiorato le nuvole tra le magiche rovine di Machu Picchu, ritorniamo a valle per riprendere il treno e goderci un viaggio attraverso il cuore del Perù. Le carrozze corrono tra alte cime della Cordigliera e ci permettono di godere di pittoreschi paesaggi, scivolando tra maestosi rilievi e profonde gole. Oltrepassiamo Cusco, la ricca capita inca, per proseguire oltre. Il paesaggio man mano si addolcisce in placide colline e ampie pianure dove possiamo scorgere lama, guanachi, vigogne e alpaca. Gli straordinari colori della natura ci rapiscono: il cielo cristallino, tempestato da soffici candide nuvole, accende i toni della terra rossiccia, macchiata da ampie aree brulle giallo-paglierino e animata da piccoli gruppi di lama che, incuriositi, volgono lo sguardo al nostro passaggio. Attraversati gli ampi spazi aperti, il treno rallenta ulteriormente introducendosi negli abitati: le carrozze sfiorano gruppi di persone, caseggiati, bancarelle colorate, offrendoci tante slow-motion di vita locale, imperdibili cartoline dal Perù più quotidiano. Giungiamo a La Raya, a ben 4319 metri d’altezza sul mare: il treno sosta 10 minuti per permetterci qualche acquisto al mercatino sorto nei pressi della ferrovia o per qualche fugace scatto fotografico sullo sfondo degli imponenti rilievi. Il convoglio riprende il viaggio attraverso l’altopiano centrale: il paesaggio si fa sempre più monocromatico, quasi desolato… solo qualche piccolo paese o fattoria isolata interrompono il ripetersi infinito di scenari simili. All’orizzonte un centro abitato: le carrozze si insinuano tra le vie di Juliaca, città capoluogo della provincia di San Román, conosciuta anche come “città dei venti”. Centro noto per la produzione di lana, ci mostra, dai finestrini del treno, numerosi chioschi con i tipici prodotti artigianali tessili del luogo, quali calze, cappelli e coloratissimi ponchos. Siamo ormai giunti nel Perù meridionale e circa un’ora e mezza di viaggio ci separa dalla nostra meta, il Lago Titicaca… ma il tempo scorre velocemente e senza quasi accorgercene il convoglio entra nella stazione di Puno e, stanco del lungo viaggio, si ferma lasciando i passeggeri alla scoperta della città, sorta sulla sponda occidentale del lago. Incastonato tra i rilievi, il Lago Titicaca si presenta come una placida tavola incorniciata da canneti e una ricca vegetazione. Al centro dello specchio, alcune isole solitarie sono vestite di caratteristiche costruzioni galleggianti che ospitano una popolazione Uros di circa 2000 persone, rifugiatasi in queste zone da tempi antichi. Queste eccezionali piattaforme galleggianti, costituite da strati intrecciati di canne essiccate, sono punteggiate da semplici capanne sulla soglia delle quali è possibile scorgere donne intente a ricamare tessuti. Nonostante le difficoltà derivate dall’insediamento isolato in queste isole artificiali, la vita in questi piccoli centri sembra ancora resistere, conservando antiche tradizioni. Scende il tramonto e noi ci fermiamo: domani ripartiremo navigando attraverso il lago, fino a raggiungere La Paz. 

Tarcisio Agliardi e Federica Gennari