L’AFFARE DELLA COLLANA E L’INIZIO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE

Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena, nota come Maria Antonietta (Vienna, 2 novembre 1755 – Parigi, 16 ottobre 1793), era una principessa austriaca che, all’età di 15 anni, raggiunse la Francia per sposare Luigi XVI di Borbone (Versailles, 23 agosto 1754 – Parigi, 21 gennaio 1793), l’erede al trono. Lui era goffo e poco elegante nei suoi modi, ma Lei invece era ammirata per la sua leggendaria bellezza ed eleganza e per i suoi gusti, che dettavano moda in tutta Europa. Era orgogliosa della sua figura e delle sue origini quale principessa della Casa d’Asburgo, la più antica casa reale in Europa. Il suo orgoglio creò molta invidia trovandosi ben presto si al centro di vari pettegolezzi. 
La copia cominciò a perdere popolarità, fino ad arrivare al coplo di grazia. Un episodio, particolarmente, pesante per l’immagine della Monarchia. L’AFFARE DELLA COLLANA. 
I protagonisti erano due: Il primo, un nobiluomo, e l’altra, un’impostora che lo raggira. Il nobiluomo era Louis René Édouard de Rohan, Cardinale di Francia ed erede di una delle più antiche e famose case nobiliari. 
Rohan non era benvisto, ne dalla Regina ne da sua madre Maria Teresa d’Austria, per la sua fama di donnaiolo e attività orgistiche.
L’impostora era la Contessa de La Motte. Discendeva dall’antica e famosa famiglia dei Valois, che da tempo avevano perso i loro possedimenti e ricchezze.
La Contessa de La Motte, tuttavia, era anch’essa piuttosto attraente ed affascinata dal lusso, era decisa a riavere la ricchezza e posizione perduta della sua famiglia. Ben presto riuscì a farsi notare dai reali e dallo stesso Cardinale Rohan.
La Contessa divenne l’amante del Cardinale Rohan e ne ebbe la piena fiducia. Rohan credeva ciecamente ai racconti che circolavano a corte sulla depravazione sessuale di Maria Antonietta. La Contessa Motte fece credere a Rohan che era diventata l’amante della Regina e Rohan impazziva all’idea di formare un trio con loro.
La contessa convinse Rohan che tutto ciò era possibile, e che l’unico modo per guadagnare il favore della Regina Maria Antonietta era quello di comperare, in gran segreto, l’oggetto dei desideri della Regina Una collana di diamanti di 2.800 carati.
Una collana di diciassette diamanti, da cinque a otto carati ciascuno, dal quale dipartivano festoni e pendenti intrecciati; poi la collana vera e propria, una doppia fila di diamanti culminante in una pietra a undici carati; e infine quattro pendenti a forma di nastro erano collegati alla collana. Un valore di 1.600.000 livres, che tradotto in valuta odierna potrebbe essere l’equivalente di 100 milioni di dollari USA.
Il gioielliere Boehmer, creatore della collana, aveva visto la Contessa Motte a corte, e come Rohan, credeva ai pettegolezzi di corte su Maria Antonietta. E così, la scelse come intermediario.
La contessa gioco sul fatto che Rohan fosse desideroso di ottenere i favori della Regina, e fece credere a entrambi gli uomini che ci fosse intimità tra lei e la Regina. Così, la Contessa Motte disse al cardinale che la Regina desiderava che egli acquistasse la collana in gran segreto per suo conto. Il cardinale, immediatamente, acquistò, la collana dal Bohmer e la consegnò a Madame de la Motte, aspettandosi che il conto fosse pagato dalla Regina. Naturalmente, Maria Antonietta non vide mai la collana.
Le lettere falsificate, della Regina, tennero il Rohan soddisfatto per qualche tempo, ma a Versailles, Maria Antonietta continuava ad ignorarlo come sempre. L’uomo voleva un segno dell’interesse di lei nei suoi confronti e, quando chiese di più, Madame de la Motte ingaggiò una prostituta di notevole somiglianza alla Regina: La travestì come la Regina, e gli fece incontrare di notte nel giardino di Versailles.
E così, il Cardinale Rohan ottenne il segno del favore che desiderava dalla Regina… o, per lo meno, lo credette. Lo scandalo si scoprì, solo, quando la regina ignara di tutto ricevette la fattura dal gioielliere Bohmer.
La coppia reale, su tutte le furie, volle un processo. La Regina oltraggiata volle che il suo buon nome fosse vendicato pubblicamente. Disposero l’arresto del Cardinale, il più alto prelato di Francia, nella più pubblica maniera: facendogli consegnare il mandato d’arresto nel grande salone di Versailles, alla presenza di centinaia di persone. L’uomo fu portato dinanzi al Re e alla Regina, che gli chiesero spiegazioni dell’imbroglio e non vollero ascoltare le sue dichiarazioni d’innocenza in quanto vittima, anch’egli, di un inganno.
La truffa, l’arresto del cardinale e la fame del popolo fece amplificare notevolmente lo scandalo.
Il processo si concluse con l’assoluzione del Cardinale dall’accusa di lesa maestà. Madame de La Motte fu giudicata colpevole di furto e imprigionata dopo essere stata frustata e marchiata pubblicamente.
La sera del verdetto, Maria Antonietta si recò all’Opera di Parigi per un evento di beneficenza, nonostante il parere contrario delle guardie del corpo. Quando fu annunciato il verdetto “Rohan prosciolto”, il teatro dell’opera esplose in un applauso. La Regina, costernata, fu costretta dai fischi della folla a ritornare per Versailles e quando vi arrivò si abbandonò alle lacrime. Non era mai accaduto prima che un regnante di Francia fosse ripudiato a causa di un verdetto giudiziario e dalla conseguente pubblica reprimenda. Fu l’inizio della fine della Monarchia. La Rivoluzione era ormai incominciata.
La monarchia subiva ormai l’umiliazione dei nobili e del popolo e il tutto nella più totale impunità.
Ci fu un rovesciamento dei ruoli, il cacciatore divenne preda. Il 1793 vide la distruzione finale di Maria Antonietta. Mortificata, umiliata e infine giustiziata dai suoi stessi sudditi. Negli anni della Rivoluzione Maria Antonietta rimase sola. La Rivoluzione, le portò via tutto: la sua dignità, il suo orgoglio, i suoi palazzi, i suoi gioielli, la sua servitù, i suoi amici e la sua famiglia. Privata della sua bellezza e raffinatezza, delle quali andava orgogliosa, e di tutti i simboli di quella che era stata la sua vita da favola. Trasferita in una cella di prigione, era ormai una povera vedova in stracci, invecchiata prima del tempo. Adesso, era LEI ad essere prigioniera, LEI avrebbe dovuto rispondere alle accuse del tribunale rivoluzionario, comprese quelle mosse da Madame de La Motte a proposito dell’affare della collana.
Quelle accuse rimbombavano ancora nelle sue orecchie quando, Maria Antonietta si recava all’appuntamento con “Madame Guillotine”.
L’ex-Regina, tra i fischi della folla, viaggiava ora su una carretta, con le mani legate dietro la schiena e immobilizzata come un animale in catene. La Regina Maria Antonietta viene ghigliottinata all’età di 37 anni.
La sua bella testa, barbaramente, tenuta alta perché il popolaccio potesse festeggiare la sua morte.

Il Dio, il Re e una Regina non si toccano. Non sta, sicuramente, a giudicare al popolo.

Arman Golapyan