Eccoci in volo dalla barriera corallina australiana in direzione Papua Nuova Guinea, per vivere il nostro cinquantaduesimo giorno del Giro del Mondo in 80 giorni tra le tradizioni e i villaggi indigeni locali. Secondo stato dell’Oceania per estensione, Papua Nuova Guinea è costituita da un insieme di isole e arcipelaghi che, per la loro frammentarietà, hanno favorito lo sviluppo di numerose tribù indipendenti, caratterizzate spesso da usi e costumi propri. Il gruppo etnico più consistente è costituito dai papuani, il cui insediamento risale a migliaia di anni fa, insieme a quello degli austroindonesiani. Il paesaggio di Papua è alquanto suggestivo, con catene montuose che ne costituiscono la spina dorsale e pianure affacciate sull’oceano attraverso coste frastagliate modellate da numerosi golfi e insenature. Una lussureggiante e rigogliosa foresta pluviale ricopre gran parte del territorio, custodendo gelosamente i numerosi villaggi indigeni ivi sorti. Intenzionati a scoprire la parte più primitiva e originaria, la nostra visita parte dalla Tari Valley dove incontriamo la colorata popolazione Huli, erede di tradizioni e usi tramandati da millenni. Lo straordinario paesaggio è tappezzato da una florida foresta, distesa tra imponenti montagne e alte cascate: l’esplorazione di questa zona regala escursioni esclusive all’insegna della cultura e della natura. Nella foresta vivono 13 specie di Uccelli del Paradiso, incorniciati da numerosi esemplari di meravigliose orchidee. Ci dirigiamo verso Karawari, nella regione di Sepik, sito molto apprezzato dai turisti per lo splendore della giungla tropicale, alternata a maestosi rilievi in pietra calcarea. Il paradiso selvaggio della foresta pluviale favorisce prevalentemente spostamenti via fiume (Sepik River), un’occasione imperdibile per godere il meglio del paesaggio e dei suoni della natura circostante, vivacizzata da numerosi e coloratissimi uccelli. Lasciando la foresta troviamo Mount Hagen, nell’alta valle del Wahgi, il regno della popolazione Melpa che, senza segreti, ci mostra uno stile di vita intimamente legato a tradizioni primitive. Il paesaggio montagnoso prevale sulla foresta, lasciando spazio a piccoli ecosistemi punteggiati di splendidi fiori selvatici e una ricchissima fauna. L’avvicinamento alle tradizioni e alla vita quotidiana delle tribù locali ci spinge ad assistere ai celebri “sing-sing”: si tratta di un’esperienza esclusiva poiché queste manifestazioni non seguono un’organizzazione ufficiale ma vengono affidate al passaparola, il mezzo migliore per sapere dove questi eventi abbiano luogo. Queste danze tradizionali, accompagnate spesso da musica e cerimoniali di vario genere, sono un coloratissimo riassunto della vita e degli usi delle popolazioni indigene che, per l’occasione, sfoggiano variopinti costumi ed un trucco marcato. Numerosissimi turisti giungono in Guinea per assistere a questo cerimoniale e per assaporare l’esclusivo sapore originario di questo caleidoscopio di tradizioni e di popolazioni.
Tarcisio Agliardi e Federica Gennari