L’itinerario del Giro del mondo in 80 Giorni ci porta, nel 62° giorno, a Lalibela.
Lalibela è una cittadina situata nel cuore dell’altopiano etiope, ad una altitudine di poco superiore ai 2600 metri. E’ molto famosa grazie alla presenza di alcuni interessanti gruppi di chiese, scavate direttamente nella roccia vulcanica, senza l’utilizzo di materiali di costruzione. Queste chiese sono state costruite fra gli anni 1150 e 1300, e sono tutte denominate Bet (“casa”). Sono organizzate in due gruppi, separati tra loro da un canale artificiale che rappresenta il fiume Giordano.
La chiesa più apprezzata è quella di Bet Giorgis (San Giorgio), è, forse, la chiesa rupestre più famosa di lalibela per la sua suggestiva forma a croce greca. La chiesa è stata ricavata scavando la montagna verso il basso, rimuovendo una quantità enorme di roccia. La costruzione del complesso sacro fu iniziata alla fine del XII secolo dal Re Gadla, che dopo la presa di Gerusalemme da parte dei musulmani con Saladino decise di fondare una «seconda Gerusalemme» nella sua capitale, Roha. Nel tempo furono costruite 11 chiese rupestri, tutte scavate nella roccia tufacea, costruite senza muratura, né pietre né legname e collegate fra loro da cunicoli.
La leggenda di fondazione è attribuita alla figura di Gebre Mesqel Lalibela: si racconta che lui, di stirpe nobile, appena venuto alla luce, venne avvolto da un gruppo di api, e fu quindi battezzato Lalibela, ossia in lingua agaw: “le api riconoscono la sovranità”.
Verso il 330, L’Etiopia divenne cristiana, accogliendo la fede delle comunità giudaico-cristiane d’Arabia; Lalibela è considerata la Gerusalemme della Chiesa ortodossa etiopica.
Le chiese, nei giorni attorno al Natale Copto (7 Gennaio) sono prese letteralmente d’assalto dai pellegrini che giungono fin qua da ogni parte dell’Etiopia per celebrare questa importante festività. Tra la chiesa e la roccia circostante, è presente una trincea dove camminano e riposano i pellegrini, mentre altri pregano all’interno della chiesa.
La nostra visita a Lalibela continua con la visita alla chiesa di Bete Medhane Alem, probabilmente la chiesa monolitica più grande del mondo. Gli interni delle chiese monolitiche presentano lavorazioni molto fini e precise. Stanze, colonne, archi, capitelli e altorilievi sono tutti ricavati “scavando” dentro un unico immenso blocco di roccia, spesso situato sotto terra, e non contengono materiali da costruzione esterni.
Le chiese sono una rappresentazione dei luoghi santi. È opinione diffusa, ma non documentata, che alla loro progettazione e costruzione partecipassero i Cavalieri templari, dopo il loro abbandono di Gerusalemme. Un’ulteriore leggenda connessa a questo filone fa di Lalibela la sede, almeno per un periodo, dell’Arca dell’Alleanza, di cui i Templari avevano la custodia. È invece evidente e storicamente documentata l’influenza, sull’architettura nello stile axumita, tuttavia la tecnica di costruzione come in altri siti nel medio oriente (vedi es. Petra anch’essa scavata nella roccia, le piramidi di Giza, Baalbek), resta ad oggi un mistero.
I Pellegrini sono ragruppati nella trincea che si forma fra la chiesa e la roccia circostante stessa. Alcuni leggono testi sacri, altri riposano riparandosi dal freddo dell’alta quota.