Per proseguire il nostro percorso di “il Giro del mondo in 80 Giorni”, dobbiamo attraversare una superficie ampia di deserti, tra qui il Deserto Bianco.
E’ difficile descrivere il deserto bianco. E’ candido come nessuno immagina il Sahara. Il suo fascino sta tutto qui. Un miracolo geologico fatto di pilastri calcarei e monoliti gessosi che, grazie a un modellamento delicato del vento, prende forme di uomini, animali, funghi, fiori.
Immensa fetta di Sahara egiziano, si estende tra le oasi di Bahariya e Farafra, fino a lambire Siwa a nord e il territorio libico a ovest, collegando le brulle lande del Deserto Occidentale con il Grande Mare di Sabbia.
Il Deserto Bianco è una zona con formazioni rocciose di un bianco accecante, erose dal vento. Nella zona è stata istituita un’area protetta della superficie di 300 kmq. La zona è particolarmente affascinante all’alba e al tramonto, quando il sole trasforma il bianco in tonalità di rosa e arancio, oppure con la luna piena (quando il deserto sembra un paesaggio artico).
Le sue dune sono interrotte da placche bianchissime formatesi dopo il ritiro di laghi e di paludi che, fino a cinque mila anni fa, bagnavano questa regione. Qui c’era la savana, si cacciavano le gazzelle e vivevano i leoni. Oggi la sabbia copre una civiltà primordiale scivolata nell’oblio attraverso i secoli. E nelle valli, in passato letto di enormi fiumi, il terreno è disseminato ora da miliardi di pietre scavate dal vento e da conchiglie fossili.
Sono presenti anche alcuni piccoli canyon formati dal gesso corroso, detti inselberg. Più a sud si trovano due montagne con le cime piatte, le Twin Peaks, circondate da colline tonde come bocce. Infine da vedere la Montagna di Cristallo, una grande roccia composta interamente da cristalli di quarzo.