SANA’A E I SUOI ANTICHI GRATTACIELI

L’itinerario del Giro del mondo in 80 Giorni ci porta allo Yemen, il paese più fantastico della penisola arabiaca….. Confina a nord con l’Arabia Saudita e a est con l’Oman. Le sue coste sono bagnate a ovest dal Mar Rosso e a sud dal Golfo di Aden.
La repubblica dello Yemen, oltre al territorio continentale, comprende l’arcipelago di Socotra, composto da quattro isole di cui l’isola di Socotra nell’Oceano Indiano, e gli arcipelaghi di Perim e Kamaran nel Mar Rosso.
Lo Yemen è uno dei più antichi centri di civilizzazione del mondo. Fino almeno dal secondo millennio a.c. nella regione si sono insediate popolazioni che hanno sfruttato le particolari caratteristiche naturali del territorio. Ricco di alture e di corsi d’acqua a carattere perenne, lo Yemen ospita un tipo di vegetazione che produce sostanze particolarmente appetite dalle culture circostanti, che i Greci chiamavano aromata e che, sinteticamente, possiamo riferire essenzialmente all’incenso.
Sana’a né è la sua capitale. E’ una città che ha più di 2.500 anni, costruita in una valle di montagna ad un’altitudine di 2.200 mt. Sana‘a descritto dagli storici, geografi e studiosi di epoca primi islamici e medievale, Sana’a è associata con le civiltà della Bibbia e del Corano. Per molti e anche per me tra le più belle città al mondo: la sua architettura, i suoi palazzi, le sue strade e le grida dei venditori….una magia di altri tempi.
La vecchia città di Sana’a, un patrimonio mondiale dell’UNESCO, ha un impatto visivo con caratteristiche evidenti che lo distinguono per la sua particolarità architettoniche uniche, in particolare espresse nei suoi edifici a più piani, decorate con motivi geometrici.
1300 anni fa, la città divenne un importante centro per la propagazione dell’Islam con diverse costruzioni di moschee, 14 turchi e oltre 6.000 case.
I resti del periodo pre-islamico sono stati in gran parte distrutti a seguito di profondi cambiamenti della città durante il periodo Islamico, come lo dimostrano i resti archeologici all’interno della Grande Moschea.
Nel 1516, Sana’a va sotto il dominio dei Ottomani e viene ricostruita. La città diventa sempre più bella, nel suo paesaggio ha una straordinaria qualità artistica e pittorica. Gli edifici dimostrano maestria per eccezionale uso di materiali locali e tecniche.
La capitale ha un sapore unico, per le sue case a torre color ocra decorate di gesso, le decine di minareti, il Souk al-Milh (Bazar Principale) ha un’atmosfera medioevale si mescolano i profumi del caffe’, dell’incenso e della mirra, i colori delle sete, il luccichio delle Jambie e delle incensiere esposte fuori dalle piccole botteghe.
La regione di Marib, un tempo fertile al punto da far definire dai Romani come Arabia Felix per via dei suoi lucrosi traffici commerciali.
Augusto provò a conquistarla, ma la spedizione fallì. In questo luogo fiabesco regnò la mitica regina di Saba, Bilqis per gli arabi, che la leggenda vuole nata dall’unione di un principe himyarita con la figlia del re dei Ginn. Per l’architettura non si deve dimenticare Il miracolo di Shibam, dove, fra il deserto del Ramlat Al Sabatein e aridi altopiani, un blocco di 500 ‘grattacieli’ di terra cruda di 7-8 piani resiste da secoli all’oltraggio degli elementi.
E poi, in un alternarsi di deserti, altopiani, canyon, montagne, vallate e wadi, villaggi la cui bellezza lascia senza fiato: Al Hajjarin, Zabid, Al Hajjara, Jibla, Thula, Kawkaban. 
A ragione Pierpaolo Pasolini lo definì, architettonicamente, “il più bel Paese del mondo.  Lo stile yemenita, un enigma solo parzialmente risolto, o di cui solo pochi sanno, se c’è, la soluzione”.
E se gli scenari naturali e architettonici sono una gioia per gli occhi, la fierezza, la gentilezza, la disponibilita’ e la cortesia di questo popolo, lo sono per il cuore.
Le donne, silenziose presenze, esili corpi coperti da un velo che risparmia soltanto gli occhi. I loro sguardi attenti spaziano al di la’ di ogni stoffa, di ogni barriera artificialmente posta tra loro e il mondo maschile.


Tarcisio Agliardi