UN’INCONTRO CON MARTA MARZOTTO: TRA ARTE, CULTURA E BENEFICENZA

Marta Marzotto, all'anagrafe Marta Vacondio (Reggio nell'Emilia, 24 febbraio 1931), «una donna una leggenda, un'esplosiva inarrestabile sorgente di energia, di entusiasmo, di invenzioni e metamorfosi a getto continuo, una personalità fenomenale, irripetibile, medianica». Così l'ha definita il celebre critico d'arte e scrittore, Cesare Cunaccia. In effetti Marta, così ama farsi chiamare dagli amici, è fascino allo stato puro. Di origini umilissime, di cui va fiera e che non ha mai nascosto, ha saputo diventare, un'icona della società, un catalizzatore di sogni, di mood e di aspirazioni. Fotografa, costumista e designer, Marta Marzotto ha ispirato artisti, poeti e scrittori. 

Da Renato Guttuso ad Alberto Moravia. «Nella mia vita ho agito solo per istinto, per seguire la mia voglia di tutto e subito». Così scrive di sé Marta Marzotto, dal cui salotto sono passati innumerevoli personaggi della cultura internazionale. Di cui si ricordano, Alberto Moravia, Dario Bellezza, Sandro Penna, Alberto Arbasino. Oltre al meglio dell'imprenditoria, dell'aristocrazia, e della politica. I suoi amori, primo tra tutti il lunghissimo profondo legame con il pittore Renato Guttuso, rimangono proverbiali. Oltre ad amicizie celeberrime e a volti suggestivi che hanno segnato un'epoca. Dal poeta Evtuschenko, all'artista Pablo Picasso, a Papa Roncalli, Robert Kennedy, il Presidente Pertini, Andy Warhol, e il generale Francisco Franco. In occasione dei suoi ottant'anni, è stata allestita una mostra al Palazzo Morando di Milano, dal titolo La Musa Inquieta, Vita arte e miracoli di Marta Marzotto. La mostra mette in scena il mondo straordinario di Marta, attraverso fotografie che raccontano i luoghi amati, le persone e le opere. Oltre alle innumerevoli fotografie di grande formato, anche alcuni oggetti da lei creati con fantasia, talento e con un gusto speciale: borse, gioielli, castani. Moltissime le creazioni dedicate alle donne, per valorizzarne la bellezza ed avvicinarle ad un mondo ideale, dimenticando le fatiche, la tristezza, il tradimento della vita reale
Marta, una domanda sul maestro Renato Guttuso è d'obbligo: quando l'ha conosciuto e in che occasione?
«L'ho conosciuto l'anno in cui nacque il mio primo figlio, Vittorio. Ma anche l'anno in cui Guttuso vinse il premio Marzotto. A una cena in casa di Rolly Marchi, che si occupava di vendere i suoi quadri. Eravamo seduti spalla a spalla. Vidi uno dei suoi quadri, era bellissimo. Ed esclamai: io questo lo voglio!. E una voce bellissima alle mie spalle rispose: daglielo, Rolly. Chissà, forse era un regalo. Ma Rolly me lo fece pagare»
Da allora sono passati diversi anni, e Lei Marta è sempre al centro delle scene, con il tuo fascino e la tua vitalità. Allora è vero che la vita si è allungata?
«Tutti dicono che la vita si è allungata di trent'anni. No, s'è allungata la vecchiaia. Quando vado al cinema sono l'unica a esibire la carta d'argento. Che vuoi che ti dica, io invece trovo la vecchiaia così interessante, ma così interessante che, se l'avessi saputo prima, mi sarei aumentata l'età»
Lei, Marta, ci tiene a sponsorizzare il suo impegno nel campo della culturale, e ancor di più nel mondo della ricerca medica?
«Sì. Grazie a iniziative di cui sono stata protagonista, è stato possibile restaurare e riportare alla luce opere d'arte assolute come la Madonna del libro, del Botticelli, della collezioni del Museo Poldi Pezzoli di Milano. E per la ricerca medica invece di raccogliere fondi per la lotta alla fibrosi cistica»
Entriamo più nello specifico. Lei è vicepresidente della FFC, cioè della Fondazione per la Ricerca della Fibrosi Cistica, che l'hanno vista protagonista di importanti iniziative di sensibilizzazione?
«Bisogna colmare al più presto il vuoto scientifico per porre concrete basi per una ricerca avanzata, che ottenga progressi in tempi rapidi verso cure possibilmente risolutive della fibrosi cistica. Per questo è nata la Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica, oggi è protagonista di una nuova importante iniziativa in collaborazione con la casa farmaceutica Angelini e con il patrocinio del ministero della Politiche sociali e della Salute»
Sappiamo che avete, Lei e suo figlio Matteo, messo in atto una nuova campagna pubblicitaria per la raccolta di fondi per la ricerca?
«La fibrosi cistica merita un occhio di riguardo, è il refrein della campagna che si concretizzerà in una raccolta fondi resa possibile dalla creazione e dalla vendita in tutte le farmacia d'Italia, di una linea di occhiali di prestigio per la presbiopia, firmati gratuitamente da me e da mio figlio Matteo, cofondatore di FCC. Per ogni occhiale acquistato, un euro verrà devoluto alla Fondazione Fibrosi Cistica a supporto della ricerca contro una malattia che al momento non consente guarigione»
Gli occhiali, già in vendita in esclusiva per la campagna benefica, giocano su colori allegri e sono realizzati con materiali atossici. Così, all'elevata qualità tecnica del prodotto, con lenti antigraffio più leggere e sottili rispetto alle tradizionali, si associa un design accattivante nei modelli femminili a firma di Marta Marzotto, e più serioso per i modelli maschili,  a firma di Matteo Marzotto.

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Paolo Fontanesi