La città di Aosta, geograficamente lontana dalle origini paesaggistiche e ideologiche del grande artista siciliano, rende omaggio a Renato Gattuso con una mostra che riunisce oltre 50 opere primarie tra cui spiccano: le nature morte degli anni ’30 e ’40 fino a figure come la Partigiana assassinata del 1954, al visionario Bambino sul mostro, del 1966. Flaminio Gualdoni nel saggio introduttivo al catalogo scrive che “l’ideologia dell’avanguardismo a ogni costo cede il posto a riflessioni meditate sul secondo dopoguerra, la scelta ispida di Guttuso, un’aristocrazia formale attenta allo stesso tempo alle ragioni essenziali del comunicare, conferma che il senso della storia può essere continuità e non rottura, far nuova la sostanza dello sguardo e non la pelle del far vedere, riportare l’umano al centro del discorso e non limitarsi a un’arte che parli solo d’arte”.
Coinvolto nel clima sociale e politico del suo tempo, Renato Guttuso è tra le coscienze più autorevoli dell’arte del secondo dopoguerra.
Sin dalla metà degli anni ’30 la sua scelta è chiara, in nome di una figurazione che da un lato recuperi in modo critico l’identità antica della pittura, la sua capacità di farsi racconto ed emblema, e dall’altro sia lo specchio critico di un rapporto intenso, lucido, drammatico anche, con la storia.
La scelta antifascista ne fanno l’interprete di un realismo che è una testimonianza critica del proprio tempo, del presente individuale e collettivo, di cui restituire una verità possibile. “Vorrei arrivare alla totale libertà in arte”, scriveva Guttuso. La pittura di Guttuso è attenta ai temi di genere, dalla natura morta al ritratto al nudo, fondendo registri che vanno dall’amore per il Rinascimento e il Seicento all’umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall’evidenza potente delle cose all’allegoria. La sua pittura si può considerare una partecipazione piena al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia.
Riflette sull’espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà “è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell’uomo.
Paolo Fontanesi
RENATO GUTTUSO. Il Realismo e l'attualità dell'immagine
Aosta, Museo Archeologico Regionale, Piazza Roncas 12
fino al 22 settembre 2013
Orario: dal martedì alla domenica 10.00 – 18.00
Catalogo Silvana Editoriale