Il ritratto del colonnello John Penruddock di Compton Chamberlayne (1619-1655), un cavaliere inglese ricordato come capo della rivolta di Penruddock del 1655, in cui, dopo un combattimento di strada di tre ore, sconfitto e catturato, venne decapitato insieme ad altri vertici della ribellione, è un’opera di Antoon van Dyck (Anversa, 22 marzo 1599 – Londra, 9 dicembre 1641).
Quest’opera (olio su tela – cm. 103 x 80), arricchita dalla sua cornice con intarsio in velluto e un elegante fregio, fu conservata gelosamente in Penruddock Collection di Compton Park, per poi essere esposta per la prima volta al pubblico nel 1902, quando il proprietario Charles Penruddock la diede in prestito in occasione della mostra “Monarchs” alla New Gallery of England (n. 101 – “Ritratto del principe Rupert” attribuito a van Dyck).
Il dipinto, datata tra 1637 e 1638, in condizioni eccellenti, riporta sul retro le etichette che lo identificano come opera di Antoon Van Dyck e ne attestano la provenienza dal 1902 al 1969.
Nel 1930, il dipinto venne proposta sul mercato, insieme all’intera collezione di ritratti della famiglia Penruddock, in un’asta londinese.
Nel 1931, Sir Charles Holmes si rese conto che la figura raffigurata non era quello del principe Rupert ma quello del padre John Penruddock. Nonostante l’errata identificazione del soggetto, l’attribuzione a Van Dyck non venne in dubbio, come da scheda dell’asta: “Prince Rupert, by Sir. A.Van Dyck”. Il dipinto, come opera certa di Van Dyck, viene successivamente catalogato nell’archivio di Knoedler come ritratto di John Penruddock di Antoon Van Dyck, per 50% proprietà del leggendario Jt. Pinakos, che faceva capo al famoso mercante Heyckhema, consulente del Metropolitan Museum.
Il dipinto, nel 1969, viene acquistato al lotto 35 di Sotheby’s dalla rinomata Galleria Bosoni di Milano e, nel novembre dello stesso anno, venne venduto ad un cliente della galleria per 8.800.000 lire.
Da quel momento il dipinto non venne più esibito, tanto che Erik Larssen lo inserì al n. 947 nella sua monografia (un membro della famiglia Penruddock) come “attuale proprietario sconosciuto”. Ragion per cui viene riportato una misurazioni errata, ma con una precisa datazione tra il 1637 e il 1638.
Letteratura:
Monarchi, Catalogo, 1902, p. 28, ill. 101.
Knoedler’s Stock Book No. 9, p. 107, riga 30, numero d’archivio A3259.
Sotheby’s, luglio 1969, vendita Dipinti antichi, lotto 35.
Prof. Erik Larsen, I dipinti di van Dyck, 1988, n. 947.