SVIZZERA: AD ASCONA L’ARTE É DI SCENA

Quanti artisti hanno fatto la storia dell'arte senza saperlo. Ma soprattutto senza averlo fatto sapere al grande pubblico, che, oltre ai nomi bladonati dimentica i secondi maestri come fossero stilisti di serie B. Così succede che il Museo Comunale d'Arte Moderna di Ascona, continua la sua attività di valorizzazione dei maestri della propria collezione, presentando una nuova mostra di grande interesse ma di un artista poco conosciuto in ambito italiano: Heinrich Maria Davringhausen, uno dei pionieri del Realismo della Nuova Oggettività. L'esposizione, curata da Mara Folini, propone 46 lavori astratti di Davringhausen, provenienti in gran parte da collezioni private . Si possono ammirare i quadri realizzati durante gli anni dell'emigrazione, a partire dagli anni 1930 fino al 1945, accanto a lavori più maturi, dal 1950 fino agli anni 1960, oltre ad alcune grafiche e una interessante serie di ardesie incise.
Il legame con Ascona inizia già nel 1914, quando Davringhausen, attirato dagli ambienti anarchici, soggiorna al Monte Verità, conoscendo artisti, come la danzatrice Mary Wigman o l'artista anarchico Georg Schrimpf, una tra le più importanti personalità del futuro gruppo della Neue Sachlichkei. Seguiranno i viaggi in Spagna, il ritorno in Germania, a Colonia (1928-1932), e l'avvicinamento alle correnti surrealiste.
In un momento nodale del suo percorso creativo, iniziato in Spagna e approfondito a Colonia, la sua arte devia verso l'astrattismo, spaziando da opere pure, geometriche e costruttiviste, ad altre cubo-surrealiste, ad altre ancora puriste, nelle quali regna l'armonia tra forme bidimensionali organiche e geometriche. Nel 1933, la fuga dal regime nazista porta l'artista a riparare nell'isola di Maiorca in Spagna, dove vive uno dei suoi periodi più felici. A Maiorca, ritrova Arthur Segal, vecchia conoscenza di Berlino oltre che di Ascona, ebreo, anarchico, anch'egli in fuga dalla Germania. Con lo scoppio della guerra civile spagnola, ripara a Parigi e poi ancora ad Ascona, dove vivrà fino al 1939. Nel borgo, Davringhausen s'inserisce subito nella vita culturale e artistica, collaborando al Teatro delle Marionette di Jakob Flach, o rinnovando l'amicizia con personaggi come Wladimir Rosenbaum e Aline Valangin. Seguiranno altri anni di fuga, l'internamento in campi di lavoro forzati (nel lager di Les Milles, con gli amici artisti Max Ernst e Anton Räderscheidt, e con scrittori quali Walter Hasenclever e Golo Mann), fino al rifugio definitivo nel Sud della Francia, a Cagnes-sur-Mer, dove rimase per ben 23 anni, fino alla morte, avvenuta nel 1970 a Nizza.

Accompagna la mostra un catalogo edizioni ALIAS, in italiano e tedesco, a cura di Mara Folini e con il contributo di Elena Pontiggia.

HEINRICH MARIA DAVRINGHAUSEN
La libertà dell'astrazione
Ascona (CH), Museo Comunale d'Arte Moderna (via Borgo 34)
Fino al 9 giugno 2013

Paolo Fontanesi