LO CHIAMO’ TELETTROFONO

Chiamò la sua grande invenzione telettrofono.
Antonio Santi Giuseppe Meucci (Firenze, 13 aprile 1808 – Staten Island, 18 ottobre 1889) è stato il celebre inventore italiano che costruì un dispositivo di comunicazione vocale, considerato da molti come il primo telefono. Meucci non si limitò solo all’invenzione del telefono, ma propose numerose innovazioni tra cui le candele steariche, oli per vernici e pitture, bevande frizzanti, condimenti per pasta e una tecnica per ottenere pasta cellulosica di buona qualità.
Il grande scienziato nasce a San Frediano, il quartiere popolare della città di Firenze, il 13 aprile 1808. La sua è una famiglia povera: non può completare gli studi presso l’Accademia di Belle Arti ed è costretto a lavorare molto giovane. Lavora come impiegato doganiere e come meccanico di teatro. Proprio in teatro, incontra Ester Mochi, sarta, che diventerà poi sua moglie.

Tra tanti suoi interessi cè anche quello della politica: è coinvolto nei moti rivoluzionari del 1831 e, a causa delle quali, sarà costretto a lasciare il granducato di Toscana. Dopo lunghe peregrinazioni nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie, Meucci si trafersce a Cuba, dove continua a lavorare come meccanico teatrale.
– Nel 1850, si trasferisce negli Stati Uniti, stabilendosi nella città di New York, dove
 apre una una fabbrica di candele. Qui incontra Giuseppe Garibaldi, con il quale stringe un’importante amicizia. La collaborazione dei due illustri italiani è testimoniata ancora oggi dal Museo newyorcheese “Garibaldi – Meucci”.
– Nel 1856, completa la sua invenzione del telefono con la realizzazione di un primo modello, mettendo in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto della moglie, dove è costretta a rimanere per una grave malattia.
– Nel 1857, Meucci descrive così la sua invenzione: «consiste in un diaframma vibrante e in un magnete elettrizzato da un filo a spirale che lo avvolge. Vibrando, il diaframma altera la corrente del magnete. Queste alterazioni di corrente, trasmesse all’altro capo del filo, imprimono analoghe vibrazioni al diaframma ricevente e riproducono la parola».

Lo scienziato ha le idee chiare, tuttavia mancano i finanziamenti per andare avanti. La fabbrica di candele fallisce e Meucci cerca finanziamenti presso facoltose famiglie in Italia, ma senza successo.
Ben presto arrivano a mancare i soldi anche per la sue esigenze di vita. Meucci può contare solo sull’aiuto e la solidarietà di altri emigrati italiani conosciuti.
Rimane vittima di un incidente su una nave: Meucci è costretto a letto per mesi. La moglie Ester sarà costretta a vendere tutte le attrezzature telefoniche a un rigattiere per soli 6 dollari.
– Nel 1871, decide di richiedere il brevetto per la propria invenzione, che chiama “telettrofono”. Ma il problema economico persiste: con i 20 dollari che ha disposizione non può nemmeno permettersi di pagare l’assistenza dell’avvocato che ne esige 250. La strada alternativa è quella di ottenere una sorta di brevetto provvisorio, il cosiddetto caveat, che va rinnovato ogni anno al prezzo di 10 dollari. Meucci riuscirà a pagare la somma solo fino al 1873.
Nello stesso periodo, con un’ampia documentazione sulle sue ricerche, Meucci si rivolge alla potente American District Telegraph Company di New York, del quale erano consulenti Alexander Graham Bell ed Elisha Gray, richiedendo la possibilità di utilizzare le linee per i propri esperimenti. La compagnia non coglie le potenzialità economiche dello strumento e procura allo scienziato italiano una nuova delusione.

– Nel 1876, Alexander Graham Bell presenta la domanda di brevetto per il suo apparecchio telefonico. Gli anni successivi della vita di Meucci saranno spesi in una lunga vertenza per rivendicare la paternità dell’invenzione.
Meucci trova una sponsorizzazione da parte della Globe Company, che intraprende una causa con la Bell Company per infrazione del brevetto.
– Il 19 luglio 1887, la sentenza dà ragione a Bell. La sentenza diceva: “Meucci avrebbe inventato il telefono, ma non quello elettrico, come da brevetto di Bell”.
Il 18 ottobre 1889, Antonio Meucci muore all’età di 81 anni, poco prima che la società Globe presenti ricorso contro la sentenza. La Corte Suprema statunitense deciderà per l’archiviazione del caso.
Solo l’11 giugno 2002 il congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente riconosciuto Antonio Meucci come primo inventore del telefono.

David Zahedi