“Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene”. (Enzo Ferrari).
Joseph Gilles Henri Villeneuve (Saint-Jean-sur-Richelieu, 18 gennaio 1950 – Lovanio, 8 maggio 1982), è stato un pilota automobilistico canadese.
La carriera di Gilles Villeneuve in Formula 1 fu semplicmente spettacolare. Grande grinta, sempre al limite: così si potrebbe riassumere il suo stile di guida. Questo stile gli valse la grande ammirazione del publico. Da ricordare l’episodio di Zandvoort durante il Gran Premio d’Olanda, Gilles é protagonista di un episodio unico che farà discutere ma che comunque rende l’idea del suo spirito di indomito guerriero di altri tempi. Villeneuve è in testa ma si rende conto che una gomma sta cominciando a sgonfiarsi. Gilles continua e, attaccato da Alan Jones, compie uno spettacolare testa-coda. Riparte e non si ferma ai box, come sarebbe stato logico, per cambiare le gomme. Prosegue e finisce nuovamente fuori pista con il pneumatico posteriore sinistro a terra. Deve praticamente compiere un intero giro per rientrare ai box e lo compie con la smania di non perdere troppo tempo.
Fila a tutto gas, tanto che il cerchione comincia a strisciare sull’asfalto fino a quando non si rompe completamente anche la sospensione. Villeneuve continua con il troncone posteriore quasi divelto che sprizza scintille ed ondeggia paurosamente. Si ferma ai box, non c’è niente da fare, la grara è finita ma l’entusiasmo dei tifosi è a mille. Lui diventa ancora più popolare.
Spesso protagonista di terribili incidenti, Gilles non ebbe mai paura di giocare con la morte. Fino a quando la sua morte arriva nel Circuito di Zolder, Gran Premio del Belgio, il giorno 8 maggio 1982.
Il maggiore di due figli maschi, da ragazzo pratica lo sport dello sci, ma da subito si capisce che la sua passione è la “velocità”. Così, abbandonata la possibilità di diventare un campione dello sci, inizia a frequentare le corse; il suo diploma in meccanica lo aiuta un pò a lavorare in una officina, ma i fondi economici non sono abbastanza per realizzare quello che ha in mente lui.
Amava qualsiasi cosa associabile alla velocità, effettua le sue prime corse con delle motoslitt. Il suo nome inizia a circolare, si inizia a sapere chi è Gilles Henri Villeneuve, “l’uomo della velocità”. Colui che dal 1977 al 1982 farà emozionare milioni e milioni di persone della Formula 1.
Gilles Villeneuve sostituisce nella Ferrari un personaggio di spessore, un grande campione, Niki Lauda, che ha rotto malamente con l’ingegner Enzo Ferrari. Molti non scommetteranno un soldo sul canadese, anche perchè inizialmente sono più gli incidenti procurati che i giri effettuati. Perchè lui o vinceva o rompeva tutto.
Al suo fianco correrà un volpone delle piste, tale Carlos Reuteman, pilota argentino dalle grandi ambizioni. La coppia Reuteman-Villeneuve non è certo delle migliori: sono due campioni dal carattere completamente differente, ma si verrà a creare un amicizia duratura nel tempo.
La sua vettura è la T2. Gilles ci da dentro, ma tutto è da vedere. Si sblocca il 7 febbraio 1978, il canadese batte per ben cinque volte il record della pista di maranello.
Il 1977, è un anno di critiche per il canadese, viene accusato di essere un pazzo, spericolato, che rischia di mettere a repentaglio la vita dei piloti oltre che la sua. Il 1978, si spera che possa essere un anno diverso: Gilles Villeneuve ha più esperienza, da lui ora ci si attende un pò di più. Si petende il massimo. E lui è Villeneuve.
Proprio nel GP del Canada, arriva la prima vittoria: il paese è in tripudio, la Ferrari ha un nuovo idolo. per lui la stagione si conclude con una vittoria e un terzo posto. I ritiri sono sono 5, il pilota, insieme la squadra, perche bada troppo allo spettacolo e poco al risultato.
Nel 1979, è l’anno della vittoria mondiale, vince Jodi Schekter, compagno di Villeneuve.
A Monza, in un momento storico ed unico, Villeneuve scorta, con devozione, il compagno sudafricano al traguardo, fu il giorno della doppietta e mondiale. Il canadese dimostra che gli sta a cuore il bene della sua squadra. Dimostra anche una netta superiorità rispetto a Schekter. E’ molto più veloce e ha molta più carisma. Alla fine del campionato per lui si contano tre trionfi (Sud Africa, Long Beach, Watkins Glen), una pole-position (Long Beach) e 6 giri veloci. Dopo questa vittoria, la ferrari dovrà aspettare il 2000, quando Michael Schumacher trionfa con Ferrari.
Morì in uno schianto a 225 km/h causato da un contatto con la March di Jochen Mass durante le qualifiche per il Gran Premio del Belgio 1982 a bordo della Ferrari 126 C2. Riporta delle gravissime ferite, la sua monoposto urta a 260 km/h la ruota posteriore della March di Joachen Mass e si impenna. Durante la lunga carambola di oltre 200 metri il corpo di Villeneuve viene proiettato fuori dell’abitacolo finendo addosso a uno dei paletti che sostengono la rete di protezione. I primi soccorsi vengono portati proprio da Mass e dagli altri piloti che stanno terminando le prove. Tutti comprendono subito la gravità dell’incidente, e René Arnoux torna ai box in lacrime. Dall’ospedale della vicina Louvain arriva il responso: fratture alle vertebre cervicali, lesioni irreversibili.
Dopo una notte senza mai riprendere conoscenza, i medici constatano la morte clinica alle 15:25 del 9 maggio. Tentano ancora con un’ultima possibilità, un disperato intervento chirurgico in collegamento diretto con un luminare, da Montreal. Il mondo della Formula 1 continua a sperare. In serata la verità appare chiara: non c’è più nulla da fare.
Ho voluto scrivere personalmente questo articolo. Ricordo che ho pianto. Perchè lui era un grande uomo. Era un gladiatore del 2000.
Arman Golapyan