"L’ispirazione segue un viaggio creativo che ha, come punto di partenza, il rispetto di una serie di codici di comportamento affini al mio marchio, che possono far scaturire un interesse da un viaggio, così come una mostra o da una serie di graffiti".
Sono parole liberamente espresse da Paolo Gerani, Amministratore Delegato del Gruppo Gilmar, da cui è facile dedurre una sua forte passione e conoscenza per l’arte contemporanea. In particolare per la Pop Art, in voga negli anni Sessanta e Settanta, della quale il manager diventa nel corso degli anni un attento ed elegante collezionista. Dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita presso l’Università di Urbino, Gerani cresce a diretto contatto con tutte le realtà dell’azienda di famiglia, nella storica sede di San Giovanni in Marignano, presso Rimini, fondata nel 1962 dal padre Silvano Gerani, ma che è presente sul mercato dal 1974 con il famoso simbolo di Iceberg. E’ proprio in questi anni che sviluppa una sentito interesse per gli aspetti creativi della azienda di moda, e quindi per le tendenze, per i tessuti e per i colori. Quindi per tutto ciò che concerne la divisione stilistica, ergo la comunicazione e la pubblicità. Che è anch’essa una forma d’arte ampiamente consolidatasi proprio con lo stile della Pop Art.Oggi Paolo Gerani ricopre l’incarico di Amministratore del Gruppo Gilmar, che presiede il settore dell’abbigliamento giovane, di alta gamma, attraverso i diversi marchi di sua proprietà: Iceberg, Ice Iceberg, Gerani, oltre alle licenze di Frankie Morello e Giambattista Valli. Oggi Iceberg è un total-look che vede oltre all’abbigliamento, linee di accessori tipo profumi, occhiali, pelletteria, porcellane per la casa, cravatte e persino orologi. Il che significa un giro di affari superiore ai 105milioni di euro, e una fitta rete di showroom presenti nelle principali capitali europee ed extra europee come: Milano, Roma, Parigi, New York, Amsterdam, Mosca, Dubai, Pechino, Seoul. Creativo, collezionista e amante dell’arte.
Ma quali sono i Suoi luoghi d’arte preferiti ?
«Casa mia, l’azienda e i miei negozi. Amo la Pop Art, nella sua accezione più ampia ed espressiva. Mi piace anche mischiare vari stili. Sono aggiornato costantemente sull’andamento del mercato, delle aste, dei nuovi artisti».
Oltre alla Pop art, quali altri stili o generi ama collezionare o ricercare ?
«Sono appassionato in generale di arte contemporanea. Tanti sono gli artisti che ho acquistato, famosi e non famosi. Ultimamente sto cercando di far aiutare la crescita di artisti romagnoli di talento, come per esempio un certo Giovanni Lombardini»
Questa Sua forte passione per l’arte, è stata in qualche modo influenzata dal mondo della moda in cui è cresciuto ?
«Certamente. E’ una passione che nasce da bambino, avendo avuto la fortuna di crescere in un mondo lavorativo che basa la propria attività anche sull’evoluzione dell’arte. In particolare quando nel 1984 il fondatore della Pop Art, Andy Warhol, posò per una campagna pubblicitaria del mondo Iceberg, per testimoniare la vicinanza del
nostro marchio alla Pop Art.»
Quali mercati o fiere dell’arte Lei frequenta solitamente ?
«Naturalmente partecipo alla Fiera di Bologna, ma anche alle aste organizzate a Prato da Farsetti, oltre a quelle di Sotheby’s e Christie’s.»
L’arte può essere considerata un privilegio per pochi ?
«L’arte e tutti i livelli, non necessariamente l’arre costosa, è un privilegio, una compagna di vita. Credo tra le altre cose sarà una delle prossime forme di lusso che il mercato in generale, in forte evoluzione, scoprirà. Nel nostro caso poi, non vi è lavoro creativo che non passa attraverso un attento studio e ricerca dell’arte»
Quali artisti consiglierebbe di acquistare ad un amico che si avvicina per la prima volta al mondo dell’arte ?
«L’acquisto dell’arte può essere fatto seguendo la parte più irrazionale, compri ciò che ti piace, oppure seguendo quella più razionale, cioè ciò che vale, visto che l’arte è anche un
investimento. Prescindendo da questo, seguendo i miei gusti e i miei istinti, consiglierei l’acquisto di: Jack Pierson, Ugo Rondine e Pistoletto»
Paolo Fontanesi