MARIO MONICELLI, MAESTRO DEL CINEMA

“Mai avere la speranza. La speranza è una trappola, è una cosa infame inventata da chi comanda”. (Mario Monicelli).
Mario Monicelli (Viareggio, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010), vincitore di numerosi premi cinematografici, è stato candidato per sei volte al Premio Oscar,
 è stato uno dei più celebri e apprezzati registi italiani. E’ stato un “mostro sacro”. Una figura storica del cinema italiano, creatore di titoli straordinari in quel vasto catalogo che va sotto il nome di commedia all’italiana. Insieme a Dino Risi e Luigi Comencini, fu uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana, che ha contribuito a rendere nota anche all’estero con film come “Guardie e ladri”, “I soliti ignoti”, “La grande guerra”, e “L’armata Brancaleone” e “Amici miei”.
Di famiglia di origine mantovana, Mario Monicelli è cresciuto nella Viareggio degli anni ’30, respirando l’aria delle spiagge alla moda, allora al centro di vivaci attività letterarie e artistiche.
Frequenta il liceo classico Giosuè Carducci e si accosta al cinema a Tirrenia, grazie  all’amicizia con Giacomo Forzano, figlio del fondatore degli studi di Pisorno. E’ in questo contesto che si forma il particolare spirito toscano, caustico e irriverente che tanta parte ha avuto nella poetica cinematografica di Monicelli, molti degli scherzi narrati nel celebre film “Amici miei”, diventato un cult del genere, sono ispirati ad episodi reali della sua giovinezza.
– Nel 1949, avviene il suo esordio nella regia professionale, in coppia con Steno con il film “Totò cerca casa”. Abile narratore, estraneo ad ogni fumoso intellettualismo registico, Mario Monicelli ha uno stile efficace e funzionale.
Alcuni titoli lo hanno consegnato per sempre alla storia del cinema: “I soliti ignoti” del 1958, con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò, Claudia Cardinale, considerato da molti la prima vera pietra miliare della commedia all’italiana. “La grande guerra” del 1959, “L’armata Brancaleone” del 1966. “La ragazza con la pistola” del 1968. “Amici miei” del 1975. “Un borghese piccolo piccolo” del 1978. “Il marchese del Grillo” del 1981 con il grande Alberto Sordi. 
– Nel 1991, ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
– Nel 1995, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il Comune di Viareggio lo ha festeggiato conferendogli la cittadinanza onoraria.
Tra gli avvenimenti che hanno segnato di più la sua vita c’è senz’altro il suicidio del padre, Tomaso Monicelli noto giornalista e scrittore antifascista, avvenuto nel 1946. A tal riguardo aveva dichiarato: “Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l’ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l’altro un bagno molto modesto”.
La sua ultima compagna è stata Chiara Rapaccini. Quando si sono conosciuti lui aveva 59 anni e lei 19. Hanno avuto una figlia, Rosa, quando lei ne aveva 34 e lui 74. 
Mario Monicelli era comunista e ateo, e soprattutto una persona singolare.
– Nel 2007, dichiarò di vivere da solo, di non sentire la lontananza di figli e nipoti, di essere un elettore di Rifondazione Comunista e di avere pianto l’ultima volta alla morte del padre. 
In un’altra intervista svelò il motivo per cui viveva da solo a 92 anni:
Per rimanere vivo il più a lungo possibile. L’amore delle donne, parenti, figlie, mogli, amanti, è molto pericoloso. La donna è infermiera nell’animo, e, se ha vicino un vecchio, è sempre pronta ad interpretare ogni suo desiderio, a correre a portargli quello di cui ha bisogno. Così piano piano questo vecchio non fa più niente, rimane in poltrona, non si muove più e diventa un vecchio rincoglionito. Se invece il vecchio è costretto a farsi le cose da solo, rifarsi il letto, uscire, accendere dei fornelli, qualche volta bruciarsi, va avanti dieci anni di più”.
– Il 5 dicembre 2009, parla dal palco del “No Berlusconi Day” usando parole molto dure contro il governo e l’intera classe dirigente. 
– Il 27 febbraio 2010, interviene ancora una volta a sorpresa durante la manifestazione organizzata dal Popolo Viola contro il Legittimo impedimento. 
– Il 25 marzo 2010, partecipa all’evento Raiperunanotte con un’intervista, nella quale assume posizioni molto critiche e cupe nei confronti della società odierna:
Quello che in Italia non c’è mai stato, è una bella botta, una bella rivoluzione, rivoluzione che non c’è mai stata in Italia… c’è stata in Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è stata in Russia, c’è stata in Germania. Dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualche cosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto, sono 300 anni che è schiavo di tutti”.
– 29 novembre 2010, ormai minato da un cancro alla prostata in fase terminale, muore suicida gettandosi dal quinto piano del reparto di urologia dell’Ospedale San Giovanni a Roma, dove era ricoverato. Dopo le commemorazioni presso la Casa del cinema il suo corpo è stato poi cremato.

Adele Baschironi