Il legame che unisce Tommaso Cavalli, figlio del celebre stilista Roberto Cavalli, alla sua terra e alla sua azienda agricola, affonda le radici in una passione autentica, consolidata da più di trent’anni di lavoro dedicati a un progetto che si chiama Tenuta degli Dei, nella località di San Leolino presso Panzano in Chianti. Qui si trovano le immensi vigne da cui la famiglia Cavalli ricava una rosa di vini d’altissima qualità. Senza però trascurare il noto allevamento di puledri da corsa e da trotto, simboli universali della tipicità toscana. Due sono le etichette del vino: Cavalli Selection e Cavalli Collection, un esempio di pura haute couture. Insomma, un vino e due confezioni che sintetizzano in pochi tratti il valore di due mondi che finalmente si toccano
A quando risale l’inizio di questo Suo progetto di viticultore ?
«Il progetto vino è nato subito dopo il mio arrivo a Panzano. Nell’area più alta della tenuta, a 400-500 metri, c’erano tre ettari e mezzo di vigna incolta. Ho fatto una scelta severa: produrre un vino rosso dal gusto internazionale raffinato, eccellente, esclusivo, come sono nella moda gli abiti di mio padre»
Che legame trova tra il Rinascimento toscano e il mondo imprenditoriale del vino nel quale lei opera ?
«Da sempre esistono forti legami tra tradizione, storia Toscana e mondo del vino, quest’ultimo inteso come cultura portante della vita della nostra regione. Il vino è onnipresente e continuamente rappresentato nella storia dell’espressione artistica Toscana e le stesse famiglie nobili che hanno sostenuto l’arte nella nostra regione hanno anche spesso avuto possedimenti e sviluppato l’economia del vino. Secondo me, oggi, gli imprenditori Toscani del vino non possono che risentire di questa formazione culturale e lo dimostra la creatività che applicano alla quotidiana attività vitivinicola»
Quali sono le qualità e le quantità del vino Cavalli Selection?
«Siamo all’incirca intorno alle 45mila bottiglie di Igt Toscana. Otteniamo un blended di Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Petit Verdot e Alicante. Ma Niente Sangiovese.
Perché ?
«Il nostro non è un capriccio, anche se questa scelta – puntualizza il vignaiolo Tommaso – corrisponde perfettamente al dna di famiglia, che ci vede fare scelte diverse, che vanno sempre controcorrente».
Paolo Fontanesi