Enzo Claudio Marcello Tortora (Genova, 30 novembre 1928 – Milano, 18 maggio 1988), il conduttore televisivo e politico italiano che, insieme a Raimondo Vianello, Mike Bongiorno, Corrado e Pippo Baudo, è considerato uno dei padri fondatori della radio e della televisione italiana. Il suo esordio nello spettacolo inizia con negli anni cinquanta interpretando fotoromanzi per il periodico femminile Grand Hotel.
– Nel 1951, a soli 23 anni, si sposta a Roma dopo il suo periodo universitario a Genova, la sua città natale, dove realizza alcuni spettacoli assieme a Paolo Villaggio. Subito viene assunto dalla Rai per condurre il programma radiofonico “Campanile d’oro”.
– Nel 1956, debutta in televisione in “Primo applauso”, assieme a Silvana Pampanini.
Viene consacrato come conduttore grazie al “Campanile sera” di Mike Bongiorno.
Per contrasti con i dirigenti della Rai si trasferisce in Svizzera dove presenta “Terzo Grado”. Rientrando a Roma, la Rai gli affida due trasmissioni: “Il gambero” e “La domenica sportiva”, dal 1965 al 1969.
Per altri contrasti, arriva un nuovo allontanamento ed Enzo Tortora si ritrova a lavorare con alcune emittenti private, collaborando come giornalista anche presso alcuni quotidiani.
– Nel 1977, torna ancora in Rai dopo sette anni, accanto a Raffaella Carrà in “Accendiamo la lampada”. Subito dopo arriva la trasmissione che lo consacra come una vera icona tv, “Portobello”, registrando una media di oltre 26 milioni di telespettatori.
E’ il primo esempio di quel genere definito poi “tv verità”.
– Nel 1982, conduce “Cipria” su Retequattro.
– Nella primavera del 1983, Tortora si impegna con Pippo Baudo alla guida della rubrica elettorale “Italia parla”.
– Il 17 giugno 1983, inizia il suo calvario, viene arrestato sulla base delle accuse di un pentito della camorra. Inizia per lui un meccanismo che lo porterà ad impegnarsi per la difesa dei diritti umani. Entra anche in politica: un anno dopo l’arresto è europarlamentare nelle liste dei Radicali. Nel 1999, sulla sua vicenda è stato girato il film “Un uomo perbene” di Maurizio Zaccaro), con Michele Placido nel ruolo del protagonista.
– Il 20 febbraio 1987, viene assolto dalla Corte di Cassazione, dopo un lungo e travagliato iter processuale. Enzo Tortora è ormai diventato un simbolo della malagiustizia. Ritorna al suo lavoro e ritorna in televisione, ma non è più quello di prima. A tutti è evidente che la sua esperienza lo ha portato ad essere molto provato.
Il 18 maggio 1988, muore nella sua casa Milanese, stroncato da un tumore. A Tortora è stata dedicata la Biblioteca Enzo Tortora a Roma e la Fondazione per la Giustizia Enzo Tortora, presieduta dalla compagna, Francesca Scopelliti.
Alessia Marcon