Per la rubrica Libri & Poesie, ci avvaliamo della consulenza di Benedetto Galifi, studioso in Lettere e Letterature straniere. Appassionato di poesia moderna e contemporanea, nonché scrittore di poesie, Galifi vi porterà dentro le storie dei grandi poeti offrendo spunti di riflessione su temi attuali, in un doppio appuntamento settimanale che affronterà i temi vari della poesia di tutti i tempi: dalla poesia d’amore a quella civile, dalla poesia erotica a quella spirituale, e così via. Un viaggio che vi terrà sospesi tra sogno e realtà.
Quando è nata la sua passione per la letteratura, Benedetto?
Sono sempre stato appassionato alla letteratura; in special modo, la formazione scolastica ha contribuito ad arricchire la mia conoscenza letteraria, offrendomi degli strumenti di lettura. I primi anni universitari mi hanno aperto le porte a tutto un mondo che non conoscevo: la bella letteratura spagnola del Novecento (Garcìa Lorca e i poeti del ’27), ma anche quella francese, tedesca, inglese, neogreca, etc. Tanti di questi nomi mi sono stati suggeriti da discussioni o scambi letterari con colleghi e docenti che come me avevano la passione per la lettura e per la scrittura.
Quindi lei scrive. A quale tipo di scrittura si dedica?
Ho sempre scritto versi, sin da bambino. Avevo otto anni quando scrissi la mia prima poesia, dedicata a Falcone e Borsellino. Era il 1992, un anno che nessuno di noi potrà mai dimenticare. Sempre quello stesso anno, Maurizio Costanzo mi avrebbe intervistato durante una sua puntata dedicata ai giudici vittime della mafia.
Da quel momento in poi ho sempre scritto. Devo un grazie particolare alla mia docente di Letteratura Spagnola dell’università di Palermo, la professoressa Maria Caterina Ruta. È stata lei ad incoraggiarmi a tirare fuori dal cassetto le cose che avevo scritto ed accumulato durante tutti quegli anni. Di lì a poco sarebbe stata pubblicata una mia poesia su una rivista letteraria, e qualche anno dopo avrei organizzato un reading pubblico in occasione del primo Palermo Pride.
Da qualche anno mi sto cimentando anche nella scrittura di romanzi e racconti.
Cosa ispira i suoi testi?
Non ho un’ispirazione precisa: mi lascio guidare dal momento e dalla circostanza, ma soprattutto dalle letture da cui sono reduce. Spesso sono i poeti che leggo ad ispirarmi. La poesia dei grandi scrittori del passato è in continuo dialogo con coloro i quali scrivono ai giorni d’oggi: non si può non ascoltare la loro voce, né ci si può esimere dalla loro grandezza. Non siamo altro che nani sulle spalle di giganti.
Quali saranno i temi affrontati dalla sua rubrica?
La rubrica consisterà nella pubblicazione di due articoli a settimana. Il primo di questi due articoli apparterrà all’inserto intitolato Questo viaggio chiamavamo amore, il cui titolo ( citazione del verso celebre di Dino Campana ), spiega da sé il contenuto: un viaggio nell’amore dei poeti di tutte le epoche, da quelle passate a quella contemporanea. Il secondo articolo, invece, verrà inserito nella sottosezione Itinerari di-versi: qui proporrò libri e letture varie, nuove uscite editoriali, curiosità su poeti, su i loro vizi e le loro virtù, e tanto altro.
In che modo pensa di poter contribuire con la sua rubrica?
Il mio proposito è quello di rendere la poesia accessibile a qualsiasi lettore, fuorviandolo da alcuni pregiudizi diffusi: ad esempio, che la poesia sia un genere desueto o che ad essa possano accedervi solo gli “addetti ai lavori”. La poesia è verso, struttura metrica, ma non solo: in ogni caso essa è musica, è voce, voce libera e indipendente, portatrice di un messaggio umano – e per tale motivo – universale e atemporale, sempre attuale.
Arman Golapyan