STANLEY KUBRICK

Ossessivo e nevrotico nella richiesta ai suoi collaboratori della perfezione sia tecnica che formale, questo era l’unico modo che conosceva per lavorare. 
Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928 – Harpenden, 7 marzo 1999) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, direttore della fotografia, montatore, scenografo, creatore di effetti speciali e fotografo statunitense naturalizzato britannico, considerato tra i maggiori cineasti della storia del cinema.
Nasce nel quartiere del Bronx da genitori austriaci. Inizia il suo rapporto con il cinema quando nel 1941, tredicenne, riceve in regalo dal padre una ingombrante e vecchia macchina fotografica. Così
 comincia a scattare fotografie, imparando da solo anche come svilupparle.
Fra i suoi vari scatti, ritiene che uno sia particolarmente riuscito: l’immagine di un edicolante dietro una risma di giornali che annunciano la morte del presidente Roosevelt. La porta alla rivista “Look” che la pubblica. Poco dopo viene assunto in pianta stabile da “Look” come fotografo.
Le sue prime prove cinematografiche hanno origine proprio dagli stimoli derivati dalla rivista.
– Nel 1948, infatti, è costretto a realizzare un servizio sul pugile Walter Cartier, servizio da cui in seguito nasce l’idea di seguire il pugile passo passo fino al giorno della gara. Il cortometraggio si intitolava “Il giorno del combattimento”, un breve filmato di una quindicina di minuti. Seguirà il documentario “Il Padre volante”, incentrato sull’attività di padre Fred Stadtmuller, abituato a raggiungere le sue missioni nel New Mexico a bordo di un piccolo aereo.

Il suo primo film fu di scarso successo “Paura e desiderio”, pellicola che gli permette però di fare esperienza.
– Nel 1953, a soli venticinque anni, gira “Il bacio dell’assassino”, lavoro nel quale si incarica di curare praticamente tutto, dalla fotografia, montaggio, soggetto, sceneggiatura e produzione.
Il seguente film “Rapina a mano armata”, invece, si rivelò, per l’epoca, un funambolico esercizio di stile dove il tutto si incastra a perfezione.
 Da questo momento in poi inizia una carriera fatta di pellicole che nella maggior parte dei casi si riveleranno pietre miliari nella storia del cinema.
Si passa da “Orizzonti di gloria”, capolavoro tale da meritare i complimenti di Churchill a “Lolita”, film che provocò reazioni censorie da parte della censura americana tanto che quest’ultima ne ostacolò la realizzazione, evento che spinse poi Kubrick a trasferirsi in Inghilterra, da cui non sarebbe più rientrato. Inizia anche la sua vita sempre più appartata e discosta dalla mondanità. I suoi interventi pubblici si diradano sempre di più e solo i suoi film diventano espressioni tangibili del suo pensiero. Nasce anche una vera e propria leggenda sulle sue manie. Si parla di un uomo scontroso, maniacale, autoreclusosi nella sua villa-fortezza con sua moglie, i suoi figli e i suoi animali. Unico grande legame con il mondo esterno è il computer. Di anno in anno anche i suoi film si fanno sempre più attendere, fino ad arrivare ad intervalli di dodici anni.
Arriva la sua consacrazione definitiva, quando in sostituzione del regista Anthony Mann, licenziato in tronco all’inizio della lavorazione dal produttore, realizzò “Spartacus” che gli valse premi Oscar per miglior attore non protagonista, scenografie, costumi e fotografia. Il film prodotto con dodici milioni di dollari nel 1978, fu un grande successo al botteghino cosa che gli permise, con i guadagni realizzati, di finanziare tutti i film successivi. “Spartacus” peraltro è l’unica pellicola su cui il regista non ha avuto il pieno controllo; ne esiste infatti una versione restaurata con alcune scene inedite.
In seguito è il momento di “Il Dottor Stranamore” con Peter Seller, una grottesca sceneggiatura che ironizza sul clima della guerra fredda e, soprattutto, “2001: Odissea nello spazio”, Premio Oscar per gli effetti speciali, costati pltre sei milioni di dollari.
– Nel 1971, è la volta di “Arancia Meccanica”, costato pochissimo e girato con una piccola troupe. Pare che Kubrick insoddisfatto comunque del risultato, stampò personalmente con cura maniacale le prime quindici copie.
Dopo vari anni di silenzio arriva un altro capolavoro, “Barry Lindon”, vincitore di premi Oscar: migliore fotografia, musica, scenografie, costumi, di cui rimangono famosi gli interni, girati senza illuminazione artificiale ma utilizzando solo quella naturale o quella prodotta dalle candele (il film è ambientato in pieno settecento…). L’effetto complessivo, in alcune inquadrature, pare disporre il fruitore di fronte ad un quadro ad olio. Per ottenere questi risultati, Kubrik utilizzò sofisticate macchine da presa e pellicole speciali fornite dalla Nasa, nonchè obiettivi appositamente fabbricati. Arriva anche il capolavoro “Shining”, film sul paranormale girato soltanto con tre attori e tratto da un libro di Stephen King. 
La sua ultima  pellicola è il celebre “Eyes Wide Shut”, film che procurò numerose noie in sede di lavorazione. La ricerca della perfezione del regista era così esasperata che alcuni attori rinunciano ai suoi progetti. Sydney Pollack sostituisce Harvey Keitel che ha abbandonato il set, per forti contrasti con il regista dovuti soprattutto all’ossessività di Kubrick. Jennifer Jason Leigh fu richiamata a riprese finite per rigirare alcune sequenze, ma era già impegnata nelle riprese di “eXistenZ” di David Cronenberg; Kubrick girò quindi da capo tutte le sequenze sostituendola con Marie Richardson!
Nicole Kidman, protagonista del film con il marito Tom Cruise, in seguito, ha dichiarato: “Certo in tutto quel tempo Tom ed io avremmo potuto fare tre film e guadagnare un sacco di soldi. Ma lui è Kubrick. Lavorare per lui è un onore, un privilegio”. Si dice che Tom Cruise, abbia dovuto ripetere una scena 93 volte. 

Tra i suoi lavori non realizzati è da ricordare “A. I. Artificial Intelligence” di cui restano alcune scene preparatorie girate da Kubrick prima di morire e poi girato, come una sorta di omaggio, da Steven Spielberg. 
– Nel 1997, Kubrick ha ricevuto il Leone d’Oro della Mostra di Venezia alla carriera, più, dal Director’s Guide of America (il maggior riconoscimento americano per un cineasta), il Premio D. W. Griffith. Tutti ritirati per interposta persona.
Stanley Kubrick muore il 7 marzo del 1999 stroncato da un’infarto. 
Dei suoi film Martin Scorsese ha detto: “Ho visto e dissezionato i suoi film parecchie volte in tutti questi anni. Eppure, ogni volta che ho rivisto “2001, Oddissea nello spazio”, “Barry Lindon” o “Lolita”, ci ho scoperto invariabilmente un livello che non mi era ancora apparso. Con ogni film, Kubrick si è ridefinito e ha ridefinito il cinema e la vastità delle sue possibilità”. 
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Nausica Baroni

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Filmografia di Stanlet Kubrick:.

  • “Fear and Desire”, (tl: Paura e desiderio), 1953;
  • “Il bacio dell’assassino”, 1955;
  • “Rapina a mano armata”, 1956;
  • “Orizzonti di gloria”, 1957;
  • “Spartacus”, 1960;
  • “Lolita”, 1962;
  • “Il Dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, 1963;
  • “2001: Odissea nello spazio”, 1968;
  • “Arancia Meccanica”, 1971;
  • “Barry Lindon”, 1975;
  • “Shining”, 1980;
  • “Full Metal Jacket”, 1987;
  • “Eyes Wide Shut”, 1999.