Nell’estate del 1945, con le bombe tradizionali, gli Stati Uniti distrusse Tokyo e Kobe.
A questo punto giunsero alla conclusione di dovere utilizzare la bomba atomica; non contro un arsenale militare, ma nei centri abitati per sfruttare gli effetti psicologici che avrebbe avuto sulla popolazione ed il governo giapponese. Per questo obbiettivo fu scelta prima Hiroshima, che a quell’epoca era un centro strategico dal punto di vista militare e un polo industriale molto produttivo. Inoltre fu scelta anche perché nei dintorni non vi erano campi di prigionieri di guerra.
Questa terribile bomba era già stata testata precedentemente nel corso di un progetto scientifico-militare denominato “Manhattan”: la bomba atomica di prova che fu esplosa nel Nuovo Messico il 16 luglio 1945.
Il terribile mattino era quello del 6 agosto 1945, alle 8:16, quando Enola Gay, l’aereo non da bombardamento dell’Aeronautica militare statunitense, sganciò la prima bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, per poi lanciare tre giorni dopo la seconda bomba atomica “Fat Man” su “Nagasaki”.
L’avvicinamento dell’aereo americano nello spazio aereo giapponese fu subito rilevato dai radar, ma poco prima del lancio della bomba l’allarme fu ridimensionato perché Enola Gay non era un bombardiere, quindi poteva essere facilmente tenuti sotto controllo. L’esplosione della bomba atomica avvenne a 580 metri dal suolo, e lo scoppio violentissimo provocò la morte di circa quasi 200 000 persone. Il 90% della città fu rasa al suolo, e le fiamme divorarono in pochissimo tempo la maggior parte degli edifici presenti.
Il quartier generale di Tokyo non si rese subito conto dell’accaduto: la linea telegrafica centrale era saltata e non vi era possibilità di raggiungere Hiroshima. Un ufficiale di volo fu mandato immediatamente ad effettuare un sopralluogo e riferire cosa fosse successo. A circa 160 km dalla città l’ufficiale ed il suo copilota notarono con stupore i resti che la bomba atomica aveva lasciato.
Tokyo venne avvertita subito e furono organizzati subito i soccorsi. Le persone sopravvissute morirono successivamente per avvelenamento a causa delle radiazioni.
In assenza della resa dei giapponesi, fu pianificato il secondo attacco, che venne attuato 3 giorni dopo, il 9 agosto 1945, contro la città di Nagasaki. Questi due episodi così vicini piegarono il Giappone e lo spinsero alla resa il 15 agosto 1945. La Seconda Guerra Mondiale era ormai praticamente terminata.
Il numero delle vittime della prima bomba fu di circa 200 000, quasi tutti civili. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dalle bombe, questi due episodi vengono considerati gli episodi bellici più gravi della storia dell’umanità.
L’attacco atomico alle città giapponese di Hiroshima e Nagasaki, è un episodio che ha segnato profondamente la storia. Per la prima volta si è utilizzata un’arma di distruzione di massa e ricordata dalla “Ombra di Hiroshima” che ci fa immaginare l’ultimo respiro di ogni vittima.
Secondo gli Americani questi bombardamenti erano necessari per accorciare i tempi della Seconda Guerra mondiale, risparmiando parecchie vite tra i militari e i civili ed evitare l’invasione da parte del Giappone. Mentre secondo i giapponesi si tratta di un vergognoso crimine di guerra messo in atto per portare alla resa il Giappone. Fortunatamente un simile episodio non si è mai più repetuta in nessuna guerra.
David Zahedi