GIANNI RIVERA

“Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di Padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l’altro è un popolare frate pugliese”. (Diego Abatantuono)
Giovanni Rivera, noto come Gianni Rivera (Alessandria, 18 agosto 1943) è un politico ed ex calciatore italiano di fama mondiale, soprannominato da Gianni Brera “Golden boy – Ragazzo d’oro”. Nel 1969, è passato alla storia per essere stato il primo calciatore italiano ad aver vinto il Pallone d’Oro: il più ambito riconoscimento individuale che si assegna ad un giocatore di calcio. Inoltre Gianni Rivera, uno dei migliori giocatori italiani di sempre,
 occupa la 20° posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da IFFHS ed è considerato uno dei più grandi numeri 10 della storia del calcio.
Nel 2004 è stato anche inserito nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione dei 100 anni della federazione.

Il suo esordio in serie A arriva il 2 giugno del 1959, quando non aveva ancora compiuto 16 anni. La partita era Alessandria – Inter e Rivera gioca qualche minuto. Nello stesso anno, segnando un gol, diventa il secondo giocatore più giovane della Serie A ad aver fatto gol, dopo Amedeo Amadei.
Nel provino del Milan, Gianni Rivera incanta soprattutto Schiaffino, all’epoca campione dei rossoneri, ed è proprio lui a convincere la dirigenza ad acquistarlo. 
L’anno dopo, nella stagione 1960-1961, Gianni veste la maglia rossonera per ben 19 anni.
Nel 1962, a soli 18 anni, Rivera riceve la sua prima chiamata in azzurro, nella partita amichevole Belgio-Italia, disputata a Bruxelles e vinta dall’Italia per 3-1. Nello stesso anno, il “bambino d’oro” conquista con il Milan il suo primo scudetto. 
Ormai dalla stampa e dall’opinione pubblica è consuderato il miglior talento europeo in circolazione, tanto che nel 1963 arriva secondo al Pallone d’Oro per poi aggiudicarselo nel 1969. Ma non è tutto, perché il suo biennio d’oro si conclude con la vittoria della Coppa dei Campioni, la prima della sua carriera.
Dopo alcuni anni in cui cresce e dà spettacolo, bisogna aspettare il 1968 per rivederlo in grande stile sulle scene, soprattutto dopo il brutto Mondiale del 1966 in cui tutta la squadra azzurra ha fatto flop. Nel 1968, Milan si aggiudica di nuovo lo scudetto e, in primavera, anche la Coppa Campioni, la seconda e ultima vinta dal “golden boy”. E’ anche protagonista con gli azzurri della vittoria ai campionati europei, vinti per la prima volta dall’Italia. 
Nel 1969, l’anno dopo, insieme al Pallone d’Oro, si aggiudica la Coppa Intercontinentale, la quale fa del Milan la squadra più forte al mondo.
Al Mondiale del 1970 tutti si aspettano che Rivera trascini gli azzurri verso il titolo, ma né lui, né i suoi compagni, compreso quell’Alessandro Mazzola con cui deve fare la famosa “staffetta” voluta dall’allenatore Ferruccio Valcareggi, si aspettavano un Brasile di Pelé. I Mondiali per l’Italia si rivelano splendidi fino alla finale, quando fino alla partita precedente, grazie anche al gol decisivo di Rivera, battono a 4-3 la germania, definita da molti come la partita più emozionante del secolo. In finale però gli azzurri subiscono quattro reti da Pelé e compagni, e Gianni Rivera vittima della “staffetta” con Mazzola, gioca solo gli ultimi sei minuti.
Durante gli anni ’70, Gianni Rivera è il capitano indiscusso di un fortissimo Milan che però, deve aspettare il 1979 per riconquistare il decimo scudetto. Il 1979 è il suo ultimo anno di gioco; l’anno dopo passa dietro la scrivania ricoprendo la carica di vicepresidente del Milan, dopo 19 stagioni, 658 partite e 164 gol.
Durante la sua carriera è stato capocannoniere nell’anno 1973, con 17 gol segnati. Vince quattro Coppe Italia e due Coppe delle Coppe. Nel 1974, gioca il suo quarto e ultimo Mondiale. 
Nel 1987, lasciata la carica di vicepresidente del Milan, e si butta nella politica.
Viene subito eletto nelle liste della Democrazia Cristiana. Nel 1994, in seguito allo scioglimento della Dc, entra nel Patto Segni, diventandone poi Presidente, e viene nuovamente eletto in Parlamento. Due anni dopo passa con l’Ulivo di Romano Prodi, ricoprendo la carica di sottosegretario alla Difesa, fino al 2001. Quello stesso anno, il Comune di Roma lo fa consulente per le Politiche Sportive.

Nel 2005 poi, prende parte al Parlamento Europeo e dal febbraio del 2008 fa parte del movimento politico centrista Rosa per l’Italia.


Giorgio Resmini