IL MASSACRO DI MONACO

Per il Massacro di Monaco si riferisce il fatto che avvenne durante le Olimpiadi estive del 1972, a Monaco di Baviera, Germania Ovest. Un commando di terroristi dell’organizzazione palestinese Settembre Nero fece irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico.
L’episodio portò alla morte 17 persone. Vennero uccisi tutti gli 11 atleti sequestrati, cinque terroristi ed un poliziotto tedesco. Successivamente, i servizi segreti israeliani organizzarono l’uccisione dei terroristi sopravvissuti per vendicare la morte dei 11 atleti di origine ebraica. 
L’idea dell’attentato maturò il 15 luglio 1972 durante l’incontro di tre palestinesi a Roma: di Abu Dawud e Salah Khalaf, e un esponente dell’organizzazione Settembre Nero. Le Olimpiadi iniziavano il 26 agosto 1972 quindi non c’era molto tempo. I componenti della squadra terroristica furono scelti da alcuni provenienti da Chatila, ed altri due componenti avevano lavorato nella cittadella olimpica svolgendo mansioni di cuoco e di ingegnere.

I componenti erano:

  • Luttif Afif , leader del gruppo e suo portavoce, fu lui ad aver lavorato come ingegnere nel villaggio olimpico.
  • Yusuf Nazzal, fu lui a lavorare come cuoco nel villaggio.
  • Afif Ahmed Hamid.
  • Khalid Jawad “Salah”.
  • Ahmed Chic Thaa.
  • Mohammed Safady.
  • Adnan al-Gashey.
  • Jamal al-Gashey.

Inizialmente, nessuno dei componenti conosceva lo scopo della missione. Furono tutti addestrati in Libia e poi si ritrovarono in Germania, dopo aver viaggiato a coppie e da località di provenienza diverse. Solo la sera dell’operazione vennero a conoscenza dei dettagli.
Pare che gli esponenti dell’OLP sapessero di questo attentato alle olimpiadi di monaco e approvarono la scelta ma non è stato mai chiarito fino in fondo il loro ruolo e in particolare quello della posizione di Arafat.
Il 17 luglio, 
Abu Dawud fece la prima ricognizione nel villaggio olimpico, dove valutò l’operatività e le possibili strategie alternative. 
Il 7 agosto, ritornò accompagnato da Nazzal e il 24 agosto rientrò superando i controlli della sicurezza con facilità. 
Il 26 agosto, sempre con Nazzal e una donna siriana, entrò nella palazzina israeliana per un sopralluogo definitivo sulla posizione degli appartamenti e delle stanze che ospitavano gli Israeliani.
Il 4 settembre, dopo un breve incontro nel ristorante della stazione centrale di Monaco, il commando dei terroristi era pronto per un’azione che doveva solo limitarsi in un rapimento degli atleti e non in un massacro.
Alle 4,00 del mattino i terroristi si avviarono verso la palazzina degli atleti israeliani e senza troppe difficoltà riescirono ad entrare nel villaggio ed a raggiungere gli alloggi degli atleti. Alle 4,30 i terroristi aprono una delle porte dell’alloggio comune e vengono bloccati da Yossef Gutfreund, un arbitro di lotta greco romana, che appena vide le armi si avventò contro la porta per bloccare i palestinesi ma poi i terroristi sfondano la porta e gli presero come ostaggi:

  • Amitzur Shapira, un allenatore di atletica leggera.
  • Kehat Shorr, allenatore di tiro a segno.
  • Yakov Springer, giudice di sollevamento pesi.
  • André Spitzer, allenatore di scherma.

Uno dei terroristi entrando nella stanza di Moshe Weinberg, un allenatore di lotta greco-romana, il quale afferrò un coltello da cucina per difendersi. Ma non ci riesce e un terrorista gli spara in faccia. Rimane ferito ma vivo.
Nello stesso tempo, altri terroristi andarono verso il secondo gruppo di appartamenti e riescono a catturarli quasi tutti:

  • David Berger, pesista
  • Yossef Romano, specializzato nel sollevamento pesi
  • Mark Slavin, lottatore
  • Ze’ev Friedman, pesista
  • Eliezer Halfin, lottatore.

Gad Tsobari, un’altro pesista, riuscì a fuggire dalla finestra e mettersi in salvo. A questo punto alla polizia era già segnalata il probblema.
A questo punto, Weinberg venne ucciso nel suo tentativo disperato di reagire spaccando la bocca a Badran, uno dei palestinesi. Anche Romano tentò un’azione individuale prendendo un fucile ma viene ucciso da una raffica di mitra.

Subito alle 5,00 di mattina iniziarono le trattative. I terroristi comunicarono le loro richieste scritte su due fogli: chiedevano la liberazione di 234 detenuti nelle carceri israeliani e due terroristi tedeschi, Andreas Baader e Ulrike Meinhof. L’ultimatum scadeva alle 9,00 del mattino.
La Germania rifiutò e iniziò una trattativa con i terroristi che rimandarono l’ultimatum di ora in ora senza uccidere nessuno a scopo di prolungare l’attenzione dei mass media sul loro gesto.
Dopo un tentativo, annullato, della polizia tedesca di penetrare negli alloggi israeliani i terroristi chiesero un aereo per trasferirsi al Cairo, un pulmino e due elicotteri che li avrebbero trasportati all’aeroporto. L’Egitto rifiuta in segreto di accoglierli e i tedeschi sono costretti a tentare un blitz in totale autonomia. Trasportano terroristi e ostaggi all’aeroporto e tentarono un attacco che non aveva nessun senso. Mancavano, infatti, i cecchini dotati di attrezzatura adeguata, un numero sufficiente di uomini addestrati capaci di intervenire in modo preciso per colpire solo i terroristi e preservare le vite degli ostaggi, e soprattutto un piano efficace che potesse prevedere gli imprevisti e ostacoli. Il risultato fu catastrofico; quando i terroristi si accorgono che l’aereo era una trappola, uccisero tutti gli ostaggi che si trovano nei due elicotteri. La polizia risponde al fuoco e uccide quasi tutti i palestinesi tranne tre che vennero arrestati. I tre terroristi in seguito riescirono ad ottenere la libertà grazie ad uno scambio con dei cittadini tedeschi rapiti su un volo Lufthansa dirottato il 29 ottobre fra Beirut e Ankara.
Tutto si è svolto in meno di 24 ore, alle ore 01 del giorno successivo era già tutto finito. 
La mattina dopo viene organizzata una cerimonia commemorativa all’interno dello Stadio Olimpico.
Nel 2006, su q
uesta vicenda fu diretto da Steven Spielberg il film “Munich”.

David Zahedi