LA GHIGLIOTTINA

La prima testimonianza della sua esistenza è un’illustrazione del 1307, conservata al British Museum, che raffigura la morte per decapitazione.

La ghigliottina è stata una macchina che servì per secoli per la decapitazione di persone condannate alla pena di morte in Francia, in Svizzera, in Italia, in Belgio e in Germania. Era dotata di una lama d’acciaio di forma di trapezio, tagliata a 45°, appesantita da un peso posto sopra, che la portava a circa 40 kg.
Il condannato veniva legato a una tavola e il collo del condannato veniva posizionato tra due montanti e appoggiato alla semilunetta inferiore, poi la semilunetta superiore veniva abbassata, bloccando il condannato. La lama poi immediatamente cadeva tagliando il collo. La testa del condannato cadeva in un catino, mentre il corpo veniva fatto scivolare in una cassa zincata posta alla base della ghigliottina. Durante la rivoluzione francese si usava che il boia raccoglieva la testa, tenendola per i capelli o per le orecchie, nel caso in cui il condannato fosse calvo, per mostrarla al pubblico; successivamente questa usanza fu abbandonata.
In Francia, il primo ad essere decapitato fu Nicolas Pelletier, condannato per omicidio e furto. Si dice che la grande delusione della folla fu grande, poichè per la rapidità dello strumento, non ebbe neanche il tempo di godersi lo spettacolo.

Tra gli altri condannati famosi che seguirono Pelletier ricordiamo:

  • 21 gennaio 1793: Luigi XVI, Re di Francia;
  • 16 ottobre 1793: Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, Regina di Francia;
  • 3 novembre 1793: Olympe de Gouges, drammaturga e giornalista. fu ghigliottinata perché si era opposta all’esecuzione di Luigi XVI e aveva osato attaccare Robespierre.
  • 8 novembre 1793: Manon Roland che, sul patibolo, rivolse alla statua rappresentante la Libertà, collocata in Place de la Révolution al posto della statua equestre di Luigi XIV di Francia, la famosa frase: “O Libertà, quanti crimini vengono commessi nel tuo nome!”
  • 5 aprile 1794: Georges Jacques Danton
  • 8 maggio 1794: Antoine Lavoisier, padre della chimica moderna
  • 17 luglio 1794: le 16 Beate Carmelitane di Compiègne
  • 28 luglio 1794 (10 termidoro anno II): Maximilien Robespierre e Louis Saint-Just
  • 13 marzo 1858: Felice Orsini, patriota e scrittore italiano
  • 16 agosto 1894 Sante Caserio, anarchico italiano
  • 25 febbraio 1922: Henri Landru, assassino di dieci donne e di un ragazzo
  • 17 giugno 1939: Eugen Weidmann, assassino di sei persone (ultima esecuzione pubblica in Francia)
  • 22 febbraio 1943: i fratelli Hans e Sophie Scholl e Christoph Probst (membri della Rosa Bianca), condannati a morte per tradimento nella Germania nazista
  • 10 settembre 1977: Hamida Djandoubi per sevizie e omicidio di una ragazza (ultima esecuzione capitale in Francia prima dell’abolizione).
Esecuzione della condanna a morte di Eugen Weidmann, l'ultimo ad essere ghigliottinato - 1939
Esecuzione del 1939 di Eugen Weidmann, l’ultimo ad essere ghigliottinato

L’attenzione dei media  sull’esecuzione di Eugen Weidmann (Francoforte sul Meno, 5 febbraio 1908 – Versailles, 17 giugno 1939) fu così feroce da suscitare scandalo persino oltre i confini della Francia, spingendo il governo francese a bandire completamente le esecuzioni pubbliche, anche se la ghigliottina continuerà ad essere utilizzata in segreto nelle prigioni.

Il numero preciso delle persone che sono stati ghigliottinati è sconosciuto. Si stima che solo nel periodo napoleonico furono circa 1.500 – 2.500 persone, mentre nel periodo della rivoluzione circa 15.000 – 25.000 persone.
La collocazione della ghigliottina a Parigi fu in diversi luoghi, a seconda delle vicende politiche e sociali. La prima sistemazione fu in Place de Grève, tradizionale luogo per l’esecuzione dei criminali comuni. Con le prime esecuzioni politiche che avevano seguito i fatti del 10 agosto, la ghigliottina fu spostata in Place de la Réunion, l’attuale Place du Carrousel.
La ghigliottina fu usata per l’ultima volta il 10 settembre 1977 nel carcere di Marsiglia, per l’esecuzione di Hamida Djandoubi, reo di torture e omicidio.
Nel 1981, dopo quattro anni, in Francia venne abolita la pena capitale, mutate in carcere a vita.

David Zahedi