LA MARCIA SU ROMA, “LA RIVOLUZIONE FASCISTA”

L’Ordine di smobilitazione
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Il Partito Nazionale Fascista comunica:
Fascisti di tutta Italia!
Il nostro movimento è stato coronato dalla vittoria. Il Duce ha assunto i poteri politici dello Stato per l’Interno e per gli Esteri. Il nuovo Governo, mentre consacra il nostro trionfo col nome di coloro che ne furono gli artefici per terra e per mare, raccoglie a scopo di pacificazione nazionale, uomini anche di altre parti perché devoti alla causa della Nazione.
Il Fascismo italiano è troppo intelligente per desiderare di stravincere.
Fascisti
Il Quadrumvirato supremo d’azione, rimettendo i suoi poteri alla Direzione del Partito, vi ringrazia per la magnifica prova di coraggio e di disciplina e vi saluta. Voi avete bene meritato dell’avvenire della Patria
Smobilitate con lo stesso ordine perfetto col quale vi siete raccolti per il grande cimento destinato -lo crediamo certamente- ad aprire una nuova epoca nella storia italiana. Tornate alle consuete opere poiché l’Italia ha ora bisogno di lavorare tranquillamente per attingere le sue maggiori fortune. Nulla venga a turbare l’ordine potente della vittoria che abbiamo riportato in queste giornate di superba passione e di sovrana grandezza
Viva l’Italia! Viva il Fascismo”.

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Il Quadrumvirato

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Nel novembre del 1921 i Fasci Italiani di Combattimento, movimento fondato il 23 marzo 1919, si trasformò in PNF, Partito Nazionale Fascista. Il suo fondatore, Benito Mussolini, diede inizio a Marcia su Roma con una soluzione “via parlamentare”, tenendo a freno le squadre d’azione, puntando così il consenso popolare.
Il 3 agosto del 1922, Mussolini si avvalse della collaborazione e dell’immagine di Gabriele D’Annunzio per l’occupazione del Comune di Milano, per sottintenderne la sua adesione al partito.
Il successo di Marcia su Romaorganizzata dalla PNF e guidato da Benito Mussolini, ebbe come conseguenza l’ascesa al potere del partito stesso in Italia ed il dissolvimento definitivo dello Stato liberale, già precedentemente in crisi. Vengono ricompresi nella medesima locuzione anche altri eventi collegati verificatisi, fra il 27 ed il 30 ottobre, in tutto il territorio nazionale.
La pre-tappa di Marcia su Roma è attribuibile al 1
2 agosto del 1922, quando i fascisti occupano militarmente Ancona. L’azione può considerarsi un modo per saggiare la reazione del governo e del Re Vittorio Emanuele III, in vista di un successivo tentativo su Roma. Volevano in pratica capire la posizione che avrebbe preso l’esercito di fronte ad una occupazione armata di una città. La scelta cadde su Ancona perché la città era nota per la sua avversione alle idee autoritarie; la sua fama di città ribelle era stata conquistata dalla città in seguito alla Settimana rossa del 1914 e alla Rivolta dei Bersaglieri del 1920. L’occupazione avvenne senza grossi ostacoli: la città di Ancona, che due anni prima aveva preso le armi contro il governo, cadde in mano ai fascisti quasi senza resistenza, lasciando tutti sorpresi. 

Il 14 ottobre, Mussolini scrisse su un giornale un articolo intitolato “Esercito e Nazione”, nel quale attaccava Pietro Badoglio per una frase che gli era stata attribuita e che suonava più o meno come «Al primo fuoco, tutto il fascismo crollerà». Questo scontro sarebbe poi pesato non poco nei sempre difficili rapporti fra Mussolini e il generale. Nel frattempo l’entusiasta e fedelissimo Vilfredo Pareto gli telegrafava sollecitando di accelerare i tempi. «Ora, o mai più».
La notte tra il 27 e il 28 il Presidente del consiglio fu svegliato per essere informato che le colonne fasciste erano partite verso la capitale, sui treni che avevano requisiti, mentre il Re Vittorio Emanuele III si consultava con Diaz, Thaon di Revel, Giraldi e Bencivengai maggiori esponenti dell’Esercito, se l’esercito sarebbe stato fedele alla monarchia in caso di stato d’assedio e loro, per voce di Diaz, risposero che “l’esercito avrebbe certamente fatto il suo dovere, ma sarebbe stato bene non metterlo alla prova”.
Il 28 ottobre 1922, decine di migliaia di fascisti si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la guida politica del Regno d’Italia e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza. Il 30 ottobre, due giorni dopo, il re Vittorio Emanuele III cedette alle pressioni dei fascisti e permise a Benito Mussolini di formare un nuovo governo. 
La Marcia su Roma venne celebrata negli anni successivi come l’epilogo della cosiddetta rivoluzione fascista e il suo anniversario divenne il punto di riferimento per il calendario fascista.
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David Zahedi