“Il miglior combattente non è un pugile, un karateka o un judoka.
Il miglior combattente è qualcuno che si può adattare a qualsiasi stile di combattimento”.
Quarto dei cinque figli, già da piccolo si guadoagnò il soprannome di “mo si tung – quello che non sta mai fermo”, anche se pare che per placarlo poteva bastare mettergli in mano un libro.
Bruce Jun Fan Lee (San Francisco, 27 novembre 1940 – Hong Kong, 20 luglio 1973), attore, artista marziale, regista, sceneggiatore e produttore statunitense di origini cinesi, é considerato un vero e proprio mito dell’arte del Kung-fu.
E’ nato a San Francisco, nel Jackson Street Hospital di Chinatown, perché il padre Lee Hoi Chuen, attore molto conosciuto a Hong Kong, in quel momento, era in tournèe in America con la moglie Grace, di origine tedesca e di tradizione cattolica. I due, desiderosi di tornare una volta per tutte in Cina senza dover più viaggiare, hanno chiamato il piccolo Lee Jun Fan, che in cinese significa “colui che torna”.
Indubbiamente era un ragazzino molto sveglio e intelligente, anche se agitato e poco giudizioso. A 12 anni, dopo aver frequentato la scuola elementare cinese, si iscrive al “La Salle College” periodo in cui maturò la sua passione per le arti marziali; un cambiamento non da poco, visto che la maggior parte del suo tempo fin ad allora lo dedicava allo studio della danza. Sembra che questa decisione sia stata presa a causa delle banali risse fuori dalla scuola, tra i ragazzi cinesi ed inglesi. Cosi si iscrisse alla scuola di Wing Chun del famoso maestro Yp Man, nella quale oltre alle tecniche fisiche venne a conoscenza del pensiero taoista e delle filosofie di Buddha, Confucio, Lao Tzu e di altri maestri.
La leggenda vuole che alla sua scuola viene lanciata una sfida da parte della Choy Lee Fu School: si organizza così un combattimento sul tetto di una palazzina, nel quartiere di Resettlement, e quella che doveva essere un confronto sportivo a due si trasformò presto in una rissa furiosa. Un allievo dell’altra scuola procura un occhio nero a Bruce. Il futuro re del Kung-fu reagisce ferocemente e, in preda alla rabbia, lo ferì seriamente al volto. Bruce, già maggiorenne, venne denunciato e su consiglio della madre partì per gli Stati Uniti.
Ma negli Stati Uniti si trovò a fare conti con il razzismo e si trovò coinvolto in più risse, episodi che gli fecero notare i limiti del Wing Chun.
Si trasferì poi a Seattle dove lavorò come cameriere in un ristorante; completò gli studi liceali all’Edison Tecnical School e si specializza in Filosofia alla Washington University.
Venne circondato da amici o curiosi interessati al suo il Kung fu, a quei tempi poco sconosciuto al di fuori delle comunità cinesi.
Il suo primo obiettivo diventò quello di diffondere l’arte negli Stati Uniti, ma, successivamente, abbandonerà il progetto, anzi chiuderà tutte e tre le succursali della sua scuola “Jun Fan Gong Fu Institute”; due di queste erano dirette da Dan Inosanto, a Los Angeles, e J. Yimm Lee, a Oakland.
Nel 1964 si trasferitosi in California approfondì il suo studio verso ad altre discipline, come il Kali insieme al suo amico ed allievo Dan Inosanto, il Judo, il Pugilato, la Lotta libera, il Karate e altri stili di Kung fu.
Nel tempo diventò un collezionista di libri con un’immensa biblioteca contenente volumi su ogni genere di stile e su ogni tipo di arma. Nello stesso anno immortalò la sua famosa esibizione, in occasione degli Internazionali di Karate di Long Beach, ai quali interviene su invito di Ed Parker.
Dall’elaborazione di tutti questi studi, nasce il suo “Jeet Kune Do”, la via per intercettare il pugno.
Il 17 Agosto del 1964 si sposa con Linda Emery che, nel Febbraio del 1965, dà alla luce il loro primo figlio, Brandon (Oakland, 1º febbraio 1965 – Wilmington, 31 marzo 1993), morto in giovane età come lui sul set del film “Il Corvo” in circostanze misteriose.
Negli anni 60, Bruce Lee vinse molti tornei attirando l’attenzione di tutti e soprattutto di molti registi. Così, a Los Angeles, Bruce iniziò la sua carriera di attore recitando nella popolare serie televisiva “The green hornet”. Nel frattempo nacque la sua seconda figlia Shannon (Santa Monica, 19 aprile 1969) e trova anche il tempo di insegnare regolarmente Kung-fu, una tendenza che attirò molti attori famosi, disposti a tutto pur di prendere lezioni da lui. Questi furono anche gli anni delle prime stampe dei libri sulla sua nuova arte, con l’intento nobile di diffondere la cultura spirituali dell’oriente.
Ma era la carriera cinematografica quella che gli da più notorietà. Bruce Lee, prima di morire in modo inaspettato, prima di concludere l’ultima pellicola, girò venticinque film e serie televisive, tutti tutti apprezzati dal pubblico. Dal mitico “Dalla Cina con furore”, a “L’urlo di Chen terrorizza l’Occidente”, da “I 3 dell’operazione Drago” fino al drammatico titolo postumo, “L’ultimo conbattimento di Chen”, in cui terminarono la pellicola con una sua controfigura.
La sua morte, avvenuta il 20 luglio 1973, ha lasciando il mondo a bocca aperta. Nessuno riesce a spiegare le ragioni della sua drammatica fine. C’è chi sostiene che sia stato ucciso da maestri tradizionalisti, contrari alla diffusione del Kung-fu in Occidente, e c’è chi crede che sia stato eliminato da produttori cinematografici che non avevano ottenuto il suo consenso per alcune sceneggiature a lui proposte.
La versione ufficiale della sua morte é quella di una reazione allergica ad un componente di un farmaco, l'”Equagesic”, da lui utilizzato per curare l’emicrania.
Qualunque fosse la causa della sua morte; “con lui è scomparso un mito adorato dalle folle, un uomo che attraverso l’apparente violenza dei suoi film è riuscito a trasmettere l’immagine di uomo duro ma profondamente sensibile e perfino timido”.
Al suo funerale di Hong Kong, partecipò una folla immensa; una seconda funzione in forma privata ebbe invece luogo a Seattle dove è sepolto, presso il Lakeview Cemetery.
David Zahedi