Il pittore francese Georges-Pierre Seurat (Parigi, 2 dicembre 1859 – Gravelines, 29 marzo 1891) è stato un pioniere del movimento del Puntinismo o Pointillisme, più noto in Italia col nome di divisionismo. Fu un movimento artistico sorto in Francia nell’ultimo ventennio del sec. XIX, imperniati su una tecnica pittorica che applicava i colori sulla tela in piccolissime macchie di colori puri, con pennellate separate, in forma di punti, che, osservati a distanza, ricomponevano l’unità dei toni.
Seurat, allievo piuttosto serio anche se non particolarmente talentuoso, dopo i primi insegnamenti dello zio Paul, un pittore dilettante, nel 1876 si iscrive alla scuola comunale di disegno, dove conosce Edmond-François Aman-Jean (Chevry-Cossigny, 13 gennaio 1858 – Parigi, 25 gennaio 1936). Qui Seurat ha l’opportunità di copiare i disegni di maestri come Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo 1483 – Roma, 6 aprile 1520) e Hans Holbein il Giovane (Augusta, 1497 o 1498 – Londra, 7 ottobre 1543), e sempre in questo periodo si esercita anche su calchi in gesso che lo portano ad approfondire la conoscenza delle opere di Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 29 agosto 1780 – Parigi, 14 gennaio 1867), di cui apprezza il plasticismo e le linee pure.
Nel 1878 si iscrive alla Scuola delle Belle Arti, dove segue i corsi di Henri Lehmann (Kiel, 14 aprile 1814 – Parigi, 30 marzo 1882), un pittore e ritrattista tedesco naturalizzato francese), e legge la “Legge del contrasto simultaneo dei colori”, testo scritto dal chimico Michel Eugène Chevreul (Angers, 31 agosto 1786 – Parigi, 9 aprile 1889) è stato un chimico francese che ha lungamente condotto studi sugli acidi grassi e sulle loro applicazioni nell’arte e nella scienza. È riconosciuto come l’inventore delle margarine ed è considerato anche uno dei pionieri della gerontologia, che gli apre un mondo nuovo a proposito dello studio dei colori. Seurat, da questa lettura, apprende che la posa di un colore non permette solo di colorare una certa parte di tela, ma anche di colorare la parte di tela circostante con il suo colore complementare.
Nel frattempo Seurat frequenta Musée du Louvre con assiduità, rendendosi conto che le teorie sui colori da lui apprese in realtà venivano già messe in pratica, sotto altre chiavi di lettura, da Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice, 26 aprile 1798 – Parigi, 13 agosto 1863) e da Paolo Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 19 aprile 1588), anche se in modo empirico, e studia le copie della “Leggenda della Vera Croce” realizzata da Piero della Francesca.
Poco dopo rimane profondamente colpito, insieme con Ernest Laurent (Parigi, 8 giugno 1860 – Bièvres, 25 giugno 1929), da una Mostra degli Impressionisti in scena in avenue Opèra in cui vengo esposte opere di Pissarro, Monet, Degas, Mary Cassatt, Gustave Caillebotte e Jean-Louis Forain. Colpito da quella corrente artistica, capisce che per lui l’istruzione classica non è più sufficiente, e di conseguenza abbandona la Scuola di Belle Arti. Inizia così a realizzare le prime tele, dopo aver letto anche “Il Libro della pittura”, un codice del XVI secolo basato su annotazioni di Leonardo da Vinci sulla pittura, probabilmente realizzato da Francesco Melzi (Milano, 1491 – Vaprio d’Adda, 1568) attorno al 1540.
Interessatosi alla luce e fenomeni luminosi, esclude le pennellate irregolari dell’impressionismo, e si dedica invece al puntinismo, applicando i colori sulla tela in piccolissime macchie di colori puri in forma di punti, con pennellate separate, che, osservati a distanza, ricomponevano l’unità dei toni.
La prima opera di rilievo di Seurat risale a due anni prima: è “Un bagno ad Asnières”, esposta al Salone degli Indipendenti (attualmente è alla National Gallery di Londra). Seurat, influenzando artisti singoli come Van Gogh e Paul Gauguin ma anche un’intero movimento artistico della pittura moderna, iniziò ad ereditare inconsapevolmente il patrimonio culturale degli Impressionisti, radicando le basi del Cubismo, del Fauvismo e addirittura del Surrealismo.
Fra i suoi dipinti eccellenti si deve citare Le modelle – Les Poseuses, un dipinto a olio su tela (199,5×250,5 cm) realizzato nel 1888. Il dipinto rappresenta apparentemente tre figure femminili, una seduta di schiena, una frontale in piedi ed una di profilo seduta, intenta a infilarsi una calza, ma sono sempre la stessa modella che assume le diverse pose.
Seurat nelle sue ricerche non rinuncia allo spazio naturale; ne è un’esempio “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte – Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte”, realizzato nel 1883-85 e conservato all’Art Institute di Chicago. Il tema scelto da Seurat è decisamente impressionista pur discostandosi notevolmente. Il dipinto rappresenta circa quaranta figure, una folla tranquilla e calma intenta allo svago, al gioco, alla pesca, alla lettura, alla passeggiata e relax.
Spostatosi da Parigi a Port-en-Bessin, soggiorno estivo sulla Manica, Seurat viene ispirato da vedute marine realizzate a puntini, come l'”Entrata del porto”. Gli ultimi lavori di Seurat lo vedono affrontare il movimento, fino ad allora accuratamente evitato. Anche i soggetti scelti lo testimoniano: basti pensare allo Lo “Chahut”, 1889 – 1890, olio su tela, cm 172 x 141, o agli artisti dell’incompiuto “Il circo”, olio su tela (185,5×152,5 cm) lasciato realizzato e lasciato incompiuto nel 1891.
Geoges Pierre Seurat muore la mattina del 29 marzo 1891 a causa di un forte mal di gola tramutatosi in una violenta influenza. La causa ufficiale della morte fu un’angina, anche se la verità non è mai stata resa nota. Probabilmente Seurat aveva contratto un’encefalite acuta, patologia che in Francia in quell’anno aveva già provocato diverse morti. Due settimane dopo il decesso di George, anche suo figlio morirà di encefalite.
Alessia Marcon