Il 16° presidente Abramo Lincoln proclamò due ordini esecutivi in qualità di Comandante in capo dell’esercito e della marina secondo l’articolo II, sezione 2ª della Costituzione degli Stati Uniti. Questi due ordini passarono alla storia come “Proclama di Emancipazione”, un documento composto da due ordini esecutivi promulgati dal presidente degli Stati Uniti durante la guerra civile americana.
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- il primo, emanato il 22 settembre 1862, che decretava la liberazione di tutti gli schiavi dai territori degli Stati Confederati d’America dal 1º gennaio 1863.
- Il secondo ordine elencava formalmente la lista di dieci stati in cui il primo ordine doveva essere tassativamente applicato.
Si trattava semplicemente di un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Per la comunicazione di queste due ordini si utilizzarono l’usanza antica di divulgare notizie gridandole nelle vie, piazze o luoghi di ritrovo, per permettere alla maggior parte della popolazione di venirne a conoscenza.
A seguito di questo Proclama, durante gli anni successivi e fino al 1865 sono state liberate circa quattro milioni di persone.
Questo Proclama, di notevole importanza, venne promulgato durante la guerra civile americana, detta anche guerra di secessione americana (1861 – 1865). Quest’ultima vede contrapposti da un lato gli Stati Uniti d’America e dall’altro gli Stati Confederati d’America, di cui fanno parte i 7 stati che dichiarano la propria secessione dagli Stati Uniti d’America e cioè Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas. Successivamente si uniscono alla Confederazione altri quattro Stati: Virginia, Arkansas, Carolina del Nord e Tennessee.
Successivamente, nel 1864, Lincoln, insieme ad altri politici statunitensi, per evitare che il Proclama fosse considerato una mossa politica dovuta alla guerra, propone la ratifica del XIII emendamento della Costituzione Americana, grazie al quale, il 18 dicembre 1865, la schiavitù viene definitivamente abolita.
David Zahedi