L’aggressore bastona la gamba destra della pattinatrice Nancy Kerrigan: l’aggressione sarebbe stata commissionata da Tonya Harding, rivale sportiva e connazionale, che prima dei Giochi olimpici invernali di Lillehammer avrebbe cospirato per toglierla di mezzo. Le due atlete si erano incontrate per la prima volta nel 1988, ai campionati assoluti americani. Harding si piazza in quinta posizione, mentre Nancy Karrigan arriva dodicesima.
Era il 6 gennaio del 1994 quando si apre questa piccola, triste e dolorosa pagina dello sport: le protagoniste sono Nancy Kerrigan e Tonya Maxine Harding, una è la vittima e una la carnefice. Sono due giovani atlete americane molto diverse tra loro per estrazione sociale e modo di intendere la vita, unite soltanto dalla grande passione per il pattinaggio artistico sul ghiaccio.
Nancy Kerrigan (Woburn, 13 ottobre 1969) è figlia di un operaio, la mamma è una casalinga che diventa cieca quando Nancy ha soltanto un anno di vita. La piccola Nancy ha le idee chiare, e inizia la sua carriera a sei anni. I genitori fanno di tutto per assecondare questa sua passione e affrontano le spese e le difficoltà con tanti sacrifici.
La piccola Nancy Kerrigan è così brava che, dopo pochi anni, riesce a mantenersi grazie alle sponsorizzazioni degli abitanti del suo paese che la sostengono e credono nel suo talento.
Le due atlete, quando si esibiscono in pista, sono molto diverse: Nancy è la più delicata, leggera nei movimenti, sorridente e dal viso angelico. Le sue esibizioni perfette incantano e conquistano il pubblico.
Tonya Maxine Harding (Portland, 12 novembre 1970), originaria dell’Oregon, divenne presto una pattinatrice di livello internazionale. Fu la seconda donna, dopo la giapponese Midori Ito, ad eseguire un triplo axel in una competizione ufficiale.
Fin da subito sua madre intuisce il talento della figlia e la indirizza al pattinaggio, mentre il padre la tratta come se fosse un maschietto, insegnandole come sparare con il fucile o tagliare la legna. Nonostante la realtà economica della famiglia non sia delle più felici, la madre di Tonya, cameriera part-time, investe energia e soldi per fare seguire alla figlia i corsi di pattinaggio artistico. Tonya Harding oltre ad essere molto brava, soprattutto ha una potenza fisica davvero rara da trovare in una ragazza. In particolare, Tonya è una forza nei salti. Il rapporto tra la ragazza e sua madre, però, non sono molto esaltanti. Spesso la donna, con un brutto carattere e vari fallimenti sentimentali alle spalle, aggredisce sua figlia durante gli allenamenti in palestra.
In carriera, Tonya Maxine Harding si impone subito come una delle pattinatrici più promettenti a livello internazionale. Secondo gli intenditori, Tonya può diventare una delle atlete più forti della storia, per la forza e la perfezione con cui esegue le combinazioni ed i salti.
Ma, la ragazza ha un carattere difficile e scontroso, e la situazione familiare non la aiuta certo a stare più serena. I genitori si separano e lei resta a vivere con sua madre ed il nuovo compagno. Appena compiuti diciotto anni, Tonya si trasferisce da Jeff Gilloolay, suo fidanzato e futuro marito. Nel 1990, due anni dopo, i due si sposano e Tonya è sempre più decisa a “conquistare” le Olimpiadi di Albertville del 1992.
Nel 1991, Tonya Harding riesce a completare in gara un salto molto complicato, chiamato “triplo Axel” che la porta alla qualifica per i mondiali. Tonya, a Monaco di Baviera, conquista la medaglia di argento, mentre la “rivale” Nancy Kerrigan quella di bronzo. Intanto, nel 1991, Tonya divorzia dal marito Jeff per ritornare di nuovo insieme nel 1993. In una delle tante liti violente pare che Tonya fosse intenzionata a sparare al marito.
Intanto Nancy migliora sempre di più nelle sue prestazioni sportive e, nel 1992, si aggiudica il secondo posto ai campionati americani e anche ai mondiali nello stesso anno, mentre Tonya Harding è solo al sesto posto. Alle Olimpiadi di Albertville Nancy Kerrigan ottiene un brillante risultato, conquistando la medaglia di bronzo. La Harding si aggiudica il quarto posto.
Nel novembre 1993 i giudici di una gara ricevono una segnalazione, e avvertono Tonya che qualcuno la minaccia di morte. I giudici decidono per motivi di sicurezza di far saltare all’atleta la gara in questione, e ammetterla alla prova direttamente. Intanto il pubblico si schiera dalla parte di Tonya, che riceve molte prove di affetto, stima e solidarietà. Si scopre ben presto che è stata proprio lei ad inviare la minaccia di morte nei propri confronti. Il piano è molto astuto, e punta ad acquistare consensi per arrivare alle Olimpiadi di Lillehammer. Ma, la vera vittima del progetto è proprio Nancy Kerrigan, che ora per Tonya è una rivale temibile che va eliminata dalla scena. Tonya organizza quindi una aggressione ai danni dell’atleta, ingaggiando due persone per compiere l’operazione.
Uno dei due è Shane Stant, pagato dalla Harding, colpisce violentemente il ginocchio di Nancy mentre l’atleta sta rilasciando un’intervista ad un giornalista. Nancy non riporta una ferita grave, ma guaribile in due settimane.
La federazione autorizza Nancy a partecipare comunque alle gare olimpioniche, mentre le indagini sull’aggressione portano in brevissimo tempo a Tonya Harding. Qualcuno rivela che esiste una registrazione del piano attuato da Tonya e i suoi complici, e dopo poco tempo questi vengono arrestati, e Shane Stant, l’esecutore materiale, confessa.
Entrambe le atlete partecipano ai giochi olimpici e Nancy Kerrigan conquista la medaglia d’argento, mentre Tonya Harding arriva all’ottavo posto. Più tardi, quando viene dimostrato il suo coinvolgimento nella triste vicenda, viene squalificata a vita.
Attualmente Nancy Kerrigan è sposata con il suo agente e vive una vita dignitosa e serena. Tonya Maxine Harding, invece, l’altra è sempre più sprofondata in basso, tra divorzi e tribunali.
Nel marzo del 1994 Tonya Maxine Harding accettò di pagare una multa di 160.000 dollari per evitare il processo, continuando però a dichiarare la propria estraneità alla commissione dell’aggressione. La federazione americana le revocò il titolo nazionale appena vinto e bandirla a vita; anche il circuito ISU la dichiarò “persona non gradita”. Ad aggiungere ulteriore clamore fu la diffusione da parte dell’ex marito, Jeff Gillooly, di un video girato con la Harding in camera da letto.
Nausica Baroni