IL PROIBIZIONISMO

“Ho fatto i soldi fornendo un prodotto richiesto dalla gente. Se questo è illegale, anche i miei clienti, centinaia di persone della buona società, infrangono la legge. La sola differenza fra noi è che io vendo e loro comprano. Tutti mi chiamano gangster. Io mi definisco un uomo d’affari”. (Al Capone)
Il termine proibizionismo, il bando sulla fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool, 
include in se il periodo fra il 1919 e il 1933 in cui negli Stati Uniti, tramite il XVIII emendamento e il Volstead Act.
Inizialmente, in un clima di assoluto moralismo venne proibito l’uso dell’oppio e di qualsiasi sostanza alterante tramite “Harrison Narcotics Act” del 1914. Succesivamente venne stabilito anche il bando sull’alcool tramite il “Volstead Act” del 1919 e il XVIII emendamento degli Stati Uniti, entrato in vigore il 16 gennaio 1920. La sera del 15 gennaio in tutti gli Stati Uniti decine di migliaia di persone svuotarono i negozi per fare l’ultimo rifornimento legale delle bottiglie di alcolici.
Dal giorno successivo il prezzo dell’alcool andò alle stelle, facendo nascere il conseguente mercato nero.
Il Senatore Andrew Volstead (Kenyon, 31 ottobre 1860 – Granite Falls, 20 gennaio 1947), promotore della legge, dichiarò: “I quartieri umili presto apparterranno al passato. Le prigioni e i riformatori resteranno vuoti. Tutti gli uomini cammineranno di nuovo eretti, tutte le donne sorrideranno e tutti i bambini rideranno. Le porte dell’inferno si sono chiuse per sempre”.

Invece, al contrario, la criminalità aumentò. Già alle ore 00.45 del 15 gennaio, a Chicago, una banda armata assalì un treno carico di whiskey dal valore di 100.000 dollari, dando così ufficialmente l’inizio al contrabbando e al mercato nero sugli alcolici. Fra le prime conseguenze del proibizionismo ci fu la pericolosità della qualità, in quanto non soggetta a controlli sanitari e qualitativi, e la crescita della criminalità. Infatti, dopo il vigore del Proibizionismo, milioni di americani hanno continuato a bere pagando molto di più del prezzo reale. Il prezzo degli alcolici aumentava di dieci volte dopo l’acquisto all’ingrosso in paesi dov’era ancora legale, come il Canada o il Messico, e il conseguente contrabbando in territorio statunitense. Gli alcolici arrivavano con barche o venivano direttamente realizzati nei laboratori clandestini, perfino nei boschi, dove si realizzavano birra o surrogati del whiskey e di altri superalcolici. 
Dopo una prima fase in cui le bottiglie venivano vendute nei negozi, iniziarono a fiorire gli “Speak-easy”, sorte di club con ingresso tramite parola d’ordine dove si poteva bere tranquillamente. Nel 1920, l’anno dell’inizio del Proibizionismo, a New York erano presenti 32.000 Speak-easy, contro i soli 15.000 locali legittimi di prima della proibizione.
In questi “ruggenti anni venti”, nacque il fenomeno noto come gangsterismo, che portò gengster come il boss Al Capone a una ricchezza smisurata. Si trattava di un giro d’affari di miliardi di dollari dell’epoca, tutto esentasse. Fu così che Al Capone fu arrestato per evasione, nell’accertamento fiscale del 1927, per oltre cento milioni di dollari. I proventi di Al Capone venivano reinvestiti in attività legali e illegali, servirono a pagare la sua candidatura in politica e il controllo che esercitava sul Municipio, sulla figura del Sindaco William “Big Bill” Hale Thompson, Jr. e la stessa polizia.
Nel 1929, il Congresso votò un ampliamento alla legge sul Proibizionismo: stabilendo pene detentive anche per chi consumasse alcol, mentre fino a quel momento erano vietate solo la produzione, l’importazione e la vendita. La teoria era che, se si arrestava chi beveva, ci sarebbero state meno vittime dell’alcool e dei crimini correlati.
Si aprì così una fase di dura guerra fra la polizia e le bande criminali, in risposta a efferati atti di sangue come la Strage di San Valentino e al conseguente malcontento dell’opinione pubblica, che iniziava a domandarsi se proibire le sostanze alcoliche fosse il modo più razionale per risolvere gli eventuali problemi collegati al suo consumo. Venne poi stabilito un regime di tolleranza zero nei confronti della “droga” e degli “spacciatori”: la polizia sparava ai barili sui camion e spaccava a manganellate le bottiglie nei locali sotto gli occhi di tutti, era protagonista di frequenti conflitti a fuoco in strada con i gangster. Le vittime fra gli agenti furono molte, così come quelle fra i cittadini inermi, ai quali bastava un gesto equivoco per finire sotto i proiettili della polizia.
Dopo l’arresto di Al Capone per evasione fiscale ad Atlanta, la fortuna del business dell’alcol proibito continuò con altri gangster come Lucky Luciano, o provvidero a renderlo completamente legale, come Joseph P. Kennedy, Sr., contrabbandiere di alcol negli anni della proibizione e padre del futuro Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. I più grossi finanziatori dell’Anti-Saloon League erano Henry Bourne Joy della casa automobilistica Packard e il magnate del petrolio John D. Rockefeller che avevano appoggiato la Temperanza perché ritenevano che gli operai non avrebbero bevuto prima di lavorare o sul posto di lavoro, aumentando e rendendo più efficiente la produttività.
Franklin Delano Roosevelt, nella campagna elettorale del 1932, dichiarò di voler cancellare il Proibizionismo. Quando, nel 1932, venne eletto Presidente, si trovò a dover fronteggiare una gravissima crisi economica dovuta al crollo della Borsa di New York del 1929. Alla disastrosa situazione si aggiunsero gli effetti negativi del proibizionismo che hanno raggiunto proporzioni davvero preoccupanti. Roosevelt diede immediatamente il via ad un vasto programma di riforme, il “New Deal”, ottenendo, nel 1933, l’approvazione del Congresso per il XX Emendamento con il quale si liberalizzava l’uso dell’alcool ponendo fine al Proibizionismo.
Alle ore 17.27 (ET) di martedì 5 dicembre 1933, si satbilì la fine del XVIII Emendamento e del Volstead Act: così, milioni di Americani poterono acquistare l’alcol liberalizzato e regolarmente tassato, facendo impennare le entrate del Governo. La fine del proibizionismo creò circa un milione di posti di lavoro collegati all’industria degli alcolici.
Migliaia di affiliati a bande criminali correlate al mercato nero dell’alcool videro andare in fumo, da un giorno all’altro, un business da miliardi di dollari.

David Zahedi