Lo “Slave Trade Act” é stato l’iniziativa grazie alla quale, in Gran Bretagna, venne abolito il commercio degli schiavi: un atto del Parlamento, che divenne effettivo il 1° gennaio 1808, il cui nome completo è “An act for the abolition of the slave trade – un atto per l’abolizione della tratta degli schiavi”. Tuttavia, la legge abolì il commercio degli schiavi nell’Impero Britannico, ma non la schiavitù stessa: solo nel 1833, dopo 26 anni, grazie allo “Slavery Abolition Act”, la schiavitù venne effettivamente abolita.
Nel 1787, per opporsi alla schiavitù e alla tratta degli schiavi, era stato costituito il “Committee for the abolition of the slave trade – il Comitato per l’abolizione del commercio degli schiavi”, composto da un gruppo di protestanti evangelici inglesi uniti ai quaccheri che vedevano la schiavitù assolutamente immorale, una condanna per l’umanità.
Le motivazioni religiose e umanitarie erano molto forte e nel tempo, il gruppo degli abolizionisti trovò sempre più alleati, soprattutto tra i membri del Parlamento Britannico, circa una quarantina. L’alleanza tra protestanti evangelici e quaccheri era chiamata “Saints”, guidata da William Wilberforce (Kingston upon Hull, 24 agosto 1759 – Londra, 29 luglio 1833), che sin dal 1787 si era impegnato per la causa.
Il successo della campagna contro la schiavitù è stato favorito anche dalla posizione governativa di Lord Grenville (Wotton Underwood, 25 ottobre 1759 – Burnham, 12 gennaio 1834), il quale in prima persona si prestò per far passare il disegno di legge alla House of Lords, mentre nella House of Commons esso era gestito da Charles James Fox (Westminster, 24 gennaio 1749 – Chiswick, 13 settembre 1806), che tuttavia muore prima che la legge divenga effettiva.
Un’altro componente importante che contribuì per l’approvazione dello “Slave Trade Act” fu “Act of Union”, che ha permesso a cento deputati irlandesi di entrare in Parlamento.
Per la prima volta, il disegno di legge viene presentato in Parlamento nel gennaio del 1807, e raggiunge la House of Commons il 10 febbraio. Tredici giorni più tardi, dopo una battaglia di vent’anni, viene approvata la mozione per abolire il commercio degli schiavi. Pur mettendo fuori legge solo il commercio degli schiavi, e non la schiavitù.
Negli anni successivi, l’Impero Britannico usa la propria autorità internazionale per indurre a mettere fine, a loro volta, al commercio degli schiavi.
-Il 2 marzo 1807, gli Stati Uniti, in particolare, abolirono la tratta internazionale degli schiavi ma non quella interna al Paese;
-Nel 1810 venne sottoscritto un trattato tra Gran Bretagna e Portogallo nella quale veniva stabilito che i lusitani dovevano restringere il commercio degli schiavi alle proprie colonie;
-Nel 1813, tre anni più tardi, fu la volta del trattato tra Gran Bretagna e Svezia nella quale la Svezia mise fuori legge il commercio degli schiavi;
– Nel 1814 venne firmato il trattato tra Bretagna e l’Olanda, che abolisce il commercio degli schiavi;
– Il 30 marzo 1814, il trattato di Parigi fa sì che la Francia dichiari la tratta degli schiavi “ripugnante rispetto ai principi di giustizia naturale”, e prometta di abolirla completamente nel giro di cinque anni.
-Nel 1817, infine, anche la Spagna accettò di sopprimere la tratta entro tre anni.
L’entrata in vigore dello “Slave Trade Act” sanzionava multe salate ai capitani che continuavano a commerciare schiavi: ogni schiavo trovato su una nave imponeva una multa di 100 sterline.
Nel 1808 la Royal Navy costituì il “West Africa Squadron” per controllare le coste occidentali dell’Africa: fino al 1860, vennero liberati più di 150.ooo africani, e circa 1600 navi bloccate.
David Zahedi