PETRUS CHRISTUS

Nelle Fiandre, il periodo dei Primitivi Fiamminghi aveva determinato la nascita della scuola delle arti del Quattrocento. La tecnica per eccellenza era l’olio e creava uno stile minuto, eccelso nella riproduzione di oggetti, nello spiccato naturalismo e nella resa del paesaggio in profondità spaziale, tra questi eccelse Petrus Christus (Baarleg-Hertog 1410 circa – Bruges, 1475 circa). Le informazioni biografiche su di lui sono molto scarse, addirittura non si conosce il suo vero nome: Petrus Christus fu dedotto per la firma apposta su alcuni dipinti, petr. XPI. Notizie certe si hanno il 7 luglio 1444, quando ottenne la cittadinanza di Bruges con la moglie, inoltre nel 1458 era iscritto alla confraternita della Madonna dell’Albero Secco, una delle notevoli associazioni del tempo che contava tra i suoi membri anche i duchi di Borgogna e i banchieri italiani, gli Arnolfini. Probabile invece un viaggio in Italia; l’artista, infatti, fu uno dei primi fiamminghi ad adottare la costruzione spaziale geometrica della prospettiva a punto di fuga unico. Ben documentata, è la presenza di sue opere nelle collezioni italiane a Firenze, Palermo e Napoli sin dal Quattrocento. Tutta la pittura dell’Artista Fiammingo appare nata sotto il segno di Jan Van Eyck (Maaseik, 1390 circa – Bruges, Giugno 1441) , di cui egli fu il seguace più fedele: a differenza del Maestro grande fondatore dell’eredità fiamminga, Christus semplificava le forme, riducendo il linguaggio espressivo a una sorta di “fiammingo di base” con un impoverimento delle raffinatezze ottiche e micrografiche tipiche invece della pittura di Van Eyck. Nei suoi ritratti prediligeva la silenziosa calma dei personaggi; non mancano anche le indicazioni architettoniche, che si aprono in ambienti prospettici, come nel “Ritratto di Edward Grimeston” (Olio su Tavola, cm. 34 x 25, 1446, Earl of Verulam Collection, Londra). Altra opera di notevole fascino iconografico è il piccolissimo “Cristo dolente” (Olio su Tavola, cm.11,2 x 8,5,1444-1446, Birmingham Museum and Art Gallery, Birmingham), che unisce l’immagine pietosa del Cristo con l’allusione al Cristo Giudice, presente negli angeli con la spada e il giglio della misericordia. Di poco successiva è il “Sant’Eligio nella bottega di un orefice” (Olio su Tavola, cm. 98 x 85, 1449, Metropolitan Museum, New York) e la “Deposizione” (Olio su Tavola, cm. 29,2 x 21,6, 1450 circa, Metropolitan Museum, New York). Quest’ultimo dipinto di colore greve e con forti opposizioni chiaroscurali, evoca un’atmosfera cupa e di accento drammatico. L’affascinante “Ritratto di fanciulla” (Olio su Tavola, cm. 29 x 22,5, 1470 circa, Gemäldegallerie, Berlino) è uno dei migliori esempi di Arte Fiamminga del XV secolo. Il ritratto di “Dama Franzese” fu citato negli inventari medicei del 1492, come opera di “Pietro Cresti de Bruggia”. È rappresentata una giovane ragazza di elevato rango sociale, dati gli abiti altolocati quali la mantella bordata di pelliccia, un’ appariscente collier in oro e perle e l’alto cappello cilindrico di velluto nero. L’opera è alquanto delicata ed essenziale, in assoluto contrasto con la produzione sacra, più sfarzosa e ricca di dettagli descrittivi, in cui l’uso dei colori a olio permette un’acuta definizione della luce resa attraverso morbidissimi passaggi tonali, che riescono a restituire la diversa consistenza dei materiali. Il viso di porcellana, lo sguardo altero della fanciulla, e l’eleganza dei toni freddi blu e bianchi, ne fanno uno dei grandi capolavori di Christus. Opera di grande respiro e senza precedenti nella pittura fiamminga è la “Morte della Vergine” (Olio su Tela,cm. 171,1 x 138,4, 1457-1467, Timken Art Gallery, San Diego) che in origine era al centro di un trittico. La scena, sita all’interno di un grande stanzone disadorno immerso nella luce del crepuscolo, descrive il compianto degli apostoli. Immagine di gusto e sensibilità puramente romantica.
Il rapporto Christus – Italia, negli ultimi anni della sua attività, si strinse probabilmente attorno alla figura di Antonello da Messina (Messina, 1429/1430 – Messina, Febbraio 1479). Quali siano stati i rapporti di materiale colleganza tra il messinese e l’olandese-fiammingo (conosciuto e apprezzato anche in Sicilia) rimangono ancora oscuri. Passata la metà del XV secolo, i dipinti di Christus assunsero un tono più monumentale, di questo periodo maturo sono la “Natività” (Olio su Tavola, cm. 130 x 97, 1465 circa, National Gallery of Art, New York), la “Sacra famiglia” (Olio su Tela, cm. 69,5 x 51, 1466/1467, Nelson- Atkins Museum of Art, Kansas City), la “Madonna dell’Albero secco” (Olio su Tavola, cm. 17,4 X 12,4, 1465 circa, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid) e il “Ritratto d’uomo” (Olio su Tavola, cm. 48,3 x 31,1, 1475 circa, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles). Petrus Christus ebbe importanza nel diffondere l’altissimo linguaggio fiammingo del XV secolo, mutando nuove concezioni di spazio, di volume, di superficie, di ambiente, passando dall’Italia (Lombardia, Toscana e Meridione), alla Francia (Borgogna, Provenza), alla Spagna (Catalogna), alla Germania (Renania e Centro) e alla Svizzera.

Raffaella Campobasso