“Compito autentico del ritratto fotografico è di estrarre la verità psicologica del soggetto”
(Felix Nadar)
Per le sue immagini vellutate si vide regalare il titolo di “Tiziano della fotografia”.
Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 – Parigi, 21 marzo 1910), in arte Nadar, è stato un’importante fotografo, pittore, caricaturista e scrittore francese, noto soprattutto come pioniere della fotografia.
Nel suo atelier, al n.35 di Boulevard des Capucines a Parigi, realizzò nel 1848 caricature per il giornale parigino “Le Charivari” nel 1848, per poi contribuire nel 1849 alla fondazione de “Le Revue comique” e “Le Petit journal pour rire”. Le prime fotografie di Nadar risalgono al 1853 e, nel 1858, realizzò le prime fotografie aeree della storia, le prime foto scattate da un aerostato. Sperimentò per primo l’impiego del flash al magnesio nella fotografia.
Nel 1863, costruì “Le Géant – Il gigante”, un enorme pallone ad aria calda di 6000 m³, che ispirò l’amico scrittore Jules Verne (Nantes, 8 febbraio 1828 – Amiens, 24 marzo 1905) a scrivere il romanzo “Cinque settimane in pallone – Cinq semaines en ballon”. Il fallimento di Le Géant lo convinse che il futuro dell’aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più pesanti dell’aria, istituendo un’associazione per la loro promozione, nella quale rivestiva la carica di presidente e Verne di segretario. Fu anche fonte di ispirazione per il personaggio di Michel Ardan, protagonista del romanzo protofantascientifico Dalla Terra alla Luna di Verne.
Nel 1854 realizzò “Panthéon Nadar”, famose serie di fotografie e di caricature di celebri personaggi del suo tempo . Nello stesso anno sposa Ernestine Lefevbre, di religione protestante, che due anni darà alla luce Paul. Ernestine lo supporterà costantemente nella sua attività di fotografo, occupandosi anche dell’organizzazione degli ateliers.
Nel suo studio di parigino, nell’aprile del 1874, ospitò la prima mostra collettiva de “l’impressionismo“, contribuendo alla nascita della loro fama, venendo criticato insieme a loro di un’arte pesante, di uno schiaffo all’arte ufficiale. I pittori in questione erano Monet, Manet, Sisley, Pissarro, Morisot, Degas, Cézanne e Renoir.
Fra i suoi clienti illustri troviamo Baudelaire, Bakunin, Champfleury, Delacroix, Dantan, Doré e Nerval.
Nel 1886 realizzò per Le Journal Illustré, insieme al figlio Paul, il primo servizio di fotogiornalismo: una intervista fotografica allo scienziato M. Chevreul, le fotografie vengono realizzate dal figlio Paul, anche intervistatore con un “fonofono”. Nello stesso anno Nadar e la moglie Ernestine partironono per un lungo viaggio in Italia, lasciando al figlio Paul la direzione dell’atelier. Al ritorno dal viaggio, la moglie Ernestine venne colpita da emiplagia e i coniugi nel 1887 si trasferirono nella foresta di Sénart, non lontano dalla capitale, dove Nadar si dedicò alla pittura e scrisse le proprie memorie; inviando articoli a Le Temps, Le Figaro, ecc…
Durante questo periodo pubblicò: Histoires Buissonnières; L’Hôtellerie de Coquecigrues; Sous l’Incendie e Le Monde où on patauge.
Nel 1894 il figlio Paul, che nel frattempo aveva modernizzato l’azienda con grandi investimenti, si trovò in difficoltà economiche e abbandonò lo studio della Rue d’Anjou e Nadar si vide costretto a tornare a Parigi.
Nel 1896, dopo un’operazione chirurgica, si trasferì a Marsiglia, fondando la “Nouvelle Maison de Photographie Nadar”. Pubblicò “Quand j’étais Photographe”; nell’ambito dell’Esposizione Universale di Parigi, venne organizzata una grande retrospettiva delle sue opere. Nello stesso anno cedette lo studio di Marsiglia ai fotografi Boissonas e Detaille e nel 1903 pubblicò “I ricordi della Comune”.
Nel 1907 vendette al “Cabinet des Estampes” i disegni del Pantheon e, nel 1909, rimase vedovo e vendette la sua collezione di disegni di Guys.
Nel 1910, malato di broncopolmonite, all’età di novant’anni, muore il 20 marzo e venne sepolto nel Cimitero di Père Lachaise a Parigi.
L’anno successivo della sua morte, venne pubblicato il suo libro “Charles Baudelaire intime, le poète vierge” (A. Blaizot – Parigi, 1911), che offre una rievocazione del grande poeta, al quale Nadar era molto legato.
Nel 1951, la figlia di Paul cedette allo stato francese quanto rimasto dello studio Nadar: più di 450.000 negativi su lastre di vetro, di cui circa 6.000 lastre al collodio, ovvero la produzione di Nadar, quella della moglie Ernestine e del figlio Paul.
Alessia Marcon