La nascita della casa automobilistica della Lancia si deve all’entusiasmo e alla passione di Vincenzo Lancia (Fobello, 24 agosto 1881 – Torino, 15 febbraio 1937), il minore dei cinque figli del cavalier Giuseppe Lancia.
Giuseppe Lancia aveva progettato un futuro certo per ogni suo figlio e avrebbe voluto che Vincenzo diventasse avvocato; le sue speranze furono spente quando Vincenzo non mostrò alcun interesse per lo studio e a scuola fu spesso rimandato.
Giuseppe Lancia provvede al disonore mandando Vincenzo in collegio per potergli far conseguire il diploma di ragioniere. Vincenzo, però, è distratto dall’officina dei Ceirano che si trovava nel cortile della loro casa. I Ceirano producevano biciclette con il nome di Welleyes e dopo numerosi litigi, convince il padre a lasciarlo lavorare nell’officina come contabile. In realtà Vincenzo è attratto dalla meccanica e presto si occupa dei motori perché l’officina ha da poco iniziato a produrre automobili e il giovane Lancia ne è affascinato.
All’età di diciotto anni, Vincenzo è assunto in FIAT come collaudatore e nel 1906 diventa costruttore; nello stesso anno fonda la “Lancia” insieme al suo amico Fogolin. Oggi la Lancia fa parte, insieme all’Alfa Romeo, del gruppo FIAT. La Lancia è sempre stata all’avanguardia rispetto alle richieste del mercato e per questo motivo, le proposte e le innovazioni introdotte sulle sue auto erano spesso sottovalutate. Quando la Lancia fu acquistata dalla Ferrari, il progettista Vittorio Iano si appropriò dei disegni e dei progetti dei motori delle macchine Lancia e qualche mese dopo la casa di Maranello, lanciò sul mercato la Ferrari-Dino, le cui linee ricordano molto i disegni della Lancia.
Nel 1918 è brevettato da Lancia un motore a otto cilindri su due fili a quarantacinque gradi e un propulsore a dodici cilindri di trenta gradi che fu presentato al salone di Londra e raggiunse un grande successo di pubblico, ma non sarà mai prodotto in serie. I brevetti della Lancia si susseguono velocemente, come quello per il montaggio elastico del motore che evita le spiacevoli vibrazioni del motore e la prima berlina del mondo è proprio della casa Torinese della Lancia. Vincenzo Lancia non vuole lasciare da parte neanche l’eleganza delle sue auto, regalando forme aerodinamiche e interni in legno di altissimo pregio. Persino il suo testamento è stato un’automobile: l’Aprilia, la quale sembrava troppo all’avanguardia, ma conseguì un incredibile successo di mercato.
Vincenzo aveva molta cura anche nello scegliere i suoi collaboratori sottoponendoli a varie prove che non consistevano solamente nel collaudare auto su una pista, ma erano posti degli ostacoli per verificare le capacità del collaudatore nel testare l’autoveicolo.
La Lancia si espanse anche in altri settori, come la produzione di veicoli militari e industriali, ma fu soprattutto per le auto da corsa che Vincenzo amava progettare, collaudare e guidare personalmente. Fu così che il marchio Lancia rimase legato al mondo delle corse aiutando anche finanziariamente la costruzione del famoso autodromo di Monza. Vincenzo in persona vi pose la prima pietra nel 1922.
Il successo nell’ambito delle corse giunse anche con la D24 ai primi tre posti nella Targa Florio e nella Carrera Panamerica del’53 e del ’54. Nel 1972 la Fulvia coupé, “Fanalona”, per i grandi fanali mobili, conquista a Montecarlo con Munari la coppa FIA.
Nel 2008 è inaugurata la “Via Lancia” a Forbello, il paese natale di Vincenzo, nel cuore della Val Sesia; è l’omaggio che la piccola comunità ha voluto fare a un uomo dai grandi sogni e dalle ampie vedute, un uomo che, partendo da nulla, ha costruito una delle case automobilistiche più produttive e prestigiose d’Italia.