ALEX ZANARDI

“se mi dovessi rompere di nuovo le gambe,
questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi,
e che ora non rischio più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo”.
(Alex Zanardi)

Apprezzato per il suo atteggiamento positivo verso la vita e le sue avversità, dopo l’incidente del Lausitzring, ha cominciato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili, e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo.
Campione di CART nel 1997 e 1998, campione italiano superturismo nel 2005 e, nel paraciclismo, vincitore di 4 medaglie d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016 e di 8 titoli ai campionati mondiali, Alessandro Zanardi, (Bologna, 23 ottobre 1966), noto come Alex Zanardi,
 si è guadagnato il cuore e l’ammirazione di tutti per la sua costanza e determinazione nell’affrontare le avversita della vita.
Nato a Bologna, figlio di Anna e Dino Zanardi, è cresciuto a Castel Maggiore, mostrò subito da giovanissimo la passione per i motori, per la quale inizialmente la famiglia si oppose, per la morte della sorella maggiore Cristina in un incidente stradale del 1979.
Nel 1980, a quattordici anni, costruì il suo primo kart ma, per il mezzo non competitivo, i risultati furono deludenti.
Nel 1982 si iscrisse al campionato nazionale, categoria 100cc, concludendo il terzo posto nella classifica generale. 
Nel 1985 riuscì a conquistare il titolo italiano ed a imporsi nel Gran Premio di Hong Kong, facendo poi il bis nel 1988. Si affermò inoltre come campione europeo nella categoria 135cc. Nello stesso anno lo ricordiamo in un episodio singolare durante la gara di Göteborg, quando all’ultimo giro venne speronato da Massimiliano Orsini e viene costretto al ritiro. Questo incidente diede la possibilità a Michael Schumacher, fino a quel momento in terza posizione, di diventare campione europeo nella categoria 100cc. Sempre nel 1988 esordì nella F3 italiana, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini. Durante questa stagione ebbe, però, alcune difficoltà ad adattarsi al nuovo tipo di vetture e il suo miglior piazzamento fu un quinto posto. 
Nel 1989, l’anno seguente, con una Ralt-Toyota ottenne le sue prime soddisfazioni, ma per un primo posto dovette attendere il 1990.
Nello stesso anno conobbe la futura moglie Daniela che in breve tempo diventò la sua compagna di vita dandogli il figlio Niccolò.
Nel 1991 passò in Formula 3000 nel team “Il Barone Rampante”, al volante di una Reynard. Nonostante le otto partenze in prima fila su dieci gare, non riuscì a conquistare il titolo, ma venne comunque premiato da Autosprint alla cerimonia dei “Caschi d’oro” come miglior pilota italiano dell’anno. In quell’anno, per la prima volta, provò una vettura di Formula 1, una Footwork Arrows, attiva in F1 nella prima metà degli anni novanta.
Nello stesso anno Eddie Jordan, manager dell’omonima squadra di Formula 1, decise di sostituire Roberto Moreno con Alex per le ultime tre gare della stagione. Ottenne un nono posto all’esordio al Gran Premio di Spagna. Dopo un ritiro per la rottura del cambio a Suzuka mentre si trovava in ottava posizione, conquistò il nono posto nella gara d’Australia.
Nel 1992 il team irlandese per motivi finanziari non potè riconfermare Zanardi, il quale firmò un contratto con Ken Tyrrell per correre la prima gara stagionale con la sua squadra, ma il maggior introito economico garantito da Andrea De Cesaris fece sì che si trovasse senza un monoposto. Così, Flavio Briatore decise di assumerlo come collaudatore e terza guida per la Benetton, affidandogli il compito di svolgere test sul sistema di sospensioni attive che il team stava sviluppando.
A metà stagione Giancarlo Minardi gli diede l’occasione di sostituire Christian Fittipaldi, infortunatosi durante le prove del Gran Premio di Francia. La scarsa confidenza con la monoposto della Minardi e la mancanza assoluta di test non lo aiutarono ad assegnarsi dei risultati soddisfacenti. Nel Gran Premio d’Ungheria, l’ultima gara, mancò nuovamente la qualificazione e ritorno alla Benetton per proseguire i test.
Nel 1993, l’anno seguente, venne scelto dalla Lotus come seconda guida di Johnny Herbert, dopo il test di Le Castellet dove aveva ottenuto tempi migliori di Michael Schumacher. Zanardi ottenne poi il primo punto mondiale piazzandosi in sesta posizione al Gran Premio del Brasile, in cui era pure rimasto vittima di un infortunio e costretto a guidare per gli ultimi venti giri con una mano sola. Dopo un incidente in bicicletta a Bologna ed uno durante le prove del Gran Premio del Belgio per un guasto alle sospensioni che lo fece schiantare a oltre 240 km/h contro le barriere del Raidillon, fu costretto a chiudere anticipatamente la stagione. Nel frattempo la Lotus decise di sostituirlo con Pedro Lamy in virtù.
Nel 1994, lavorò alla Lotus come collaudatore fino a quando Lamy fu vittima di un incidente rompendosi entrambe le gambe. Di nuovo pilota titolare si ritrovò una monoposto lenta e non competitiva, con scarsa affidabilità. A fine anno, la scuderia abbandonò la Formula 1, Zanardi si trovò ancora senza una monoposto.
Nel 1995, rimase senza contratto fino al mese di ottobre, quando firmò con Ganassi valido per i tre anni seguenti. Zanardi si ambientò velocemente ottenendo ottimi risultati. Inoltre vinse il titolo di “Rookie of the Year” anche grazie alla vittoria a Laguna Seca dove sorpassò in modo spettacolare alla curva Cavatappi o Corkscrew, durante l’ultimo giro, il più esperto Bryan Herta, che fino a quel momento era in testa.
Nel 1997 e nel 1998 conquistò due volte il titolo dominando le stagioni e divenendo un idolo degli americani grazie alle sue vittorie spettacolari e alle sue esultanze dopo ogni vittoria. Nel luglio del 1998 Zanardi, deciso di tornare in F1, contattò Frank Williams, con il quale firmò un contratto di tre anni.
Durante la stagione, il suo compagno di squadra Ralf Schumacher (Hürth, 30 giugno 1975), ottenne prestazioni migliori assegnandosi il podio, mentre Alex fu costretto al ritiro con scarsi risultati. Solo a Imola stava riuscendo a conquistare il primo punto, ma scivolò sull’olio lasciato dal motore della vettura di Herbert, e dovette ritirarsi. Il resto della stagione continuò ad essere deludente e raramente riuscì a concludere una gara. Durante la stagione venne reso noto l’accordo tra Williams e BMW per la fornitura dei motori a partire dal 2000 e fu resa pubblica la voce che Zanardi a fine stagione avrebbe abbandonato la scuderia. Ormai demoralizzato non ottenne più alcun risultato terminando la stagione a zero punti. Pilota e squadra risolsero quindi il contratto per circa 4 milioni di dollari, e Zanardi si ritrovò senza una monoposto.
Uscito ammaccato dall’esperienza in Formula 1, Alex tornò negli Stati Uniti per sostenere dei test con il team di Mo Nunn, suo ex ingegnere di Champ Car e ora proprietario di una scuderia. Venne così ingaggiato per la stagione 2001. Nello stesso anno, prese parte al Rally di Monza, la sua unica competizione di quell’anno.
Nel team Mo Nunn, fin dall’inizio del campionato ci furono diversi problemi per la loro inesperienza: errori di strategia della squadra e problemi tecnici che gli impedirono di salire sul podio. Il suo miglior risultato fu un quarto posto a Toronto. La squadra, però, stava migliorando e, il 15 settembre 2001, Zanardi si presentò motivato all’appuntamento europeo del Lausitzring. Le qualifiche non vennero disputate a causa di un violento acquazzone e la griglia di partenza fu stabilita in base alla posizione in campionato. Alex, nonostante partisse ventiduesimo rimontò fino a tredici giri dalla fine, quando fece la sua ultima sosta. Uscendo dai box, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura che, dopo un testacoda, si intraversò sulla pista, mentre arrivavano ad alta velocità Patrick Carpentier e il canadese Alex Tagliani (Montréal, 18 ottobre 1972)Carpentier riuscì a evitare Zanardi, mentre Tagliani fece uno scontro violentissimo: la vettura di Tagliani in pieno la vettura di Zanardi all’altezza del muso, all’altezza delle gambe, spezzando in due il suo monoposto.

Dopo l’incidente, Zanardi era in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato l’istantanea amputazione delle gambe, il destro al di sopra del ginocchio, il sinistro poco sotto, rischiando di morire dissanguato. Il medico gli “tappò” le arterie femorali per evitare che morisse dissanguato e lo caricò sull’elicottero per portarlo nell’ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa tre giorni.
Dott. Claudio Costa, suo amico e medico che cura i piloti del Motomondiale, la prima volta che vide Alex sul suo letto dell’ospedale dopo l’incidente del Lausitzring disse: “Questo uomo tornerà a fare tutto quello che faceva prima, camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio”. Dopo quaranta giorni di ricovero e una quindicina di operazioni subite, poté lasciare l’ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.
Nel giro di pochi mesi riuscì nuovamente a camminare e, nel dicembre dello stesso anno, si presentò alla premiazione dei Caschi d’oro, in cui si alzò in piedi dalla sedia a rotelle. Tornò di nuovo nel mondo delle corse, prendendo con ironia la sua sorte. 
Nel 2002 la CART gli diede la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto, e nel 2003 tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima era stato vittima del terribile incidente, ripercorrendo simbolicamente i restanti 13 giri della gara che non era riuscito a finire. I suoi tempi furono velocissimi e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione se il pilota fosse stato iscritto regolarmente.
Nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi su una BMW 320si WTCC la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo. Sempre nello stesso anno, riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo. Nell’ottobre del 2005 vinse la prima manche del Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga, ma nella seconda manche gli svedesi Bjork e Goransson gli hanno impedito di vincere il titolo.
Nel 2006 partecipa ancora con la BMW al Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquista la seconda vittoria in campo internazionale.
Nel 2009 si impone in gara-1 a Brno.
Nel 2014 prende parte alla “Blancpain Sprint Series”, categoria automobilistica internazionale creata dalla Stéphane Ratel Organisation, alla guida di una BMW Z4 GT3 per il team ROAL Motorsport.
Oltre ai motori, durante e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo: 
Nel 2007 partecipò alla maratona di New York, in cui ha ottenuto un sorprendente 4º posto.
Il 19 giugno 2010 ha vinto la maglia tricolore ai campionati italiani di ciclismo su strada di Treviso. 
Ai campionati mondiali del 2011 a Roskilde, in Danimarca, ha vinto la medaglia d’argento nella prova a cronometro, e ha ottenuto un 5º posto nella prova in linea.
Il 6 novembre 2011 ha vinto la maratona di New York, stabilendo nell’occasione anche il nuovo record della categoria handbike.
Il 18 marzo 2012 ha vinto la maratona di Roma, timbrando anche stavolta il record del percorso.
Nell’estate del 2012 partecipa al XIV Giochi paralimpici estivi di Londra:
– Il 5 settembre conquista l’oro nella gara contro il tempo svoltasi sul circuito di Brands Hatch.
– Il 7 settembre ottiene il suo secondo titolo paralimpico, stavolta nella prova su strada.
– I’8 settembre riesce a ottenere la sua terza medaglia, questa volta d’argento, nella staffetta a squadre mista H1-4, assieme a Francesca Fenocchio e Vittorio Podestà.
Al termine della Paralimpiade, viene scelto come portabandiera azzurro per la cerimonia di chiusura dei Giochi.
– Il 4 ottobre seguente, in virtù dei risultati conseguiti a Londra, viene eletto “Atleta del mese” da un sondaggio online del Comitato Paralimpico Internazionale.
– Nel 2013, l’anno successivo, Zanardi si conferma ai massimi livelli della sua categoria. In Canada, nello spazio di pochi giorni, vince la Coppa del mondo e ai campionati mondiali su strada di Baie-Comeau vince 3 medaglie d’oro, confermandosi dopo la Paralimpiade nelle prove a cronometro e su strada, e trionfando stavolta anche nella staffetta mista assieme a Vittorio Podestà e Luca Mazzone.
– Nel 2014, Zanardi, ai mondiali statunitensi di Greenville, trionfa nuovamente nella cronometro e nella staffetta, mentre nella gara in linea conquista la medaglia d’argento alle spalle del sudafricano Ernst Van Dyk.
Nel 2015, ai campionati mondiali su strada di Nottwil in Svizzera, si ripete aggiudicandosi i due titoli della categoria H5, a cronometro e in linea, e la staffetta mista in terzetto con Vittorio Podestà e Luca Mazzone.
Nel 2010 debutta come conduttore televisivo, conducendo su Rai 3 il programma di divulgazione scientifica “E se domani”trasmissione televisiva di divulgazione scientifica.
Dal 2012 conduce il programma di divulgazione sportiva “Sfide”, programma televisivo italiano che parla in chiave giornalistica di sport, sempre su Rai 3.

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I suoi soprannomi:

  • All’epoca dei kart, gli è stato attribuito il soprannome il Parigino per la sua guida estremamente pulita ed efficace nel risparmiare le gomme, 
  • Durante gli anni in cui ha lavorato per il team Lotus come collaudatore e come pilota, gli addetti del team lo hanno soprannominato Alice.

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Onorificenze:

  • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

“Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri”, Roma, 27 dicembre 2014.
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Riconoscimenti:

  • Casco d’Oro Speciale della rivista Autosprint nel 1996, 2001, 2008, 2011 e 2012
  • Casco d’Oro Cart della rivista Autosprint nel 1997 e 1998
  • Premio Sport e Solidarietà dell’AVIS nel 2002
  • Medaglia d’oro al valore atletico nel 2005
  • Laureus World Comeback of the Year nel 2005
  • Casco d’Oro Turismo della rivista Autosprint nel 2005
  • Premio Città di Mestre nel 2006
  • Giro d’onore della Federazione Ciclistica Italiana nel 2012
  • Ape d’Oro del Comune di Castel Maggiore nel 2013