Le catacombe di Callisto comprendono una vasta area nei pressi della via Appia Antica e constano di più nuclei cimiteriali, collegati tra loro nel V secolo, per un totale di circa 500.000 sepolture disposte in quasi 20 chilometri di gallerie su quattro livelli. Il richiamo a Callisto fa riferimento a quel diacono divenuto poi papa tra il 217 e il 222, che per un certo tempo ne fu amministratore e ne curò l’ingrandimento.
Caratteristica di queste catacombe è una grande cura architettonica, riscontrabile nei mosaici, nelle pareti dipinte, nei lucernari e nell’opus sectile: una ricchezza decorativa motivata anzitutto dal grado della committenza, costituita da importanti figure ecclesiastiche e funzionari pubblici.
I corpi più antichi di tale struttura corrispondono alle Cripte di Lucina, la regione di Santa Cecilia e la regione dei Papi, presso la quale è conservata la Cripta dei Papi, che conta circa nove sepolture papali. Accanto a questa, la tomba di Santa Cecilia (il cui corpo fu però traslato nel IX secolo) e i cubicoli dei Sacramenti, con pitture databili al III secolo ricche di simbologia cristiana. Non lontano si trova anche il cubicolo di Orfeo, il cui nome deriva dalla rappresentazione della figura in atto di suonare la lira, realizzata sulla volta.
Presso la regione di Gaio ed Eusebio, risalente al III secolo, le illustrazioni riguardano scene di Mosè, la moltiplicazione dei pani e il Buon pastore, tradizionale rappresentazione di Cristo salvatore delle anime (le pecore). Nella regione di San Milziade, che prende il nome dall’ultimo papa sepoltovi, è conservato un sarcofago d’infante scolpito con alcuni episodi biblici: qui si trova inoltre il cubicolo delle quattro stagioni, con splendide decorazioni che richiamano la natura, fiori e uccelli. Si torna invece alla tematica religiosa nella regione di Sotere, dove un cubicolo ospita una rappresentazione dell’Epifania.
Come nel caso delle Catacombe di Priscilla, le decorazioni riguardano non solo scene tratte dalla Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) o dalla mitologia romana (si veda l’Orfeo dell’omonimo cubicolo), iscrizioni o graffiti, ma anche un ricco repertorio simbolico alludente al messaggio cristiano e derivato dall’esigenza dei primi cristiani di criptare i contenuti cristiani alla società romana, ancora radicalmente pagana. Da questo contesto derivano le scene criptiche delle catacombe, quale il Pesce con cestino di pane (Catacombe di Callisto), dove il pesce simboleggia Cristo (dall’acrostico della parola greca IXTHYC, pesce) e il pane l’eucarestia.
In tali contesti, è facile riscontrare, inoltre, scene di vita quotidiana: presso le Catacombe di Callisto sono conservate rappresentazioni di attività commerciali, spesso legate all’attività lavorativa dei defunti ivi sepolti, e curiose raffigurazioni dei “fossores” (Cubicolo dei Sacramenti), gli addetti alla tumulazione dei corpi.
Le pitture, come nelle catacombe contemporanee, presentano uno stile fresco e fortemente naturalistico, attento alla resa realistica delle figure e dei materiali.