Credo sia proprio questa la parola più utilizzata negli ultimi cinque anni nel mondo della finanza.
Di crisi si parla tutti i giorni: crisi finanziaria, crisi reale, crisi del debito sovrano e crisi del credito.
Ovunque intorno a me continuo ad ascoltare persone che sembrano rassegnate a dover subire la crisi, come il condannato a morte, che ha perso qualsiasi speranza e si limita a far passare il tempo in attesa che si compia il suo destino.
Siamo arrivati al punto di aver ampiamente digerito lo scenario peggiore che la nostra fantasia avrebbe mai potuto creare e non ci sorprende più nulla.
Tutto viene giustificato dalla crisi: il deputato accusato di concussione, la perdita di 20.000 posti di lavoro, la chiusura di uno stabilimento, ma anche il politico che sfoga la sua rabbia sull’automobile di un disabile reo di aver chiesto che qualcuno facesse valere i suoi diritti, le pensioni d’oro erogate a chi ha lavorato s636 per cinque anni o poco più e via così.
Tutto ci passa a fianco, ci sfiora, ma non ci stupisce più: è la crisi.
Certo nessuno può biasimarsi per questo. Abbiamo attraversato dieci anni dove il mondo stesso della finanza è cambiato: i cicli sono diventati più frequenti, la paura della recessione e la speranza di una nuova espansione economica si sono alternate a ritmi esasperati.
Sono caduti colossi invincibili come Lehman Brothers Holdings, il rating americano, i BTP. Oggi non esistono più porti sicuri, tutto è messo in discussione ed è a rischio. Gli investitori, grandi e piccoli, si sono trovati praticamente sullo stesso piano, perché la crisi non risparmia nessuno, non guarda ed pronta a colpire chiunque si sia distratto.
Ma la verità, banale se vogliamo, è che tutte le situazioni di crisi creano nuove opportunità, che ovviamente non tutti riescono a cogliere.
Solo alcuni sono in grado di far crescere dentro sé l’intuizione, l’idea che il futuro potrebbe rivelarsi molto migliore di quanto si è immaginato. Queste persone emergeranno dalle ceneri di questa crisi molto più forti, la sapranno cavalcare e ne usciranno vincitori.
Da diversi anni cerco di aiutare i miei clienti ad orientarsi nel difficile universo del mercato finanziario; strano a dirsi, ma mai come in questo periodo ho ricevuto tante richieste di aiuto, domande sul perché accadono certi fatti, su quale sia la ricetta migliore per attraversare questi periodi difficili con qualche certezza in più. Questo atteggiamento è estremamente positivo.
Perché chi oggi ha il coraggio di mettere in discussione le proprie convinzioni, cercando di trovare una soluzione alla crisi in un modo diverso, ha già trovato la migliore soluzione per gestire al meglio i propri capitali.
A dispetto della crisi.
Con questa convinzione m’inserisco in questo contesto, nell’intento rendere un po’ più chiaro a tutti coloro vorranno seguirmi che, in fin dei conti, anche in questa crisi è possibile accumulare ricchezza, traendo beneficio dalle inefficienze dei mercati finanziari in modo banale: confrontandosi sui temi d’attualità finanziaria e informandosi sull’evoluzione dell’offerta dei mercati.
Angelo A. Chiocchetti