Architetto e scultore di alto calibro del Cinquecento italiano, Jacopo Tatti, detto il Sansovino (Firenze, 2 luglio 1486 – Venezia, 27 novembre 1570) si formò nella bottega di Andrea Contucci, dal quale prese il soprannome. Dopo una prima stagione romana, dove probabilmente lavorò in Santa Maria del Popolo, rientrò nella natale Firenze (1511-1518) dove realizzò il Bacco (1515, Firenze, Museo del Bargello)
e San Jacopo (1511), entrambe opere di grande pregnanza classica, ma, quest’ultima, di una certa influenza michelangioesca. Nel 1515 partecipò senza esito al concorso per la facciata di San Lorenzo a Firenze, esperienza che lo mise a contatto con Michelangelo, dal quale attinse una certa plasticità e monumentalità. L’anno prima aveva partecipato con successo anche al concorso per il San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, commissione che fu però delegata poi al Sangallo. Il ritorno a Roma (1516), segnò una fortunata stagione lavorativa e una nuova ispirazione monumentale, come visibile nel Monumento al Cardinale Quignone e nella Madonna del Parto (Sant’Agostino). Lavorò inoltre, in qualità di architetto, a Palazzo Lante, di una certa influenza bramantesca. Nel 1527 Sansovino si stabilì a Venezia, dove ebbe modo di farsi conoscere come architetto restaurando le cupole della Basilica di San Marco e, in seguito, ristrutturando la piazza antistante la basilica: qui realizzò la loggetta del Campanile, la Libreria San Marco e le Procuratie nuove. A Venezia si occupò inoltre della chiesa di San Geminiano, la chiesa di Santo Spirito, il Palazzo Corner, la Chiesa di San Martino e altri edifici religiosi. Sempre per San Marco, Sansovino realizzò i rilievi bronzei per la porta della sagrestia (1537-1546) , con raffigurazioni di Profeti che inquadrano le scene principale della Deposizione e Resurrezione di Cristo: le scene risultano dinamiche e ricche di dettagli che, increspando la superficie, creano un interessante gioco luministico, lo stesso trattamento riscontrabile nella Madonna con Bambino e San Giovannino per la Loggetta del Campanile (1537-40). Sotto il profilo architettonico, nel 1537 si dedicò a Palazzo Corner , del quale curò il rinnovamento, declinando la tradizione veneziana in forme ed elementi classici, in grado di donare una nuova monumentalità: non a caso, il merito di quest’artista fu quello di saper coniugare al sostrato architettonico veneziano le forme rinascimentali. Un altro tipo di intervento si ebbe a Villa Garzoni a Pontecasale, per la quale il Sansovino optò per un grande blocco compatto a “U” alleggerito centralmente e internamente da un loggiato con semicolonne di sapore classico.
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