In uscita in questi giorni l'ultimo film capolavoro di Michael Haneke: Amour.
Il titolo non potrebbe essere più esemplificativo di questo film struggente del grande regista austriaco già vincitore di prestigiosi premi quali Il debutto nel mondo del cinema avviene nel 1989 con Il settimo continente Il suo film La pianista (per il quale vinse ha il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2001 Nel 2005 ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes con Niente da nascondere nel 2009, si è aggiudicato la Palma d'oro per Il nastro bianco fino ad quest'anno quando a Cannes, vince per la seconda volta la Palma d'oro col film Amour. Il film di cui parliamo oggi è un pugno nello stomaco non è un film facile da guardare se non si ha la forza di guardare in faccia l'Amore quello con la A maiuscola che permea i due protagonisti fino alla prova più difficile, quella della malattia e quindi della morte, del distacco e della separazione di una coppia di musicisti splendidamente interpretati dalla coppia Jean Luis Trintignant, tornato alle scene dopo diversi anni di assenza, ed Emanuelle Riva, che i cinefili più attenti ricorderanno nel film culto del 1961 di Alan Resnais Hiroshima mon amour. A completare questo cast stellare il terzo elemento, la figlia, interpretata da Isabelle Huppert che sempre con Haneke vinse il premio di migliore attrice protagonista a Cannes nel 2001 con il film La pianista. La trama narra del declino fisico della donna attaccata dalla malattia nelle forme più impietose, dove non c'è spazio per la parte poetica dell'esistenza."La vecchiaia puzza" usano dire gli americani e Haneke non fa sconti a nessuno e a niente di ciò che banalmente e brutalmente accade a due persone nell'ultimo tratto della loro esistenza dopo aver vissuto nella felicità e nella bellezza (della musica).Il film inizia con la scena della moglie che giace su un letto, morta, circondata da fiori profumati che contrastano il forte odore di gas e dai pompieri che irrompono nella stanza. Nella prima scena il prologo al film con la ricostruzione della vita della coppia di ottuagenari e del loro rapporto d'amore violentato da un infarto che rende la donna paralizzata e senza parole. Il marito decide di prendersi personalmente cura della moglie con tutte le conseguenze pratiche psicologiche che una scelta del genere comporta. Film duro e asciutto che non lascia spazio a sentimentalismi ma solo all'essenza appunto dell'Amore. Dialoghi accuratissimi e minimali contribuiscono alla confezione di una opera che lascerà il segno con il graffio della forza rappresentata della realtà fino alle estreme conseguenze, senza l'ausilio da particolari accorgimenti scenici ma puntando esclusivamente sulla copresenza di due termini antichi e insieme attualissimi: eros e thanatos.
Emanuele Fantoni