“Ti amo più’ di prima e non potrei essere più’ orgoglioso
di vedere l’America innamorarsi di te”
Sono le parole che Barack Hussein Obama II (Honolulu, 4 agosto 1961) ha rivolto a sua moglie Michelle LaVaughn Robinson Obama (Chicago, 17 gennaio 1964) dal palco del McCormick Center, la notte del 6 novembre 2012, la notte della riconferma al suo secondo mandato presidenziale. Le mogli d’America avranno provato un fremito di ammirazione per lui e un pizzico di invidia per lei. Non capita spesso che un marito riconosca in modo cosi netto e plateale il fondamentale contributo che la energica moglie ha profuso a piene mani durante il mandato presidenziale e specialmente nel periodo elettorale.
Lontana anni luce dalla anonima Laura Bush, la precedente first lady, Michelle ha fatto subito capire di che pasta era fatta, provando insofferenza verso il ruolo low profile che la tradizione impone alla moglie presidenziale è intervenuta spesso con veemenza nei dibattiti pubblici dimenticandosi del ruolo assegnatole. Questa immediatezza di modi della first lady ha avuto tuttavia il pregio di umanizzare la Casa Bianca “, ma è costata una clamorosa gaffe a Michelle in occasione della famosa visita in Inghilterra. In quella occasione infatti la signora Obama volendo salutare affettuosamente la regina Elisabetta si è spinta là dove nessun diplomatico aveva mai osato, cingendo delicatamente la vita della sovrana quasi a volerla accompagnare. Tutti eccetto Michelle sono a conoscenza che la regina è “intoccabile” da tutti i punti di vista. Nel rigidissimo protocollo della Casa Reale inglese sono concessi inchini e al massimo una stretta di mano , una cosa del genere quindi la dice lunga sul carattere di questa imponente matrona che prima di fare la first lady era un avvocato esattamente come il marito. Due figlie all’attivo Michelle si è dedicata in questi 4 anni di mandato presidenziale a moltissime cause benefiche anche se gli americani la ricordano specialmente per due iniziative: la coltivazione di un orto biologico all’interno della White House e la sua campagna contro l’obesità infantile. Mentre l’orto ha presentato le sue difficoltà ma anche i suoi frutti, la campagna per il movimento contro la sedentarietà e contro il cibo spazzatura è ancora lontano dall’aver raggiunto risultati apprezzabili. Il problema in America è quasi una emergenza sociale se si pensa che ad oggi quasi un terzo degli americani è obeso. Impegno sociale dunque e soprattutto spalle poderose che hanno sostenuto il marito sempre e comunque ma anche uno stile personalissimo nel suo modo di vestire. A questo proposito hanno destato sconcerto le prime apparizioni di Michelle vestita con colori decisamente sgargianti ma soprattutto privi di maniche, un particolare inedito e comunemente ritenuto poco consono per la formalità diplomatica. I vestiti di Michelle comunque hanno subito in questi 4 anni una evoluzione non tanto nella gamma cromatica o nella abolizione delle maniche ma nella manifattura. La signora Obama è passata dai primi abiti di produzione firmata italiana a quelli più a buon mercato frutto disegnati da stilisti americano e orientali, insomma una first lady “democratica” anche nella scelta del look.
Fabio D’Andrea