Che cos’è l’Arte? Con questa domanda si sono confrontati artisti, storici dell’arte e i maggiori pensatori di tutti i tempi, figure che hanno sempre manifestato l’esigenza di rispondere al quesito senza però riuscire ad attribuire al concetto un significato univoco. Ancora oggi assegnare una definizione certa al concetto “Arte” appare prioritario, ma decisamente difficile. Trattare di Arte e dei suoi problemi infatti implica la conoscenza della storia, della filosofia, della letteratura; conoscere l’Arte significa conoscere le sue componenti e la loro evoluzione nel corso del tempo. Come insegna la storia, numerosi sono stati gli ideali e le correnti di pensiero che si sono susseguiti nel corso del tempo; ogni epoca è stata contraddistinta da proprie teorie, frutto del progresso, della cultura e della scienza contemporanee. Questo è il motivo per cui ancora oggi trattare tale argomento senza apparire superficiali, si presenta complicato se non addirittura impossibile. Per questa ragione si precisa che il taglio conferito a questo articolo è prettamente storico: un breve, ma incisivo excursus, capace d’inquadrare il problema e definire le possibili opzioni che il concetto è venuto ad assumere nell’età contemporanea.
Secondo la definizione riportata da diversi dizionari, enciclopedie e dai più autorevoli manuali, con il concetto di Arte si fa riferimento alla manifestazione dell’agire umano sulla materia, attraverso regole e tecniche produttive. Saremo tuttavia d’accordo che la spiegazione di un concetto così complesso non possa esaurirsi in questa enunciazione: i diversi ideali che hanno caratterizzato ogni epoca, hanno infatti prodotto una complicata stratificazione di canoni e teorie, che è necessario conoscere per potere affrontare in modo specifico il problema.
Nella civiltà greca e nella civiltà romana, l’arte aveva un duplice scopo: la produzione di opere pubbliche e quelle commissionate da privati. Mentre le prime avevano la funzione di trasmettere messaggi religiosi o commemorare grandi eventi storici, le seconde erano perlopiù legate alla sfera funeraria e alla realizzazione di oggetti d’uso comune. L’Arte era quindi percepita come un atto creativo, che trovava la sua massima espressione nella manualità, con la quale l’artista andava a plasmare gli oggetti. Con la diffusione del termine “Arte” in tutta la penisola (1200), si sviluppò l’idea che l’oggetto artistico dovesse nascere da una vera e propria gestazione, che prevedesse una fase progettuale, una fase tecnico-sperimentale e infine una fase esecutiva, con la quale l’artista-artigiano immetteva nell’oggetto la sua sapienza tecnica e la sua esperienza. Nello stesso tempo si assisteva anche a una mutazione dei canoni compositivi: l’aspetto utilitaristico e la ricerca della bellezza che avevano avuto tanta importanza nell’arte passata, vengono infatti sostituiti dall’intento pedagogico. L’iconografia diventa così la chiave di lettura di tutta l’arte medievale, in particolare modo di quella religiosa. Solo con l’età rinascimentale il concetto di Arte inizia a subire leggere, ma incisive mutazioni; il prodotto artistico cessa di essere inteso come opera artigianale per trasformarsi nella manifestazione di un’esperienza intellettiva, conseguente all’intuizione. Si tratta di un passaggio molto importante, che connoterà lo sviluppo di tutta la produzione successiva, nuovamente incentrata sulla studio della bellezza, intesa come ricerca armonica di forme e proporzioni. Questa trasformazione deve essere ricondotta alla nuova percezione che l’uomo ha di sé e del mondo che lo circonda. L’uomo rinascimentale infatti è un uomo nuovo, che attraverso l’intelligenza razionale e la capacità inventiva, giunge a detenere tutte le potenzialità necessarie a trasformare il mondo e lo stile di vita di chi lo abita.
Durante il Seicento la ricerca estetica viene esasperata, l’Arte diventa l’espressione dell’edonismo e di una ricerca formale ardita e spettacolare. Nasce il Barocco, lo stile che permetterà all’artista di mutare e soprattutto dominare la realtà, abbellendola in ogni suo minimo particolare. La misura, l’equilibrio e la compostezza tanto ricercati nell’epoca precedente, perdono ora qualsiasi significato davanti al nuovo obiettivo dell’Arte: quello di stupire l’occhio dell’osservatore attraverso l’artificio. Le trasformazioni che si ravvisano in ambito artistico, sono un chiaro simbolo del delicato momento storico, caratterizzato da una serie d’incertezze, provocate dalla caduta di alcuni dogmi e dalle continue carestie e pestilenze che si diffondono in tutto il continente. In questo momento di forte spaesamento all’Arte viene richiesto di ricoprire un nuovo ruolo: non più pedagogico, bensì persuasivo.
Solo con la seconda metà del 1700 e con la riscoperta dei canoni classici e dell’Arte antica, l’ornato torna a essere un elemento accessorio: il soggetto della creazione artistica settecentesca non è più il mondo reale, ma la bellezza ideale, da ricercare attraverso la purezza della linea e la semplicità della forma. Durante il “secolo dei lumi” si assiste per la prima volta alla creazione di un’Arte completamente libera, svincolata da ogni fine. Essa infatti inizia ad essere percepita non più come prodotto della ragione, ma come manifestazione della fantasia o del sentimento. Si tratta di un passaggio molto importante, che segna la nascita di un nuovo filone di studi: l’Estetica. Inizia proprio da questa fase storica, la scissione tra oggettivo e soggettivo, tra ragione e sentimento, che avrà tanta importanza nel secolo successivo. Durante l’Ottocento infatti il sentimento e la manifestazione dell’io, diventano le componenti guida di tutta la produzione culturale europea, nata con la volontà di contrapporsi all’oggettivismo neoclassico. Il valore assoluto delle regole classiche, viene così sostituito dalla libera esternazione della creatività, componente che trova massima espressione nel movimento romantico. L’Arte cessa di essere una disciplina trasmissibile, si diffonde infatti l’idea che artisti si nasce e non si diventa. Con questa affermazione l’artista cessa definitivamente di essere l’esecutore di una commissione e si trasforma nell’artefice, nel creatore dell’opera, che plasma attraverso l’istinto. L’Arte assiste così a un nuovo stravolgimento dei propri canoni e da questa mutazione prendono origine le principali manifestazioni e correnti artistiche ottocentesche, quali l’Espressionismo, il Neo-Espressionismo, l’Impressionismo e il Simbolismo. Con l’avvento del Novecento, il concetto di Arte si frantuma completamente e si svincola dalla rappresentazione naturalista del reale per legarsi – a seconda delle diverse avanguardie (Cubismo, Futurismo, Dadaismo, Surrealismo) – al simbolo, alla sfera onirica, al surreale; divenendo il punto di contatto con l’altro diverso da sé. Affrontare il concetto di Arte contemporanea nella sua globalità è decisamente impossibile: troppe sono state le correnti che nell’arco di un secolo si sono susseguite in tutta Europa (Astrattismo, Raggismo, Suprematismo, Costruttivismo, Metafisica, ma anche il movimento chiamato Valori Plastici e il gruppo di Novecento o quello di Corrente); troppi gli artisti che hanno contribuito ad arricchirla e troppe sono state le contaminazioni con le altre discipline sorelle, prime fra tutte la filosofia e la psicanalisi. Proprio durante questo secolo infatti, si assiste alla dissacrazione totale dei valori artistici, cammino che giunge a compimento con la completa negazione della rappresentazione dell’oggetto. Uno degli aspetti che maggiormente ha inciso su questa trasformazione è stata sicuramente la cultura americana, in seguito allo scoppio delle guerre mondiali infatti, la produzione culturale si sposta dall’Europa agli Stati Uniti e da questi viene profondamente contaminata.
Nella seconda metà del Novecento l’Arte diventa espressione di una nuova crisi, quella del rapporto tra produzione estetica (valore) e società contemporanea (consumismo). Le problematiche legate a questa difficile convivenza si manifestano principalmente nel campo tecnico, che diventa il nuovo ambito di sperimentazione, come dimostra la nascita stessa dell’Espressionismo astratto, dell’Action Painting, e della Pop Art . Pur avendo perso il suo ruolo centrale all’interno della produzione culturale mondiale, anche in Europa il dibattito continua. La ricerca artistica trova qui sviluppo in due modelli di pensiero diversi: il Realismo e l’Informale, coi quali si giungerà alla completa demistificazione dell’opera d’arte e dei valori in essa contenuti.
L’excursus appena presentato ci ha fornito una panoramica storica sull’evoluzione dell’Arte e delle finalità che essa ha ricoperto nei secoli, ma oggi che ruolo ricopre l’Arte nella società? Perchè abbiamo la necessità di saperlo? Perchè c’interessiamo a lei e alle sue manifestazioni? Semplicemente perchè l’Arte oggi è diventata l’espressione significativa di un cammino spirituale compiuto dall’artista, l’Arte è diventata impatto, manifestazione che cattura l’occhio dello spettatore, ma che soprattutto ne cattura l’intelletto, la mente, il pensiero. Lo dimostra tutta la sperimentazione artistica avviata a partire dagli anni Settanta e incentrata sui procedimenti ottici e psicologici della percezione. L’Arte ammalia perchè è diventata un’esperienza extra-ordinaria da vivere e soprattutto da interpretare attraverso le proprie conoscenze, attraverso la propria esperienza e il proprio vissuto. L’Arte di oggi sfida chi la osserva…ed è per questo che interessa.
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Lorenza Morisi